Genova, marcia in ricordo degli ebrei deportati, Di Segni: "7 ottobre mette in dubbio unicità della Shoah"

di Redazione

1 min, 14 sec

"Rivolgo alle comunità musulmane un appello alla responsabilità, nessuno vuole vedere un modello Hamas nelle nostre città"

Genova, marcia in ricordo degli ebrei deportati, Di Segni: "7 ottobre mette in dubbio unicità della Shoah"

"Abbiamo sempre ribadito l'unicità della Shoah, ciò che è avvenuto ad Auschwitz e nei campi di sterminio era immaginabile per la mente umana, ma quello che è avvenuto il 7 ottobre in Israele mette in crisi l'idea dell'unicità della Shoah, se c'è una ferocia e una barbarie che può superare quella del disegno di sterminio nazista". Lo ha detto la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni in videocollegamento a Genova per l'80mo anniversario dalla deportazione dei 261 ebrei genovesi durante la Seconda Guerra Mondiale al quale non ha potuto partecipare in presenza per motivi di sicurezza.

"La sfida della relazioni oggi - ha detto Di Segni - riguarda le comunità religiose, anche i rapporti con i musulmani. La diffidenza non deve annebbiare le nostre menti, ma al contrario ci vuole tanta buona volontà e fiducia-. Rivolgo un appello alla responsabilità alle comunità musulmane che sappiano con lucidità e chiarezza quale è il modello di convivenza nelle nostre comunità. Sono convinta che come nessuno di noi vuole rivedere i mostri nazisti, gli Hitler o i fascisti nelle nostre comunità, nessuno vuole vedere un modello Hamas nelle nostre città".

"Non siamo un Giobbe, siamo milioni di Giobbe in questo momento e abbiamo bisogno di essere uniti con il popolo ebraico, uniti con Israele - ha concluso -, lucidi e lineari sul percorso per uscire da una situazione dolorosa di una guerra che nessuno ha cercato, come la Seconda Guerra Mondiale, ma bisogna combattere una guerra che è anche una guerra di civiltà".