Terre rare, la chiave della transizione energetica
di Simone Galdi
I raw materials sono difficili da trovare in Europa, ma fondamentali per la decarbonizzazione
All'interno del talk "Fonti Alternative & Green Transition", organizzato da RCS Academy in collaborazione con Corriere della Sera, tra i temi proposti c'è stato quello delle terre rare, materiali fondamentali per i processi di decarbonizzazione. A margine dell'evento, Telenord ha incontrato Fabrizio Pirri, Center Coordinator Advaced Materials for Sustainable Future Technology dell'Istituto Italiano di Tecnologia, approfondendo il ruolo strategico dei raw materials nella transizione energetica.
Le terre rare - "Stiamo parlando essenzialmente di materiali polimerici o catalizzatori che sono in grado di trasformare una molecola in un'altra. Ad esempio, nella transizione energetica sono importantissime la produzione dell'idrogeno. Come si produce l'idrogeno? Si prende l'acqua e si strappa l'idrogeno dalla molecola d'acqua? Come si fa a produrre, ad esempio, metano da CO2? Si prende la CO2, si strappa l'ossigeno, lo sostituisce con l'idrogeno. Per riuscire a fare questo processo c'è bisogno di energia. E deve essere energia rinnovabile a basso costo. E c'è bisogno di materiali che vengono chiamati catalizzatori. Questi catalizzatori sono di difficilissima produzione e sono formati al loro interno. Di quelli che vengono chiamati critica rock material, cioè sono quei materiali molto poco abbondanti in Europa. Quindi lo studio porterà a produrre materiali a sempre più basso costo, sempre maggiore di stabilità e con un quantitativo di materiali preziosi non presenti in Europa, sempre minore: a tendere dovrebbero sparire completamente questi materiali non esistenti in Europa".
Il ruolo dell'Istituto Italiano di Tecnologia - "Al momento noi stiamo portando ad un livello elevato di industrializzazione, anzi a breve verrà creato uno spin off per la trasformazione della CO2 mediante processo elettrochimico in metano. Quindi prendere la CO2 e inserire energia elettrica e dentro un sistema che viene chiamato elettrolisi latore trasformare la CO2 in metano. Questo è l'esempio della provincia ione al trasferimento tecnologico e all'applicazione, quella che viene chiamata ad alto TRL dell'istituto, che di fatto è vero, non è un istituto di ricerca accademica, quindi prende la ricerca da un livello di sviluppo sufficientemente avanzato e la trasforma in un prodotto utilizzabile dell'azienda.
L'economia circolare - "Il punto di vista culturale molto importante, perché una tecnologia atterra su una società sia dal punto di vista culturale la società è pronta e nel caso della transizione energetica e della circolarità è necessario fare una ricaduta culturale. Banalmente perché negli ultimi anni, insomma, il cittadino medio dell'Europa ha interpretato la transizione energetica come un costo, non come un'opportunità. Cosa sta facendo l'Istituto? Sta cercando di trasformare il modello in un modello economicamente sostenibile che si basa sulla circolarità. Perché? Perché oggi noi tutto quello che a fine vita lo buttiamo nella nostra società costituisce però la sorgente di materiali che possono essere usati nel ciclo successivo di produzione quindi una un'altra spinta al cambiamento culturale è quella di utilizzare lo scarto come prodotto come miniera in qualche modo per la generazione successiva che oggi non è nell'immaginario collettivo e tanto meno non è nel nostro modello economico. Il nostro modello economico è lineare, non è circolare".
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