Accordo tra Moby-Cin e Tirrenia in A.S. sul concordato preventivo: saldo e stralcio da 82 milioni
di Edoardo Cozza
Ora seguiranno la firma del Mise e poi la decisione del tribunale fallimentare
È stato depositato nella serata di ieri, prima della scadenza del termine, al Tribunale fallimentare di Milano da parte dell'amministrazione straordinaria di Tirrenia il parere positivo alla proposta di concordato preventivo presentata da Moby-Cin con l'accordo sulla ristrutturazione del debito che Cin ha nei confronti dell'ex Tirrenia e sulla base della formula del 'saldo e stralcio', che dovrebbe portare la Compagnia italiana di navigazione a versare 82 milioni di euro a Tirrenia in As. A quanto si è saputo, è stata depositata ai giudici, assieme ad altri documenti, l'intesa sostanziale a cui dovrà seguire la firma del Mise.
I giudici milanesi (presidente Alida Paluchowski) avevano fissato, infatti, la data di ieri come termine per il deposito dell'accordo con Tirrenia in amministrazione straordinaria, che era l'ultimo creditore di Cin di rilievo chiamato a dare il via libera alla proposta di concordato preventivo avanzata da Moby-Cin per risanare il gruppo (avevano già dato l'ok banche e bondholders creditori di Moby). Nel frattempo, nei giorni scorsi la famiglia Aponte e la famiglia Onorato hanno raggiunto un'intesa per l'aumento di capitale in Moby da parte del gruppo MSC. Un aumento, era stato spiegato, proprio finalizzato a saldare Tirrenia in amministrazione straordinaria per consentire l'immediato risanamento del gruppo Moby e nell'interesse dei suoi 6mila lavoratori. A quel punto, tra Cin e Tirrenia (che vantava un credito di circa 180 milioni) è stata raggiunta un'intesa per la ristrutturazione del debito con la formula del 'saldo e stralcio' e che dovrebbe portare, in pratica, nelle casse dell'amministrazione straordinaria circa 82 milioni di euro. Un'intesa sostanziale che è stata depositata, assieme ad altri documenti, al Tribunale e alla quale, a quanto si è saputo, dovrebbe seguire il passaggio della firma del Mise. Da qui il via libera alla proposta di concordato su cui, ad ogni modo, l'ultima parola spetterà al Tribunale fallimentare, dopo le adunanze dei creditori previste per il 20 e 27 giugno.
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