Siccità, la Liguria ha sete: nel lago del Brugneto calo di 5 milioni di metri cubi d'acqua

di Riccardo Testa

Da Iren: "Una primavera asciutta potrebbe essere pregiudicante, ma la situazione ancora non è allarmante"

Il regime di siccità che da più di due anni interessa il Nord Italia, e con esso il bacino idrografico ligure, non sembra accennare a temperarsi. Su tutto il territorio regionale, con poche eccezioni, le estati calde ed eccezionalmente secche del 2021 e del 2022 hanno prosciugato le falde acquifere. Inoltre, la complessiva scarsità di precipitazioni nevose d'inverno e piovose nelle altre stagioni è causa di una riduzione drastica della portata di fiumi e torrenti. Il terreno, drenato da mesi di relativa siccità e da temperature in costante crescita, assorbe l'acqua di fusione proveniente dai nevai che, in normali condizioni meteorologiche e climatiche, si accumula nei mesi invernali per confluire nei corsi d'acqua in primavera. In aggiunta, a causa di un clima globale sempre più caldo, anche questo inverno su Appennini ed arco alpino le precipitazioni nevose scarseggiano, riducendo ulteriormente la portata degli affluenti. Le scarse precipitazioni hanno inevitabilmente intaccato le riserve idriche degli invasi che approvigionano la città di Genova.

Il caso più eclatante è quello del lago del Brugneto: progettato per una capienza massima di 25 milioni di metri cubi d'acqua, l'invaso gestito da Iren costituisce la riserva idrica principale della città, e il lago più voluminoso in Liguria. Creato artificialmente nel 1959 con la costruzione della omonima diga, nel cuore del parco dell'Antola, ha stabilito un record negativo per la regione, registrando la perdita di 5 milioni di metri cubi d'acqua - circa un quarto della sua capienza reale - nel corso dell'ultimo anno. Per Paola Verri, responsabile della comunicazione per Iren, potrebbe costituire un dato preoccupante: molto dipenderà dalle condizioni meteorologiche presentate dalla prossima primavera. 

«Una primavera asciutta sarebbe pregiudicante, ma la situazione non è ancora tale da procurare allarme - spiega Verri - Fino agli anni '90, Genova era soggetta a periodi di siccità durante verso fine estate. Oggi, grazie alle numerose operazioni di incanalamento eseguite, l'acqua manca molto meno; in città consumiamo meno acqua e, soprattutto, la gestiamo meglio. I sistemi di laghi sono interconnessi, il che permette di riequilibrare il livello dei bacini in caso di scarsità. Inoltre, durante l'inverno la prima fonte di approvvigionamento sono i pozzi, come quelli sullo Scrivia, che permettono di attingere senza consumare la riserva costituita dai laghi. Che vengono invece sfruttati durante l'estate, quando fiumi e torrenti sono in secca».

Diversa la situazione sui laghi del Gorzente, nel Parco regionale delle Capanne di Marcarolo, dove le caratteristiche pluviometriche della zona e l'impermeabilità del terreno ferroso hanno impedito agli specchi d'acqua di prosciugarsi. La coincidenza dello spartiacque ligure col versante padano crea in qesto luogo una condizione microclimatica di umidità persistente, che mantiene la zona dei laghi bagnata da frequenti piogge, e gonfi gli affluenti dei bacini. Il lago Badana, con una capienza massima 4.690.000 metri cubi, è stato svuotato nel 2006 per operazioni di manutenzione del bacino, e da allora mai più riempito; al contrario, nel lago Lavezze il volume d'acqua perduto nell'ultimo anno è minimo, circa 45.000 metri cubi, e nel caso di lago Lungo è aumentato di 42.000 metri cubi.