Spese pazze in Liguria, nel pomeriggio la sentenza per il viceministro Rixi
di Fabio Canessa
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Governo a rischio: il M5s pretende le dimissioni, la Lega si oppone. Chiesta la condanna a 4 anni e 3 mesi
È prevista nel pomeriggio la sentenza per il viceministro ai trasporti nonché segretario della Lega in Liguria Edoardo Rixi, imputato nel processo per le 'spese pazze' a carico di consiglieri ed ex consiglieri regionali liguri. L'udienza è fissata a mezzogiorno e il verdetto arriverà sicuramente in giornata.
Un responso che, in caso di condanna, rischia di far esplodere una mina nel già tormentato governo Conte-Di Maio-Salvini: il M5s ha più volte intimato le dimissioni se Rixi verrà riconosciuto colpevole, come prevede anche il contratto di governo, mentre la Lega, per bocca del capogruppo al Senato Romeo, ha già chiarito che in ogni caso "resta al suo posto". C'è poi chi ha invocato la legge Severino, che prevede la decadenza automatica da cariche elettive in caso di particolari condanne, ma in ogni caso non sarebbe applicabile alla funzione che Rixi ricopre in ambito ministeriale.
Rixi, che non sarà presente in aula, risulta imputato insieme ad altre 21 persone. Il procuratore aggiunto Francesco Pinto per lui aveva chiesto la condanna a tre anni e quattro mesi. Sollecitate condanne anche per altri 18 imputati, tra ex e attuali consiglieri regionali, e l'assoluzione per altri tre.
Per l'accusa, i consiglieri regionali nel periodo compreso tra il 2010 e il 2012 si sarebbero fatti rimborsare con soldi pubblici, spacciandole per spese istituzionali, cene, viaggi, gite al luna park, gratta e vinci, ostriche, fiori e spese per oggetti vari. In alcuni casi, sempre secondo l'accusa, venivano consegnate ricevute che erano state dimenticate da ignari avventori. In altri venivano modificati gli importi a mano. Le pezze giustificative molto spesso si riferivano a periodi festivi come Natale, Capodanno, Pasqua e Pasquetta, 25 aprile e primo Maggio, giorni per l'accusa 'sospetti' per svolgere attività istituzionale.
Nel complesso viene contestato un ammontare di diverse centinaia di migliaia di euro. A gennaio, alcuni difensori degli imputati avevano chiesto, in via subordinata all'assoluzione, la riformulazione del reato, da peculato a indebita percezione di erogazioni o fondi pubblici, a seguito della entrata in vigore della nuova legge sul peculato.
Rixi deve rispondere di cinque capi di imputazione, due dei quali in concorso con gli ex consiglieri regionali Francesco Bruzzone (oggi senatore della Lega) e Renato Torterolo. Quest' ultimo ha patteggiato la condanna a due anni. Secondo la procura il viceministro, che all'epoca era capogruppo della Lega in Regione, avrebbe approvato i rendiconti delle spese senza verificare se fossero attinenti al ruolo di consigliere. Tra le spese contestate anche rimborsi di viaggi sostenuti da collaboratori ma le cui pezze giustificative erano a nome dei consiglieri.
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