Genova, il dramma storico 'Andrea Chenier' in scena al Teatro Carlo Felice: la prima il 6 febbraio
di Anna Li Vigni
Si tratta del primo grande successo di Umberto Giordano
Andrea Chénier, dramma storico in quattro quadri di Umberto Giordano su libretto di Luigi Illica, sarà in scena da giovedì 6 febbraio alle ore 20.00 (turno A). Con la direzione di Donato Renzetti, la regia di Pier Francesco Maestrini, le scene e i video di Nicolás Boni, i costumi di Stefania Scaraggi, la coreografia di Silvia Giordano e le luci di Daniele Naldi. Allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Bologna e dell’Opéra Garnier de Monte-Carlo. Orchestra, Coro e Tecnici dell’Opera Carlo Felice. Maestro del Coro Claudio Marino Moretti. Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS.
Cast - Il cast si compone di Fabio Sartori (Andrea Chénier), Amartuvshin Enkhbat / Stefano Meo (Carlo Gérard), Maria Josè Siri (Maddalena di Coigny), Cristina Melis (La mulatta Bersi), Siranush Khachatryan (La contessa di Coigny), Manuela Custer (Madelon), Nicolò Ceriani (Roucher), Matteo Peirone (Fléville), Marco Camastra (Fouquier Tinville), Luciano Roberti (Mathieu), Didier Pieri (Un incredibile), Gianluca Sorrentino (L’abate), Franco Rios Castro (Il maestro di casa), Angelo Parisi (Dumas), Andrea Porta (Schmidt).
Quando - Il debutto giovedì 6 febbraio alle ore 20. Lo spettacolo sarà in replica domenica 9 febbraio alle ore 15.00 (turno C), mercoledì 12 alle ore 20.00 (turno B) e sabato 15 alle ore 15.00 (turno F).
La storia - Andrea Chénier, dramma composto nel 1896 su libretto di Luigi Illica, è stato il primo grande successo di Umberto Giordano. L’azione si svolge nei pressi di Parigi al tempo della Rivoluzione francese. Gli ideali costituzionalisti del protagonista sono in contrasto con lo stile di vita corrotto della nobiltà parigina, e durante il Regime del Terrore il poeta verrà perseguitato e giustiziato per la sua appartenenza politica. Sullo sfondo dei tragici avvenimenti storici, si sviluppa una storia d’amore con Maddalena, figlia della Contessa di Coigny. Andrea e Maddalena rimarranno insieme fino all’ultimo istante.
Commenta Donato Renzetti: «Dobbiamo ringraziare Luigi Illica per l’idea dell’opera, originale e avvincente, ispirata dalla vita del poeta francese André Chénier, rivoluzionario ghigliottinato a Parigi nel 1794. Qui, come in Fedora, Giordano raggiunse le più alte vette della sua inventiva musicale e, come accadde per altri compositori che seguirono l’esempio di Giuseppe Verdi, sviluppò musicalmente la rapidità dell’azione scenica. Se dopo 120 anni lo Chénier di Giordano viene rappresentato assiduamente in tutti i teatri del mondo è proprio perché custodisce segreti che superano in qualche modo la collocazione dell’opera nel filone del Verismo, c’è qualcosa in più! Il ritmo incalzante con il quale si alternano sonorità e piani visivi rendono estrema la drammatizzazione così come la cura dettagliata dei personaggi comporta passaggi immediati, dal monologo alla romanza, dal duetto alle scene corali. Tutto questo rende evidente la fascinazione che Giordano subì dalla cura dei riferimenti storici e reali su cui Illica creò il libretto».
Racconti sinfonici - Brahms e Šostakovic?
Sabato 8 febbraio alle ore 20.00, nel concerto Racconti Sinfonici, Donato Renzetti sarà alla direzione dell’Orchestra dell’Opera Carlo Felice e del soprano Francesca Paola Geretto – attiva sia in ambito operistico sia in ambito concertistico in Italia e in Europa presso prestigiose Istituzioni e vincitrice del Premio Wagner 2017. Il programma musicale prevede l’esecuzione dei Sei Lieder per voce e orchestra op. 8 di Arnold Schönberg e di Shéhérazade, suite sinfonica di Nikolaj Rimskij-Korsakov.
Schönberg compose i Sei Lieder su testi di Heinrich Hart tra il 1904 e il 1905, la prima esecuzione si sarebbe tenuta solo in seguito, nel 1914, a Praga. Il compositore, non ancora approdato a soluzioni armoniche avanguardistiche come dodecafonia e serialismo, affrontava un momento fondamentale del proprio percorso artistico in cui si ravvisano nell’articolato linguaggio musicale, ancora tonale, le prime tensioni verso nuove prospettive. La suite sinfonica Shéhérazade di Rimskij-Korsakov risale al 1888 e si articola in quattro parti: Il mare e la nave di Sinbad, Il racconto del principe Kalender, Il giovane principe e la giovane principessa e Festa a Bagdad. Il mare. Il naufragio. Con una scrittura caratteristica e profondamente legata alla tradizione russa tardo-romantica, il compositore realizza una composizione ispirata ed evocativa in cui i temi musicali ricorrenti di Shéhérazade e del Sultano fanno da tramite tra i diversi episodi da Le mille e una notte.
Venerdì 14 febbraio alle ore 20.00 sarà la volta del concerto Brahms e Šostakovi?, con la direzione di Donato Renzetti, l’Orchestra dell’Opera Carlo Felice e il pianista Michele Campanella – concertista attivo in Europa, Asia e Stati Uniti tra i cui riconoscimenti si ricordano la Medaglia d’oro della Liszt Society of United States of America, l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e la Laurea Honoris Causa in Discipline della Musica e dello Spettacolo, Storia e Teoria, per meriti culturali e artistici dell’Università Federico II di Napoli. In programma il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in si bemolle maggiore op. 83 di Johannes Brahms e la Sinfonia n. 1 in fa minore op. 10 di Dmitrij Šostakovi?.
Brahms cominciò a lavorare al suo Secondo Concerto per pianoforte e orchestra nel 1878, per terminare la composizione nel 1881 in vista della prima esecuzione che si sarebbe tenuta il 9 novembre di quell’anno a Budapest. La lunga lavorazione si risolse in un Concerto singolarmente ampio, di notevole densità e articolazione sono sia la scrittura orchestrale sia quella pianistica. L’esperienza nella composizione per pianoforte, maturata da Brahms soprattutto nei suoi primi anni di attività, si coniuga in questo Concerto all’intensa pratica sinfonica, proprio in quegli anni il compositore era impegnato nella realizzazione delle sue quattro Sinfonie. Šostakovi? compose la sua Prima Sinfonia nel 1925, come ultimo esame per il diploma in Composizione al Conservatorio di San Pietroburgo. L’anno successivo la composizione venne eseguita per la prima volta a Leningrado con la direzione di Nikolaj Malko. Nonostante si tratti del primo lavoro sinfonico di uno Šostakovi? appena diciannovenne, il linguaggio musicale è già personale e definito da originali scelte timbriche e ritmiche, tra momenti dal brillante guizzo ironico e altri di maggior dolcezza e lirismo.
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