"Vuoto", il nuovo brano di RisenFlow per sgombrare i mostri del contemporaneo

di Giulia Cassini

La filosofia dell'artista e i punti nodali del video

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Filosofia rap, un messaggio crudo oltre la superficie delle cose. Un taglio che trancia di netto e strazia le convenzioni. Questo è il terreno su cui si muove il genovese d'adozione RisenFlow, mentre la sua azione è subitanea e repentina come il cambiamento: "to zap" si dice in inglese, cioè andare come un fulmine, cambiare o trovare nuove strade con la forza di una luce fredda o violetta nel buio.

E' l'intento del nuovo lavoro di RisenFlow "Vuoto" uscito con un video e con un team di professionisti alle spalle (AW Productions) per lanciarsi nella dimensione "totale" della musica, che da qualche mese assorbe completamente le sua giornate. Alla base del pezzo l'urgenza del cambiamento, la percezione di sé dovendo abbandonare una serie di riferimenti (non ultimi amici e familiari che lo spingevano verso lavori più tradizionali e un mondo più pragmatico, ma anche materiale), il ritardo nella comprensione della società fino al riconoscimento dei suoi egosmi e della rincorsa nel desiderare sempre quello che non può avere.

"Si prova più gioia nel far perdere la felicità a chi secondo noi ne ha troppa che a cercare la propria" ammonisce l'artista che non ama le etichettature di alcuna sorta. "Una volta entravo in un negozio e la ragazza dal bancone mi chiamava Eminem. Una cosa fastidiosa, oggi lo fa ancora, ma ci rido su". Ecco cosa si prova ad allontanarsi dal centro, superate le categorie di analisi del reale, ma anche riconciliato quel mondo onirico e surreale che popola le coscienze, le pratiche morali, filosofiche, politiche e sentimentali.

Il video è vissuto nell'eccezione, nel paradosso, seppur immerso nel suo tempo, nel contemporaneo, fino al colllo. C'è uno storyboard di carne viva, ci sono i suoi tremori, le ansie che la fanno vibrare sono quelle dell'umanità. Traspare un mondo eccitato, ossessivo, frenetico dopo un pantano di illusioni, di maschere, di acqua come lacrime su un vetro, della luce appiccicosa e pastosa che si deposita sui corpi, sperimentato il violaceo che tinge tutto il momento misterico con la cartomante, in una rapida successione di immagini fluide, professionali, alternate ad altre serrate e concitate realizzate volutamente "a grezzo".

Anche i campi visivi seguono questo viaggio introspettivo, che poi è quello di ognuno per prendere saldamente in mano la propria vita allontanandone i "demoni", spesso con riprese ravvicinate, con immagini teatrali, scarsa profondità di campo e con fondali bianchi o neri. Lo stesso RisenFlow cambia continuamente finché non sa chi è. Davvero. Fuori da ogni schema. Oggi lo ha capito, ha imboccato una strada senza ritorno perché se la sente cucita addosso: la musica come urgenza, come storytelling, tutto rappato.