Consiglio Ue adotta posizioni a sostegno di trasporti marittimi puliti e moderni per la sicurezza marittima
di Redazione
Le decisioni odierne gettano le basi per un trasporto marittimo più sicuro e più pulito in Europa
Il Consiglio Ue ha adottato una serie di posizioni (orientamenti generali) su quattro proposte della Commissione contenute nel pacchetto legislativo sulla sicurezza marittima, vale a dire quelle che modificano:
la direttiva del 2009 relativa al controllo da parte dello Stato di approdo
la direttiva del 2005 relativa all’inquinamento provocato dalle navi
la direttiva del 2009 relativa al rispetto degli obblighi dello Stato di bandiera e
la direttiva del 2009 in materia di inchieste sugli incidenti nel settore del trasporto marittimo
Abbiamo lavorato intensamente e siamo riusciti a raggiungere un accordo su queste proposte in tempi record in sede di Consiglio. Le decisioni odierne gettano le basi per un trasporto marittimo più sicuro e più pulito in Europa. Ci auguriamo di compiere i maggiori progressi possibili nei colloqui con il Parlamento su queste importanti direttive entro fine anno.
Óscar Puente, ministro spagnolo dei Trasporti e della mobilità sostenibile, ha detto “Le direttive rivedute proposte devono raggiungere un attento equilibrio tra, da un lato, la necessità di garantire un elevato livello di trasporto marittimo e, dall’altro, l’esigenza di salvaguardare la competitività del settore europeo del trasporto marittimo, mantenendo nel contempo costi ragionevoli per gli operatori e le amministrazioni degli Stati membri”.
Direttiva relativa al controllo da parte dello Stato di approdo
La proposta di modifica della direttiva relativa al controllo da parte dello Stato di approdo mira a: aggiornare la legislazione dell’UE e allinearla alle norme e procedure internazionali di cui al memorandum d’intesa di Parigi (MOU) e alle convenzioni dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO) proteggere i pescherecci, i loro equipaggi e l’ambiente, anche introducendo un regime volontario di ispezioni per i pescherecci più grandi (di lunghezza superiore a 24 metri) garantire un approccio efficiente e armonizzato allo svolgimento delle ispezioni di controllo da parte dello Stato di approdo.
L’impostazione generale della proposta della Commissione è stata mantenuta nella posizione del Consiglio, il quale propone tuttavia una serie di modifiche, la maggior parte delle quali volte a garantire chiarezza e coerenza con le norme e le procedure internazionali, in particolare quelle del MOU di Parigi. Le disposizioni relative ai paesi senza sbocco sul mare sono altresì chiarite per evitare di imporre un onere amministrativo sproporzionato agli Stati membri privi di porti marittimi.
Direttiva relativa all’inquinamento provocato dalle navi
Gli obiettivi principali della revisione della direttiva relativa all’inquinamento provocato dalle navi sono: estendere l’ambito di applicazione della direttiva agli scarichi illegali di sostanze nocive trasportate in colli, acque reflue, rifiuti solidi e acque di scarico e residui istituire un quadro giuridico rafforzato per le sanzioni e la loro applicazione, che consenta alle autorità nazionali di adottare misure adeguate in caso di scarico illegale e di imporre sanzioni amministrative separare il regime delle sanzioni amministrative dal regime delle sanzioni penali sancito nel nuovo progetto di direttiva sui reati ambientali.
L’impostazione generale della proposta della Commissione è stata ben accolta e mantenuta nella posizione del Consiglio, il quale ha tuttavia introdotto una serie di modifiche per garantire chiarezza e coerenza con le norme e le procedure internazionali, in particolare quelle della convenzione internazionale per la prevenzione dell’inquinamento causato da navi (MARPOL).
Il Consiglio ha inoltre indicato più chiaramente che la proposta riguarda unicamente sanzioni amministrative, tenendo conto dei diversi sistemi giuridici degli Stati membri. Infine, è stata introdotta una maggiore flessibilità per quanto riguarda gli obblighi degli Stati membri di verificare e segnalare gli incidenti di inquinamento, al fine di evitare di imporre oneri amministrativi eccessivi e di riconoscere le diverse situazioni degli Stati membri in termini di ubicazione geografica, risorse e capacità.
