Inchiesta Liguria, svolta clamorosa, Toti patteggia: "Accordarsi con i pm non significa essere colpevoli, la montagna ha partorito un topolino"

di Carlotta Nicoletti

"Se parlare con imprese significa commettere reato il problema non è di Toti ma della politica"

Svolta nell'inchiesta per presunta corruzione che ha sconvolto la Liguria: l'ex presidente della Regione Giovanni Toti ha trovato l'accordo con la Procura di Genova per il patteggiamento. La proposta è di fissare la pena a 2 anni e un mese, che per effetto della legge Cartabia si risolveranno in 1500 ore di lavori socialmente utili.  Contestualmente il comitato elettorale di Giovanni Toti restituirà allo Stato le somme contestate, i famosi 74mila Euro delle elargizioni del gruppo Spinelli e di Francesco Moncada per Esselunga. Adesso la decisione spetterà al gup che dovrà fissare una udienza.

Commenta Toti: "Patteggiamento non vuol dire essere colpevoli, l'accordo con la Procura vuol dire trovare mediazione rispetto alle loro accuse, dopo quattro anni di inchieste, intercettazioni e pedinamenti". L'ex presidente allude alla metafora della "montagna che ha partorito un topolino".

"C'è da una parte l'amarezza di non aver visto riconosciute fino in fondo le nostre ragioni, dall'altra il sollievo per averne vista riconosciuta una parte importante. Nessun atto illecito è stato compiuto, i soldi donati al mio comitato sono stati usati per la politica. Resta l'accusa di corruzione ambientale, ma se parlare con imprese significa commettere reato il problema non è di Toti ma della politica".

Infine i lavori socialmente utili: "Li avrei fatti volentieri anche senza questa vicenda".

Nell’accordo tra i procuratori e la difesa dell’ex Governatore, avvocato Stefano Savi, l’accusa riconosce che Toti non ha mai usufruito personalmente delle somme raccolte dal suo comitato politico, utilizzate solo per le attività politiche. Si riconosce anche che gli atti prodotti dalla Pubblica Amministrazione fossero totalmente legittimi, così come i versamenti sotto forma di contributi all’attività politica. Cadono quindi le accuse di corruzione e le altre ipotesi di reato con l’esclusione della cosiddetta “corruzione impropria”, ovvero per atti legittimi degli uffici.

"Di fronte a questo finale, credo appaia chiaro a tutti - conclude Toti - la reale proporzione dei fatti avvenuti e della loro conclusione, che pone fine alla tormentata vicenda che ha pagato una istituzione oltre alle persone coinvolte e che lascia alla politica il dovere di fare chiarezza sulle troppe norme ambigue di questo paese che regolano aspetti che dovrebbero essere appannaggio della sfera politica e non giudiziaria".