Giustizia, Serracchiani (Pd); "Meloni non faccia gioco delle tre carte, come con governatori e ministri amici"

di Redazione

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Sul caso Signorelli-Piscitelli: "Riprova di quanto FdI fatichi a liberarsi del passato"

Giustizia, Serracchiani (Pd); "Meloni non faccia gioco delle tre carte, come con governatori e ministri amici"

Debora Serracchiani, responsabile giustizia del Pd, chiede a Giorgia Meloni di fare chiarezza sui rapporti di alcuni esponenti del suo partito con personaggi opachi se non di indubbio spessore criminale. L'ex presidente del Friuli Venezia Giulia prende spunto dal caso di Paolo Signorelli jr., collaboratore del ministro Lollobrigida autosospesosi dall'incarico, dopo la pubblicazione di alcune chat con Fabrizio Piscitelli "Diabolik", il capo ultrà della Lazio assassinato il 7 agosto 2019 in un parco pubblico a Roma nel quadro di un regolamento di conti per il controllo delle piazze di spaccio della Capitale, con affermazioni ammiccanti al fascismo storico e all'antisemitismo.

"Le conversazioni raccontano - dice la Serracchiani a Repubblica - intanto di un atteggiamento antisemita gravissimo. A riprova di quanto FdI fatichi a liberarsi del passato. E poi una certa consuetudine della destra con ambienti vicini all'eversione, in questo caso condita da riti pagani e trasferte simboliche in luoghi cari al fascismo".

Quindi, la responsabile giustizia del Pd, in relazione al caso Signorelli, chiama in causa il presidente del Consiglio con una chiara allusione ad altre vicende, dal cui novero non sembra possibile escludere il caso Liguria: "Mi auguro che la presidente del Consiglio non faccia anche questa volta il gioco delle tre carte, come già accaduto con ministri e governatori amici".

Sempre in relazione al caso Signorelli-Piscitelli, Debora Serracchiani afferma: "Si impone la fissazione con urgenza di un ufficio di presidenza della Commissione antimafia per l'avvio di un'istruttoria sull'omicidio di 'Diabolik', le cui indagini stanno svelando profili che attengono alla criminalità di stampo mafioso (...) Troppo spesso l'Antimafia si è occupata di altro senza che se ne ravvisasse la necessità (...) La prima che dovrebbe esigere chiarezza e sanare questo vulnus è proprio la presidente del Consiglio".