Uso dell'atomica in Ucraina, il generale Camporini: "Rischio tangibile solo se conflitto si allargasse a paesi Nato"

di Marco Innocenti

"Il conflitto al momento sta mostrando che i rapporti di forza sono enormemente sbilanciati. Non a caso l'attacco è stato immediato su tutto il paese"

Un attacco quello russo contro l'Ucraina che, oltre che dal punto di vista geopolitico ed economico, permette anche molte analisi dal punto di vista strettamente militare, della tattica messa in campo e del rapporto di forza fra i due paesi coinvolti: "E' un rapporto di forza enormemente sbilanciato a favore della Russia - ci spiega il generale Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore della difesa - perchè dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica, la potenza militare russa è progredita molto negli anni. L'Armata Rossa era in una condizione drammatica come dimostrato dalla guerra in Cecenia dove il livello d'indisciplina e di corruzione era sbalorditivo. Poi c'è stata la campagna in Georgia del 2008 dove la disparità era enorme ma anche in quella circostanza ci furono gravissime carenze: oltre il 50% di bombe sganciate in quel conflitto, non esplose perché le spolette erano deteriorate. Oggi tutto questo non esiste più".

"Anche per questo non sono per nulla rimasto sorpreso dall'estensione dell'attacco russo - aggiunge il generale Camporini - perché se noi guardiamo le cartine di prima dell'attacco, ci accorgiamo che c'erano molte unità schierate al confine orientale dell'Ucraina, molte anche a nord e poi c'erano le unità da sbarco entrate nel mar Nero. Così da stringere una tenaglia intorno all'Ucraina. Chiaro quindi che quello che si stava preparando era un attacco, se non a 360 gradi, almeno a 270".

In queste ore, a tenere col fiato sospeso, è anche il rischio di un ricorso alle armi atomiche ma il generale Camporini è sicuro: ad oggi il rischio non esiste. "Adesso è zero. E' chiaro però che se ci fosse il coinvolgimento di paesi appartenenti alla Nato e quindi una discesa in campo dei paesi dell'Alleanza Atlantica, a quel punto il rischio potrebbe diventare tangibile".