Carige, ecco chi sono i possibili acquirenti: offerte entro metà aprile
di Fabio Canessa
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Ma il pallino resta nelle mani della famiglia Malacalza: voterà l'aumento da 630 milioni?
Conto alla rovescia per le offerte su Carige. La scadenza indicativa per le proposte vincolanti è fissata a metà aprile e, da quanto filtra da fonti finanziarie, i pretendenti hanno già preso contatti con la Banca centrale europea, oltre che con la banca stessa. Il calendario è comunque indicato dalla stessa autorità Ue e se fossero necessarie delle limature non è escluso vengano chieste piccole dilazioni, facendo sì che la settimana prima di Pasqua, quella che arriva a sabato 20 aprile, finirà per essere quella decisiva per l'istituto ligure.
I soggetti interessati, secondo i nomi filtrati sino ad ora, vedono più agguerriti i fondi, con Apollo, già in pista con le compagnie assicurative del gruppo ligure, Blackrock e Varde. I pretendenti bancari per una possibile offerta di integrazione più gettonati dal mercato restano invece Bper, Creval e il Credit Agricole.
L'ad di Bper Alessandro Vandelli ha però già fatto sapere che l'istituto è impegnato nel piano industriale, dovendo anche 'digerire' la recente operazione con Unipol Banca e che non sta sta analizzando altri deal in Italia. Mancano conferme anche sul Creval, al di là delle suggestioni offerte dalla massiccia presenza di fondi nell'azionariato dell'istituto valtellinese. Come pure non ci sono riscontri sul Credit Agricole, che pure grazie al modello federativo verrebbe guardato con favore internamente alla banca di Genova.
Tutte e tre, comunque, sulla carta hanno senso come pretententi da un punto di vista industriale. Resta il fatto che, anche memori delle recenti operazioni, quanti guardano alla Carige si aspettano di portarla a casa a un prezzo simbolico, benché non ci sia allo stato un rischio 'risoluzione', e non sottoscrivendo cioè il previsto aumento di capitale da 630 milioni.
Il quadro, poi, si completa considerando che al di là della banca e dei possibili acquirenti, il pallino è anche nelle mani della famiglia Malacalza, azionista con il 27,7%, costantemente coinvolta nelle riflessioni in corso, anche per evitare che si ripeta lo stop visto a dicembre nell'assemblea sull'aumento di capitale, che ha poi portato al commissariamento dell'istituto.
I commissari Carige, Raffaele Lener, Fabio Innocenzi e Pietro Modiano, stanno intanto lavorando 'a pancia bassa', come si suol dire in questi casi, sul piano industriale puntando molto sul wealth management, con l'apertura della nuova sede di tre piani a Genova di Banca Cesare Ponti, e una decina di aperture previste in tutta Italia. Giovedì, poi, partirà un nuovo prodotto digitale dell'istituto, in linea alla strategia al 2023 annunciata da Carige di voler rafforzare il digital banking.
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