Utilizzavano il porto di Genova per trafficare auto di lusso rubate: due arresti

di Filippo Serio

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La polizia stradale genovese scopre commercio illegale di almeno 20 veicoli, per un valore di 1.5 milioni di euro

Utilizzavano il porto di Genova per trafficare auto di lusso rubate: due arresti

Trafficavano auto di lusso rubate attraverso il porto di Genova e la frontiera di Ventimiglia, a volte cambiandone il telaio e le targhe. Per questo e altri reati sono stati indentificati 24 soggetti, di cui due sono stati arrestati, quattro sono finiti agli arresti domiciliari

Operazione Tangeri Express - Questo il nome dell'indagine portata avanti dalla squadra di polizia giudiziaria del compartimento polizia stradale di Genova: almeno 20 le autovetture di lusso, tutte rubate in Italia, per un valore complessivo di 1.5 milioni di euro, coinvolte nella rete di riciclaggio messa in piedi dall'organizzazione criminale. I mezzi venivano smerciati dall'Italia in paesi come Marocco, Mauritania, a volte anche in Serbia e Albania.

Indagine - L'operazione è iniziata nell'agosto 2023 quando la polizia spagnola aveva arrestato due cittadini italiani di 35 e 41 anni, trovati in possesso di una Maserati, che risultava essere rubata.

Da qui la scoperta del maxi traffico di auto di lusso rubate, quasi sempre nella Regione Lazio: i criminali spesso cambiavano alcuni pezzi di telaio, oppure cambiavano le targhe, o ancora le dotavano di documentazione che apparteneva ad altre macchine, prima di venire spedite all'estero.

Canali - Così facendo le autovetture erano in grado di viaggiare lungo il territorio italiano senza destare sospetto, per raggiungere così il porto di Genova, ove si imbarcavano sui traghetti diretti alla volta del Nordafrica allontanandosi dall’Italia e facendone perdere le tracce. In alternativa, veniva utlizzata la frontiera terrestre di Ventimiglia per raggiungere la Francia, in particolare il porto di Marsiglia, per imbarcare le auto verso il Marocco.

Responsabili - Grazie alle indagini sono stati identificati 24 soggetti, tra italiani e stranieri, ritenuti responsabili di reati come riciclaggio, autoriciclaggio, ricettazione, falsità materiale ed ideologica, appropriazione indebita, truffa e simulazione di reato.

Misure - Due persone sono state arrestate, fra cui un uomo di 35 anni ritenuto il 'capobanda', già detenuto nel carcere di Lecce. Quattro persone sono finite agli arresti domiciliari. Uno degli indagati risulta invece ancora irreperibile. Fatta salva la presunzione di innocenza degli indagati sino a condanna definitiva.

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