7 ottobre, sanzioni Usa contro Onlus genovese accusata di finanziare Hamas
di Redazione
L'"Associazione di solidarietà con i palestinesi" è a Bolzaneto. Rixi: "Orlando si dissoci da chi aiuta terroristi". Ghio: "E lui da chi chiede voti opachi?". E la Procura di Genova indaga
L’amministrazione degli Stati Uniti ha scelto la ricorrenza del 7 ottobre per annunciare, ieri, una nuova serie di sanzioni contro i finanziatori di Hamas. Per la prima volta - riferisce il Corriere della Sera - l’Office of Foreign Assets Control (Ofac) degli Stati Uniti, una divisione del Tesoro, ha incluso fra le entità colpite anche un’organizzazione italiana: l’«Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese», con sede a Genova Bolzaneto. Giuridicamente si tratta di un’organizzazione senza scopo di lucro che — così dichiara — «fornisce un aiuto concreto (ai profughi di Gaza, ndr) che li sostenga nelle loro necessità quotidiane e li faccia ricredere sulla speranza di poter ricostruire un futuro migliore nel proprio Paese».
Ma secondo il Tesoro americano invece gli obiettivi di quella che si presenta come una Onlus sono del tutto diversi: è una «finta associazione di beneficienza che in apparenza raccoglie fondi per scopi umanitari — si legge nel comunicato emesso ieri da Washington — ma in realtà aiuta a finanziare l’ala militare di Hamas». La presunta associazione benefica fa capo a un architetto palestinese di nome Mohammad Hannoun. Nei suoi canali social, negli ultimi anni, ha messo fotografie nelle quali si trova assieme a vari esponenti dell’opposizione. Fra questi, l’ex presidente della Camera e deputata eletta nelle liste del Pd Laura Boldrini. La quale, sempre al Corriere della Sera, ha precisato: «Ho incontrato Hannoun solo una volta nel 2022, dopo un mio viaggio in Cisgiordania durante il quale mi ero interessata dell’uccisione della giornalista di Al-Jazeera Shireen Abu Akleh. Al mio rientro a Roma, Hannoun mi cercò tramite la mia segreteria, disse che si trovava già in Parlamento e mi propose un incontro in cui mi espresse la sua preoccupazione per la libertà di stampa nei territori occupati. Ci vedemmo per un quarto d’ora e mi chiese di fare una foto insieme a lui, poi non ne ho più saputo niente». Hannoun avrebbe avuto rapporti - sostiene Il Foglio - anche con Nicola Fratoianni e Alessandro Di Battista.
Immediata la presa di posizione di Edoardo Rixi, segretario della Lega in Liguria: “Chiediamo al candidato di sinistra Andrea Orlando di chiarirci la sua posizione sulla sicurezza delle nostre città e del nostro Paese. In particolare, chiediamo a Orlando una posizione chiara e netta rispetto alla Onlus di Genova che – secondo l'amministrazione americana – avrebbe foraggiato con 4 milioni di euro il gruppo terroristico Hamas. È fondamentale che ogni candidato, impegnato nella difesa dei valori democratici, condanni senza esitazione ogni forma di violenza e si dissoci da organizzazioni che, sotto la copertura di attività benefiche, supportano gruppi terroristici. Ci aspettiamo un impegno fermo nella condanna di tutte quelle finte Onlus che in realtà minacciano la pace e la sicurezza nazionale”.
A Rixi replica Valentina Ghio, vicepresidente del gruppo dem alla Camera: "Il viceministro Rixi, ormai abituato più a parlare di Orlando e a gettare fango su di lui che a guardare ai problemi in casa sua, chiede al candidato di centrosinistra di dissociarsi da una Onlus di Genova che secondo alcune indagini sarebbe vicina ad Hamas, che Orlando non conosce e non ha mai conosciuto. Rixi, tanto solerte in questo caso e anche inutilmente, visto che tra Orlando e l’associazione non c’è mai stato nessun contatto, non ha mai trovato un minuto di tempo in questi mesi per dissociarsi da chi, tra i suoi alleati, andava a chiedere il voto a famiglie in odor di mafia a Genova, come indicato negli atti della Procura. Oltre a ridurre a schermaglia elettorale una tragedia in cui donne, bambini e uomini stanno affrontando guerra e carestie”.
Nel frattempo, giunge notizia che la Procura di Genova potrebbe aprire una nuova indagine su Mohammad Hannoun qualora dagli Stati Uniti arrivasse documentazione utile per nuovi approfondimenti investigativi. Lo fa sapere il procuratore Nicola Piacente alla luce del comunicato stampa diffuso ieri dal dipartimento del Tesoro americano. A indagare su Hannoun era stato agli inizi degli anni Duemila proprio l'attuale procuratore di Genova insieme alla collega Francesca Nanni. L'associazione benefica gestita da Hannoun, aveva scoperto la Digos, si occupava di mantenere economicamente gli orfani dei martiri di Hamas. Per l'accusa questo equivaleva a finanziare il terrorismo. Nel 2004 i pm avevano chiesto l'arresto di Hannoun ma il giudice aveva respinto proprio perché si trattava di un finanziamento 'postumo'. L'inchiesta era stata archiviata anche a causa delle mancate risposte alle richieste di rogatorie internazionali per avere un quadro completo delle associazioni impegnate a supportare la popolazione di Gaza.
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