Liguria, consulenza regionale,: botta e risposta Partito Popolare del Nord-Maria Antonietta Cella

di Stefano Rissetto

3 min, 39 sec

"Ha usato il partito come trampolino". "Bucci mi conosce da quando ero sindaco, inoltre non condivido il secessionismo dei primordi leghisti"

Liguria, consulenza regionale,: botta e risposta Partito Popolare del Nord-Maria Antonietta Cella

Botta e risposta tra il Partito Popolare del Nord e Maria Antonietta Cella, già candidato presidente della Regione Liguria dopo essere stata sindaco di Santo Stefano d'Aveto, che ha appena stabilito un contratto di consulenza con la Regione per occuparsi dei problemi dell'entroterra.

"Il Partito Popolare del Nord - recita una nota - si dissocia dalla nomina della Signora Maria Antonietta Cella da parte del Presidente Bucci, prendendo atto della sua nomina a incarico remunerato per gli anni 2025 e 2026. La signora Cella, candidata del partito alle recenti elezioni regionali, è stata chiamata a ricoprire un ruolo prestigioso, suscitando una serie di interrogativi. Solo due mesi fa si sono svolte le elezioni regionali in Liguria. Il Partito Popolare del Nord è stata l'unica forza autonomista a presentarsi, portando la parola "Nord" sulla scheda elettorale. Tra i 9 candidati, l'unica donna era la nostra candidata, Maria Antonietta Cella. A distanza di soli due mesi dal voto, il Partito Popolare del Nord prende atto che la Signora Cella ha ricevuto un incarico dal Presidente Bucci, con una retribuzione di 90.000 euro per gli anni 2025 e 2026. A questo punto, ci sono tre considerazioni da fare.

Prima: Il nostro Partito sembra essere stato per la Signora Cella un trampolino di lancio verso incarichi istituzionali prestigiosi e ben retribuiti. A questo proposito, ribadiamo che il nostro Partito non ha alcun legame con il Presidente Bucci e la Signora Cella non è una nostra tesserata.
Seconda: 90.000 euro è una somma rilevante per chiunque. Non si tratta di un semplice rimborso spese. Se si considerano le sette liste di centrodestra che hanno sostenuto Bucci, notiamo che la Signora Cella, un'avversaria politica, è stata premiata con questo incarico.
Terza: Ci chiediamo quando il Presidente Bucci abbia deciso di conferire questo incarico a una sua avversaria politica. In quale momento, durante la breve campagna elettorale, è stato "folgorato" dalle qualità professionali e umane della Signora Cella? Ricordiamo che Bucci ha vinto con solo 8.000 voti in più su 616.000 votanti, in una battaglia elettorale molto combattuta.

In conclusione, tutta questa vicenda è avvenuta senza il coinvolgimento del PPN, che si dichiara completamente estraneo a quanto accaduto".

Interpellata da Telenord, Maria Antonietta Cella replica:  "La visione del Partito Popolare del Nord era molto distante dal mio pensiero iniziale. Inizialmente avevo condiviso un progetto di autonomia intelligente, ma non sono mai stata tesserata del partito. Non ho mai ricevuto alcun aiuto né supporto dal partito. Ho lavorato in autonomia con altri candidati". Sul rapporto con il Presidente Bucci: "Non so se Bucci sia stato 'folgorato' dalle mie qualità, ma ho avuto modo di conoscerlo durante il mio mandato come sindaco di Santo Stefano, quando lui era sindaco di Genova. Ha avuto modo di apprezzare il mio impegno, la mia costanza e la passione nel ricoprire il ruolo di sindaco. Questi sono stati gli stessi principi che ho portato avanti durante la campagna elettorale per le regionali". Sulle differenze politiche con il Partito popolare del Nord: "Credo fermamente che l'Italia debba rimanere unita. La visione secessionista che alcuni ancora promuovono non è la mia. Non condivido l'indipendentismo secessionista  che è stato sostenuto da alcuni nei primi anni della Lega. Se alcuni esponenti della Lega hanno abbandonato quella strada, trovo fuori luogo continuare a parlare di secessione. Piuttosto, bisogna lavorare per una maggiore autonomia economica, senza cedere alla tentazione di una macroregione del Nord".

Peraltro fin da novembre la Cella aveva sancito il suo allontanamento dal partito con una nota:

"Alle recenti elezioni regionali sono stata sostenuta dal Partito Popolare del Nord come candidata indipendente, appoggiando un progetto che, almeno inizialmente, sembrava mirare a rafforzare l'autonomia dei territori. Con il tempo, mi sono ricreduta. Ho compreso che il vostro progetto non è un vero progetto di autonomia, ma una riedizione del secessionismo leghista. Non sono d'accordo con questa visione."

"Le perplessità riguardano non solo il merito, ma anche il metodo. Ho visto il disimpegno della dirigenza del partito, l'abbandono di chi ha lavorato duramente per garantire una minima visibilità elettorale. In questo contesto, la mancanza di una vera leadership e di una squadra coesa è evidente. Invece di fare squadra, ho visto una divisione interna che ha danneggiato chi si è prodigato per un obiettivo comune."

"Per tutte queste ragioni, non posso continuare a supportare un progetto nel quale non mi riconosco. Non posso collaborare con chi ha dimostrato poca propensione a perseguire obiettivi comuni, mancando di rispetto a chi ha messo in gioco tempo, energie e passione."



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