Marassi, la protesta dei detenuti: pentole contro le sbarre nel cuore della notte
di Marco Innocenti
Un'ora di "concerto" per protestare contro il sovraffollamento. Pagani (Uil Pa): "Clima sempre più pesante e pericoloso"
E' andata in scena per quasi un'ora, a partire dalla mezzanotte, con pentole e stoviglie sbattute contro le sbarre delle celle e delle finestre. E' la protesta dei detenuti del carcere di Marassi. Non è la prima volta che nel penitenziario genovese si verifica una protesta, anche nel pieno della pandemia i detenuti avevano manifestato, arrivando anche a dar fuoco ad alcune lenzuola per attirare l'attenzione sul problema del sovraffollamento ma stavolta, anche alla luce delle violenze scoperte nel carcere di Santa Maria Capua Vetere da parte di alcuni agenti sui detenuti, fra gli agenti serpeggiava il timore che la protesta potesse anche prendere una brutta piega. Cosa che, per fortuna, non è avvenuta.
"Il clima è sempre più pesante e pericoloso - commenta Fabio Pagani, il segretario regionale di Uil Pa Polizia Penitenziaria - ma da quanto appreso dal personale di Polizia Penitenziaria in servizio durante il turno di notte, sembra che i detenuti di Marassi, abbiano protestato contro l’attuale Direzione dell’istituto. A Santa Maria Capua Vetere sono stati commessi errori gravissimi, che vanno indagati sino in fondo e perseguiti. Chi ha sbagliato deve assumersene ogni responsabilità, pure per i rischi a cui sta esponendo le 37mila donne e uomini della Polizia Penitenziaria che ogni giorno adempiono fedelmente e con abnegazione al loro dovere. Anche in questo caso, però, non devono prevalere sentimenti di vendetta, ma vanno individuate le cause e i mali del sistema, che – non si dimentichi – la politica e i governi hanno ingenerato e mantenuto”.
“Marassi sta attraversando un momento molto delicato - aggiunge Pagani - priva di direttore e comandante titolare ma fatta di uomini e donne del corpo di Polizia Penitenziaria che conoscono molto bene il significato di spirito di corpo e sacrificio e ritengo di poter collocare il sistema penitenziario ligure tra i punti di caduta più evidenti del disastrato panorama nazionale. Voglio portare la mia personale vicinanza ai lavoratori di Marassi e della Liguria, perché questo modello di Amministrazione autoreferenziale, nemica e distante che va contrastato”.
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