Lupi nel Parco del Beigua: segnalati cinque branchi dalle fototrappole

di Stefano Rissetto

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L'attività di monitoraggio evidenzia una presenza che richiede la disincentivazione della confidenza tra animale e uomo

Lupi nel Parco del Beigua: segnalati cinque branchi dalle fototrappole

Attenti al lupo, nel Parco del Beigua: il sistema di fototrappole predisposto sul territorio ha permesso di chiarire che nel settore di Sassello, Urbe e Stella risultano attualmente insediati almeno cinque branchi di Lupo (tre dei quali interesserebbero direttamente l’area Parco ricadente nel settore, cui se ne aggiungono altri 2-3 presenti in altri settori dell’area protetta, portando così a 5-6 il numero di territori complessivamente individuati per il Parco del Beigua), mentre il settore di Piana Crixia viene frequentato da almeno un branco. Considerando i valori massimi riscontrati nei diversi settori nel periodo di minima frequenza di cattura (giugno-luglio) e nell’intero ciclo annuale, si ottiene una stima di 23-59 esemplari nel settore di Sassello, Urbe e Stella; mentre nel settore di Piana Crixia sono stati contattati da 1 a 4 esemplari. Nell’interpretazione di tali valori va tenuto conto che, oltre agli individui insediati stabilmente, si possono aggiungere anche soggetti giovani, in dispersione o appartenenti a branchi prossimali.

Il Parco ha incentrato l’indagine sul territorio dei Comuni di Sassello, Urbe, Stella e Piana Crixia e su settori già indagati in precedenza, con maggior sforzo di campionamento ricadenti nelle Aree Protette in gestione all’Ente Parco del Beigua. Come ormai noto, il lupo è riapparso in Liguria per ricolonizzazione spontanea, risalendo dall’Appennino centro-meridionale in seguito a un’inversione di tendenza dovuta a più fattori, tra i quali la protezione legale assicurata alla specie, i radicali mutamenti dei territori montani soggetti a spopolamento rurale e l’aumento delle specie preda. Storicamente le valli del Beigua sono state le ultime a vedere il ritorno del lupo; i primi indizi risalgono al 1993; ma fino al 2008, nonostante un’assidua frequentazione del territorio, i ritrovamenti di segni di presenza sono stati alquanto occasionali e incostanti nel tempo. L’insediamento di un nucleo stabile nel Parco del Beigua viene confermato solo nel 2009, grazie ai dati raccolti con il progetto regionale “Il Lupo in Liguria”.

Tra l’ottobre 2011 ed il gennaio 2013 nel Parco del Beigua è stata condotta una prima campagna di indagini utilizzando prevalentemente la tecnica del trappolaggio fotografico, per raccogliere dati su distribuzione, consistenza della popolazione ed aspetti riproduttivi. Tali indagini sono proseguite con un buon sforzo di campionamento sino al dicembre 2013, mentre più variabile è stato l’impegno dedicato negli anni 2014-2021. Grazie al progetto GAL tra gennaio 2022 e marzo 2023 è stata avviata una nuova campagna di rilevamento che ha interessato 31 siti di fototrappolaggio, con un’accurata distribuzione utile anche al confronto dei dati pregressi. Complessivamente sono state registrate 11.221 giornate di attività corrispondenti a 33.897 file; di questi 10.319 contenevano informazioni relative ad animali riconducibili a 8.517 eventi di cattura indipendenti.

Diventa così urgente conservare e talvolta ripritstinare la diffidenza del Lupo nei confronti dell’uomo e, contemporaneamente, disincentivare la frequentazione delle aree maggiormente antropizzate e lo svilupparsi di comportamenti confidenti. Citando la proposta di ‘Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia’ del Ministero dell’Ambiente (marzo 2019), “La gestione del lupo richiede una scala ed una continuità di interventi che è difficile ottenere nel quadro della frammentazione amministrativa sub-nazionale italiana. Le norme nazionali demandano all’applicazione regionale in materia di conservazione e gestione. Le Regioni hanno gli strumenti per intervenire con efficacia, ma la loro azione dovrebbe esercitarsi in forma coordinata all’interno di un sistema efficace di distribuzione di competenze e responsabilità”.