Direttiva relativa al rispetto degli obblighi dello Stato di bandiera
La direttiva vigente mira a garantire che gli Stati membri dispongano di risorse adeguate al fine di ottemperare in modo corretto, con efficacia e coerenza ai loro obblighi in quanto Stati di bandiera. Gli obiettivi specifici della revisione sono i seguenti: aggiornare la direttiva e allinearla alle norme internazionali per garantire una coerenza e una chiarezza giuridica maggiori, soprattutto per quanto riguarda il codice per l’applicazione degli strumenti dell’IMO (codice III) garantire adeguate ispezioni delle navi di bandiera e il monitoraggio della sorveglianza degli organismi riconosciuti che operano per conto dello Stato di bandiera assicurare un approccio armonizzato per quanto riguarda la comprensione, la misurazione e la comunicazione dei risultati delle flotte degli Stati di bandiera e dell’adempimento degli obblighi dei medesimi.
L’impostazione generale della proposta della Commissione è stata mantenuta nella posizione del Consiglio, il quale ha tuttavia apportato una serie di modifiche, la maggior parte delle quali per garantire la coerenza con il codice III. La posizione limita l’ambito di applicazione della direttiva alle navi con certificati internazionali che effettuano viaggi internazionali. La Commissione è inoltre incaricata di istituire una banca dati di informazioni sulle navi per il rilascio e il controllo dei certificati elettronici. L’uso della banca dati sarà facoltativo e gli Stati membri potranno continuare a utilizzare le loro banche dati attuali. Infine, per evitare di imporre un onere amministrativo sproporzionato agli Stati membri che non hanno registri nazionali o navi battenti la loro bandiera che rientrano nell’ambito di applicazione della legislazione, è stato chiarito che essi non saranno tenuti a recepire la direttiva riveduta.
Direttiva in materia di inchieste sugli incidenti nel settore del trasporto marittimo
La proposta mira a semplificare e a chiarire il regime esistente che disciplina le inchieste sugli incidenti nel settore del trasporto marittimo. L’estensione dell’ambito di applicazione ai pescherecci più piccoli (insieme ad altre modifiche riguardanti tali navi nelle direttive proposte in materia di controllo da parte dello Stato di approdo e di obblighi dello Stato di bandiera) migliorerà la sicurezza dei pescherecci nelle acque europee.
Gli obiettivi specifici della proposta di modifica dell’attuale direttiva sono i seguenti: migliorare la protezione dei pescherecci, dei loro equipaggi e dell’ambiente, in quanto i pescherecci di lunghezza inferiore a 15 metri rientrano ora nell’ambito di applicazione della direttiva, il che significa che gli incidenti che comportano la perdita di vite umane e navi saranno oggetto di indagini sistematiche e armonizzatechiarire le definizioni e le disposizioni giuridiche affinché gli organi inquirenti sugli incidenti degli Stati membri indaghino in modo tempestivo e armonizzato su tutti gli incidenti che devono essere oggetto di indagini incrementare la capacità degli organi inquirenti sugli incidenti di condurre inchieste sugli incidenti e di riferire in merito alle stesse in modo tempestivo, esperto e indipendente aggiornare una serie di definizioni e riferimenti alla legislazione dell’UE e ai regolamenti IMO pertinenti al fine di garantire chiarezza e coerenza.
L’impostazione generale della proposta della Commissione è stata mantenuta dal Consiglio, che ha tuttavia proceduto a una serie di modifiche puntando principalmente a consentire agli organi inquirenti sugli incidenti di condurre inchieste sugli incidenti in modo armonizzato in tutta l’UE, rendendo le norme esistenti più chiare e coerenti con le normative internazionali. Altre modifiche mirano a rafforzare le disposizioni relative all’indipendenza degli organi inquirenti sugli incidenti e alla riservatezza dei loro risultati, nonché a ridurre gli oneri amministrativi superflui.
A seguito dell’adozione odierna dei mandati negoziali del Consiglio (orientamenti generali), la presidenza spagnola può avviare colloqui (“triloghi”) con il Parlamento europeo. Essa intende compiere i maggiori progressi possibili su tali fascicoli entro la fine dell’anno.
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