Archiviato il procedimento a carico della moglie di Sansa: "Non fu circonvenzione di incapace"

di M.C.

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Il giudice accoglie la richiesta di archiviazione per la donna, avvocato, e un frate, coinvolti in una vicenda patrimoniale

Archiviato il procedimento a carico della moglie di Sansa: "Non fu circonvenzione di incapace"

Si chiude con l’archiviazione il procedimento penale che aveva coinvolto Valeria Maria Valerio, moglie del giornalista ed ex consigliere regionale Ferruccio Sansa, e padre Achille Boccia. La vicenda, incentrata su presunte pressioni nei confronti di un’anziana facoltosa, ha visto il giudice accogliere la richiesta della Procura, evidenziando l’assenza di prove di circonvenzione.

Accuse – L’inchiesta era scaturita dalla denuncia dell’avvocato Chiara Medinelli, amministratrice di sostegno di Mariangela Toncini, una donna di 95 anni affetta da deterioramento cognitivo lieve. La Medinelli aveva segnalato una serie di comportamenti ritenuti anomali da parte dell’avvocato Valerio e di padre Achille, ritenendo che i due avessero approfittato della fragilità dell’anziana per influenzarne le decisioni patrimoniali. Tra le operazioni sospette, la sottoscrizione di polizze vita e il trasferimento di beneficiari.

Ricostruzione – Durante l’indagine, è emerso che la Toncini aveva designato padre Boccia e, in parte, l’avvocato Valerio come beneficiari di alcune polizze vita, decisioni che rispecchiavano però la volontà liberamente espressa dalla donna. Secondo le testimonianze raccolte, la Toncini aveva da sempre manifestato il desiderio di destinare i suoi beni a persone vicine al mondo ecclesiastico o benefico, ritenute degne di fiducia.

Dichiarazioni – Gli indagati, sentiti durante l’interrogatorio, hanno fornito versioni coerenti e riscontrate da elementi esterni. Padre Boccia ha descritto il rapporto con la donna come una relazione di guida spirituale, mentre l’avvocato Valerio ha sostenuto di aver agito unicamente per tutelare i diritti della Toncini, spesso in contrasto con le scelte dell’amministratore di sostegno. Entrambi hanno respinto ogni accusa di abuso o profitto illecito.

Indagini – Gli approfondimenti investigativi hanno evidenziato l’assenza di pressioni indebite da parte degli indagati. La perizia medico-legale ha confermato che, nonostante il decadimento cognitivo lieve, la Toncini era in grado di esprimere la propria volontà. Ulteriori riscontri hanno dimostrato che le scelte patrimoniali della donna erano in linea con la sua personalità e i suoi valori. Il pubblico ministero Eugenia Menichetti ha concluso che quanto fatto dai due indagati corrispondeva “alla volontà dell’anziana, che si è liberamente autodeterminata”.

Decisione del giudice – Il giudice per le indagini preliminari ha accolto integralmente la richiesta di archiviazione della Procura, sottolineando come “in seguito alle indagini fatte dopo l'ordinanza sia venuto meno il grave quadro indiziario”. La misura interdittiva temporanea dalla professione di avvocato per Valerio e l’obbligo di firma per il religioso sono state quindi revocate. Anche il sequestro del conto corrente cointestato con il marito della Valerio, Ferruccio Sansa, è stato annullato.

Non fu reato – Alla luce delle prove raccolte, il pubblico ministero ha ritenuto insussistente il reato di circonvenzione di incapace, evidenziando come le decisioni della Toncini riflettessero la sua volontà liberamente formata. Gli elementi raccolti non hanno infatti dimostrato alcuna condotta fraudolenta o manipolativa da parte degli indagati, i quali si sono limitati a rispondere alle richieste della donna. Il giudice ha inoltre evidenziato che “verosimilmente i due indagati sono state le persone più vicine alla Toncini negli ultimi anni della sua vita, fornendole la compagnia che cercava”.

 

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