Blangiardo (Istat): "Le grandi città più inquinate dai bus sono Catania e Bologna"
di Edoardo Cozza
Il presidente dell'istituto nazionale di statistica fa il punto sul tpl nelle città italiane: "Al sud ci si appoggia solo agli autobus"
“L’autobus è la modalità di Tpl di gran lunga più diffusa nelle città italiane, essendo l’unica disponibile (o rappresentando oltre il 99% dell’offerta in termini di posti-km prodotti) in 83 comuni capoluogo (fra cui Bari e Reggio di Calabria), mentre in altri 20 (fra cui Genova, Bologna, Firenze, Palermo, Messina, Catania e Cagliari) copre più di due terzi dell’offerta complessiva”: lo ha detto il presidente dell’Istituto nazionale di statistica Gian Carlo Blangiardo intervenendo in audizione in Parlamento e commentando la sezione della Legge di bilancio dedicata ai provvedimenti in materia di infrastrutture e mobilità sostenibili e alla transizione ecologica.
“Soltanto in sei città l’offerta è più diversificata: Milano (dove il 65,1% dell’offerta è fornito dalla metropolitana e un altro 15,8% da
tram e filobus), Napoli (61,0% metropolitana, 4,4% filobus e funicolare), Roma (51,5% metropolitana, 4,6% tram e filobus), Venezia (44,2% trasporti per vie d’acqua, 9,9% tram), Brescia (40,6% metropolitana) e Torino (20,1% tram, 18,3% metropolitana). Per questo motivo – osserva Blangiardo – appare opportuno che l’investimento nello sviluppo delle infrastrutture per il trasporto rapido di massa – indirizzato alle maggiori aree urbane – sia affiancato da un investimento nel rinnovo delle flotte di autobus, diretto anche alle città medie e piccole, dove spesso la riduzione dell’impatto ambientale del trasporto su gomma rappresenta l’unica opzione per migliorare la sostenibilità del Tpl".
"L’obsolescenza del parco circolante rappresenta da tempo una delle principali criticità del trasporto pubblico, che genera ripercussioni negative non soltanto sulla qualità dell’aria nelle città, ma anche sulla qualità dell’offerta, dato che una flotta di veicoli obsoleti è più esposta al rischio di interruzioni del servizio ed è, di norma, più carente sotto il profilo della sicurezza e del comfort per l’utenza - prosegue Blangiardo -. La tendenza in atto va già nella direzione auspicata dal PNRR, almeno per quanto riguarda l’incremento delle quote di veicoli a basso impatto ambientale, ma un’accelerazione appare necessaria per recupere i gravi ritardi che si rilevano in molte città, grandi e piccole, soprattutto del Centro e del Mezzogiorno. Occorre inoltre ampliare l’offerta di Tpl nel Mezzogiorno, dove la dimensione delle flotte in rapporto alla popolazione residente è molto inferiore alle altre ripartizioni. Nel 2020, nell’insieme dei comuni capoluogo, le disponibilità sono di 76 autobus e filobus ogni 100 mila abitanti (93 nel Nord, 54 nel Mezzogiorno), 53 complessi tramviari per milione di abitanti (87 nel Nord, 11 nel Mezzogiorno) e 23 convogli della metropolitana per milione di abitanti (36 nel Nord, 10 nel Mezzogiorno)".
Ancora il presidente dell'Istat: "Nel 2020, gli autobus a emissioni zero40 o conformi allo standard Euro 641 rappresentano il 38% dei veicoli impiegati (ma erano solo il 12,7% nel 2016). Il restante 62% si divide in parti uguali fra i veicoli Euro 5 (30,9%) e quelli delle classi Euro 4 o precedenti (31,1%), che sono in circolazione da almeno 13 anni42. La quota degli autobus più obsoleti è più elevata nei capoluoghi del Mezzogiorno (37%, contro il 30,7% del Centro e il 29,1% del Nord) e nei capoluoghi delle città metropolitane (32%, contro il 30,1% degli altri capoluoghi). Tra i capoluoghi metropolitani, tuttavia, questa quota è piuttosto variabile: supera il 50% a Napoli ed è inferiore al 25% a Reggio di Calabria, Messina e Cagliari, mentre tutti gli autobus in servizio a Palermo sono almeno Euro 5. Tra gli altri capoluoghi, la quota degli autobus più obsoleti è inferiore al 10% in 22 casi (13 al Nord, 5 al Centro, 4 nel Mezzogiorno) e supera il 50% in altri 27 (9 al Nord, 3 al Centro, 15 nel Mezzogiorno)".
"Gli autobus a basse emissioni rappresentano nel 2020 il 31% del totale. Si tratta prevalentemente di veicoli alimentati a gas naturale compresso (metano) o GPL, mentre gli autobus elettrici o ibridi sono ancora una piccola minoranza, pari al 4,6% del totale. Tra il 2016 e il 2020, tuttavia, la flotta degli autobus elettrici e ibridi è più che triplicata, mentre quella degli autobus a metano o GPL è cresciuta dell’11,1%. Tra i capoluoghi di città metropolitana, le incidenze più elevate di autobus a basse emissioni si rilevano a Bologna (67,4%, con un 9% di bus elettrici o ibridi) e Catania (62,1%, con un 2,3% di bus elettrici o ibridi); le più basse a Cagliari (0,4%), Milano (5,2%) e Genova (5,4%)”.
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