Assarmatori, Messina al meeting annuale: "Dal mare crescita e sviluppo, ma mancano i marittimi"

di Redazione

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Il presidente dell'associazione punta sulla collaborazione e l'unione di intenti per trovare soluzioni concrete e praticabili

Assarmatori, Messina al meeting annuale: "Dal mare crescita e sviluppo, ma mancano i marittimi"

“Di fronte a crisi che stanno devastando le nostre economie, non dobbiamo avere paura di dire che bisogna salvare la globalizzazione, che è vissuta soprattutto attraverso i trasporti marittimi. Una globalizzazione più giusta, più equilibrata, ma che non possiamo dimenticare ha significato crescita e sviluppo per la popolazione quasi dell’intero pianeta e grandi progressi non solo in termini economici. E che – come sempre – sono arrivati dal mare, come da migliaia di anni nella storia”. Con queste parole Stefano Messina, presidente di Assarmatori, ha aperto i lavori della assemblea annuale dell’associazione, con un relazione che è stata soprattutto un invito alla collaborazione e alla unione degli sforzi per individuare le soluzioni più concrete e praticabili, fuori dagli steccati ideologici.

Messina ha ricordato che Assarmatori difende da sempre il lavoro italiano, ma oggi mancano 1.200 marittimi per poter effettuare i servizi e forse è opportuno pensare ad una deroga per assumere lavoratori di altre nazioni. Per il presidente dell’associazione che raggruppa le realtà imprenditoriali che presiedono ad una flotta di 450 navi, che ogni anno percorrono oltre 25 milioni di miglia, impiegano oltre 60 mila addetti a terra e in mare, hanno sedi in 40 porti in Italia e 350 nel mondo, lo stesso spirito pragmatico deve spingere a rinnovare gli incentivi a sviluppare le autostrade del mare (che hanno sottratto centinaia di migliaia di camion dalle strade, contribuendo ad un vera lotta alle emissioni nocive), senza discriminazioni tra gli operatori ma con l’unico obiettivo di sviluppare il processo logistico. Inutile e controproducente è anche continuare la sterile polemica tra armatori che sono italiani e quelli che non lo sono, l’importante è aere chiaro il quadro delle regole e consentire che il mercato sia aperto effettivamente a tutti.

La relazione del presidente di Assarmatori ha poi inevitabilmente fatto riferimento ai temi del programma Fit for 55 dell’Europa e ai limiti severi che sono stati introdotti per realizzare la transizione energetica entro il 2035. Messina ha riocrdato cosa significa per una armatore effettuare un grande investimento su una nave alimentata ad idrogeno e poi trovarsi di fronte al panorama di nessun porto attrezzato con una stazione di ricarica, o davanti a banchine convertite al cold ironing ma con l’elettricità prodotta da centrali alimentate a carbone. Inoltre, gli armatori continuano a richiedere un unico interlocutore a livello centrale, che rappresenti tutte le Autorità di sistema portuali, anche per evitare le difformità nell’pplicazione delle norme. E, a tale proposito, il presidente Messina ha concluso invitando a dare ad una delle battaglie che impegna l’associazione ormai da molto tempo, cioè la battaglia per la semplificazione delle norme e delle procedure, aumentando semmai i controlli e soprattutto i processi di digitalizzazione.