Viaggia a marce basse l’autotrasporto della Sardegna, limitato dalla mancanza di turn over fra gli autisti per la cronica carenza di personale, e schiacciato dalla concorrenza straniera, dalle attività prive di automezzi che svolgono solo attività di intermediazione, dal caro-tassi che frena la transizione green e dalle elevate accise sul gasolio (le più alte in Europa).
Una struttura imprenditoriale, quella sarda – riferisce una nota di Confartigianato Sardegna – che rischia di essere minata nelle sue fondamenta nonostante le 2.099 imprese, di cui 1.225 artigiane (il 58,4%), e nonostante gli 8.132 addetti, di cui 6.435 artigiani (il 79,1%), su un totale nazionale di 82mila realtà (di cui 42mila artigiane) e 371mila addetti, di cui 283mila artigiani.In 15 anni il trasporto e logistica isolani hanno perso 974 aziende, passando dalle 3.073 del 2009 alle 2.009 attuali.
Sono questi i dati che emergono dal dossier realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, sulla “Struttura delle imprese dell’autotrasporto in Sardegna”, su dati Eurostat, Infocamere e Istat 2023-2024.
Andando nel dettaglio della composizione nei territori, sono registrate nella provincia di Cagliari-Sud Sardegna 948 imprese, di cui 533 artigiane (56,2%) con 4.153 addetti, in quella di Nuoro 322 imprese, di cui 221 artigiane (68.6%) con 530 addetti, in quella di Oristano 232 aziende, di cui 148 artigiane, con 885 addetti, e in quella di Sassari-Gallura 597 realtà, di cui 323 artigiane, con 2.563 addetti.
“La buona notizia nei settori isolani di trasporto e logistica è data dagli indicatori di mobilità e di attività produttiva che registrano un marcato recupero e una crescita della movimentazione delle merci – commenta Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – nei primi cinque mesi del 2023, anche sul nostro territorio, le vendite al dettaglio hanno tendenzialmente recuperato i livelli pre-Covid-19, mentre continua ad aumentare la domanda di servizi di spedizioni indotta dal boom dell’e-commerce”. “Nonostante questo, l’attività dell’autotrasporto sardo – prosegue Meloni – è influenzata da diversi fattori, tra cui spicca la concorrenza di imprese di paesi con un basso costo del lavoro che hanno acquisito quote di mercato crescenti nella movimentazione internazionale delle merci. Una situazione che sta penalizzando fortemente il nostro settore anche a livello locale, rendendo meno attrattiva la stessa professione”.
Infatti, il costo medio del lavoro delle imprese della movimentazione delle merci dei dieci paesi maggiori competitor nel trasporto internazionale tra Italia e Unione europea è più che dimezzato (-58,4%) rispetto a quello delle imprese di autotrasporto italiane, il quale, a sua volta, è superiore del 16,3% alla media del costo sostenuto dalle imprese francesi, tedesche e spagnole.
A fronte di queste dinamiche, cresce la domanda di lavoro delle imprese di settore, a cui però corrisponde una difficoltà enorme nel reperimento del personale adeguato. Infatti, il comparto vive il paradosso di questi tempi: sale la domanda di lavoro, ma oltre il 40% delle offerte rimane inevasa perché non si trovano le figure professionali. Un fenomeno di portata europea ma anche del nostro territorio, dove le imprese del settore sono in difficoltà nel reperimento degli autisti.
La carenza di personale nell’Isola è rappresentata dalle 7.410 richieste di autisti di cui 3.930 di difficile reperimento (il 53%). Il reperimento del personale inoltre, diventa maggiormente critico con l’innalzamento dell’età media dei lavoratori: in cinque anni la quota di dipendenti over 50 delle imprese di autotrasporto è aumentata di 8,4 punti, passando dal 24,9% al 33,3%.
Confartigianato Trasporti ricorda come la problematica della “mancanza di autisti”, segnalata ormai da tempo, stia emergendo in tutta la sua gravità. Per l’Associazione è indispensabile attenuare l’emergenza con misure shock di immediato impatto, quale la previsione di incentivi pubblici per il conseguimento dei costosi titoli abitativi alla guida e sgravi sulle assunzioni di nuovi conducenti, dall’altro, creare le premesse culturali e normative per valorizzare il ruolo dell’autotrasportatore, rendendo attraente per giovani, disoccupati e inoccupati una professione sostanzialmente disprezzata nonostante il ruolo essenziale e strategico per l’economia.
“Si tratta di un fenomeno allarmante sul quale bisogna intervenire al più presto – riprende Daniele Serra, Segretario di Confartigianato Sardegna – è importante ragionare sulla formazione dei giovani, dando maggior valore al ruolo dell’autotrasportatore ed è necessario svincolarne l’accezione da una certa esclusività di genere. Autista non si declina soltanto al maschile, ma oggi anche al femminile. Senza correttivi urgenti, il rischio reale è quello di provocare un blocco alle attività economiche con conseguente mancato approvvigionamento di materiali e beni, compresi quelli di prima necessità, come ad esempio i generi alimentari, indispensabili per la vita quotidiana”.
Il secondo dei problemi del settore è legato al costo dei carburanti, per i quali le piccole imprese italiane spendono 4,4 miliardi di euro, gonfiato dalla tassazione più elevata in Europa: il livello delle accise sul gasolio è pari a 617 euro per 1000 litri, superiore del 41,3% rispetto alla media UE.
“Tra i problemi non dimentichiamo neanche il caro tassi che sta diventando un potenziale freno per la transizione green – rimarca Serra – a livello nazionale abbiamo chiesto un fondo ad hoc pluriennale per favorire il rinnovo del parco veicolare, il rifinanziamento e la rimodulazione degli incentivi per realizzare l’intermodalità con i trasporti su ferrovia e su nave, l’attuazione delle regole sui prezzi del trasporto merci per una corretta remunerazione delle imprese e per combattere i fenomeni di abusivismo e concorrenza sleale”.
“Dovremo continuare a combattere affinché il comparto dell’autotrasporto di merci per conto di terzi, minacciato dalla concorrenza straniera, possa continuare a godere, magari in misura maggiore, di incentivi e agevolazioni già in essere – conclude il Segretario di Confartigianato Sardegna – si tratta di una misura essenziale per mitigare le enormi differenze con i competitor esteri. Sarà necessario inoltre cogliere le nuove sfide in tema di transizione ecologica e digitale. Oggi sul mercato esistono veicoli a ridottissime emissioni di gas di scarico e dotati di apparecchi digitali per il controllo remoto del veicolo e del personale a bordo”.