Diga di Genova, Bucci: "Se anche ci fossero 200 o 300 milioni di maggiori costi, pensate che mi arrenderei?"

di Marco Innocenti

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Il sindaco ha partecipato alla commissione consiliare chiesta dal centrosinistra: "La faremo nei tempi, come fatto per il Ponte"

Diga di Genova, Bucci: "Se anche ci fossero 200 o 300 milioni di maggiori costi, pensate che mi arrenderei?"

"I costi? Sono sotto controllo, ma se ci fossero davvero 200 o 300 milioni di euro in più, pensate possano essere un freno per il futuro? Pensate che mi arrenderei?" Così il sindaco Marco Bucci, anche in qualità di commissario alle opere per lo sviluppo del porto, è intervenuto durante la commissione consiliare chiesta dal centrosinistra per discutere del progetto della nuova diga del porto di Genova. Una visione che lo stesso sindaco Bucci aveva confermato anche ai nostri microfoni, nel corso dell'intervista realizzata dal direttore Giampiero Timossi all'indomani dell'arrivo delle due offerte, dopo la gara andata inizialmente deserta: "Come abbiamo sbloccato la situazione? - aveva risposto il sindaco Bucci - Col solito sistema, bisogna parlarsi, lavorare e tirarsi su le maniche e fare quello che c'è da fare. Io non vedo mai barriere insormontabili, dalla vicenda di Embriaco degli Embriaci abbiamo imparato che non ci sono ostacoli insormontabili: lui doveva entrare a Gerusalemme e alla fine ci è riuscito, abbattendo le navi e con quel legno costruisce le torri. Noi genovesi l'abbiamo sempre fatto e dobbiamo continuare a farlo".

Si è trattato della prima partecipazione a una commissione consiliare da parte di Bucci in oltre cinque anni da sindaco. All'opposizione, che aveva chiesto chiarimenti sui tempi e se davvero sarà possibile realizzare la grande opera entro il 2026, Bucci ha risposto: "Ricordo ai signori che dicevano che era impossibile fare il ponte sul Polcevera in 14 mesi che lo abbiamo fatto, le cose si possono fare se si vogliono fare". Bucci ha anche chiarito i motivi per cui non si sono volute prendere in considerazione ipotesi progettuali alternative come quella di posizionare i depositi chimici sulla nuova diga: "Servirebbe un ponte girevole per collegarla con la riva per permettere il passaggio di camion e treni, non è impossibile ma molto difficile". Poi la questione fondali: "Non possiamo fare la nuova più vicina alla riva perché esiste la diga attuale, storica, De Ferrari, e non si può abbattere". 

Alla commissione ha partecipato anche il presidente dell'Autorità portuale Paolo Emilio Signorini, che ha dato rassicurazioni sulla tenuta giuridica delle procedure dopo la gara andata deserta e sulle nuove proposte: "Contiamo di chiudere a inizio settembre".

Sentiti anche i tecnici di Regione e Rina Consulting e i sindacati, favorevoli all'opera ma preoccupati per i tempi e in parte per le possibili ricadute occupazionali negative durante i lavori. Dai banchi dell'opposizione dubbi sui tempi: "Non siamo gufi ma mi chiedo come sarà possibile concludere entro il 2026" ha detto Luca Pirondini, M5s. Ma anche sulla tenuta della viabilità cittadina, come ha ricordato la consigliera Pd Monica Russo. Mentre Ariel Dello Strologo (Genova Civica) ha sottolineato come "non siano arrivate risposte alle critiche avanzate dall'ex consulente del Rina per il progetto, Piero Silva".