La didattica a distanza in Liguria, gli studenti “Basta con le lezioni soltanto online”

di Antonella Ginocchio

A Telenord studenti delle superiori e universitari chiedono una ripresa almeno parzialmente in presenza, senza false partenze

“Abbiamo perso il contatto diretto con tutto quello che circonda la scuola: compagni, professori e l’ambiente stesso”. Riccardo Pozzati, studente dell’ultimo anni del liceo genovese “Cassini”, racconta a Telenord questi lunghi mesi di didattica a distanza, a seuito dell'emergenza coronavirus. Riccardo non ha dubbi: E’ importante il ritorno alle lezioni in presenza, anche se in maniera parziale, non totale. Insomma, a suo avviso, e a quello di gran parte dei suoi colleghi, è lecito prevedere che una percentuale delle lezioni resti a distanza. Ma è altrettanto importante ristabilire un contatto diretto con il mondo della scuola.  

Riccardo, in sintonia con l’universitario Tommaso Bachi, ribadisce quanto sia  rilevante evitare “false partenze”: se ne sono già viste troppe. “Si deve trattare di un rientro voluto ed in piena sicurezza, a partire dal sistema dei trasporti”, ha ribadito Riccardo, che non aderito allo “sciopero del computer”. E ne spiega le ragioni. “Io ed i miei compagni di classe stiamo affrontando la quinta che ci porterà alla maturità: in questa situazione non possiamo permetterci di perdere delle lezioni: è già difficile star dietro ai programmi, facciamo fatica a prepararci alla maturità. Perdere lezioni significa peggiorare ulteriormente le cose di un momento non facile…”. Aggiunge: “Ammiro chi ha scioperato: è importante che gli studenti facciano sentire la loro voce”

Anche per Tommaso Bachi, studente universitario al secondo anno di scienze politiche, prima di pensare al rientro occorre mettere a punto “Gli aspetti logistici, sui quali ci sono ancora delle perplessità, a partire proprio dal trasporto”. Bachi evidenzia i disagi di questi mesi, trascorsi a seguire lezioni e a sostenere esami via web. “Ad avvertire maggiormente i disagi sono soprattutto i ragazzi del primo anno, che non hanno avuto modo di acquisire conoscenza e dimestichezza con il mondo universitario pratico: con le aule, con i professori . “Io do fiducia all’amministrazione dell’Università, se sostiene che un rientro totale non è ipotizzabile”. Conclude: “Sarebbe però auspicabile una via di mezzo: un rientro in aula almeno per gli studenti del primo anno o comunque con un sistema di prenotazione che consenta di rendere più leggero il carico di persone all’interno delle aule”.