Sampdoria, Albisetti: "Nella conferenza di Manfredi vedo il bicchiere mezzo pieno"
di Roberto Albisetti
L'esperto di finanza e docente di economia: "Il fatto che gli investitori siano "pazienti" offre un'interpretazione aziendalistica chiara, anche se consideravano uno scenario sportivo meno tetro"
di Roberto Albisetti *
Voglio vedere il bicchiere mezzo pieno. La conferenza stampa del dr. Matteo Manfredi rappresenta un progresso necessario nella comunicazione della societa’ Sampdoria, spiegando come l’azionista Gestio Capital intende affrontare le difficolta’ che sta attraversando il club.
Manfredi ammette che la mancanza di risultati sportivi e’ anche dipesa da errori tecnici, ma - parafrasando - dice a chi l’ascoltava “signori, noi sappiamo cosa stiamo facendo, abbiamo un piano, siamo capaci di adattarci e di reagire alle difficolta’ del momento, abbiamo pazienza e risorse, non siamo in confusione”. Ci ha meso la faccia in un momento difficile; era sul pezzo, preparato, nella prossima comunicherà con maggior empatia.
Ma facciamo un passo indietro. Era un fatto certo che la profonda crisi societaria all’origine del cambio di controllo di maggio 2023, con l’uscita forzata di Ferrero, avrebbe lasciato il segno e incertezze sul futuro della Samp. I sampdoriani sognano di rivivere in grande, ma occorrono realismo e pazienza.
Manfredi conferma che l’investimento nella Sampdoria e’ fondato sulla convinzione di poter ricostruire il patrimonio societario, tangibile e intangibile. Si compiace della stabilizzazione patrimoniale della societa’, meno dei risultati sportivi. Il pubblico da alta classifica di A in serie B e la fama internazionale guadagnata con i successi del passato sono valori intangibili che non sono stati indeboliti da anni di navigazione a vista, da un azionista col conto in rosso, dalla gestione opportunistica del club e da un governo corporativo debole.
Manfredi ha offerto un’interpretazione aziendalistica chiara, a tratti impeccabile, enfatizzando le priorita’ della nuova proprieta’: sostenibilita’, reputazione e stabilita’. L’era dei presidenti mecenati e’ finita.
Controcorrente, avevo anticipato tempo fa che non fosse razionale in questa fase l’entrata di nuovi soci, con ricchi conti in petrodollari, perche’ significherebbe ammettere che Gestio Capital ha perso la sfida, senza contare che oggi nuovi azionisti entrerebbero probabilmente con valutazioni inferiori.
Gestio Capital e’ il socio gestore di un pool di investitori che hanno apportato capitale a un fondo chiuso (non a caso si chiamano cosi) creato con l’obiettivo di salvare la Samp dal fallimento, negoziare con banche e creditori la ristrutturazione di un debito esagerato, eseguire un piano strategico di risanamento che crea valore e possa stabilizzare una societa’ di calcio agonizzante. Manfredi e soci sapevano che il piano aziendale fosse basato su presupposti incerti e che bisognava gestire i limiti agli investimenti nell’area sportiva, immagino anche che avessero considerato uno scenario meno favorevole, ma forse meno tetro della realtà di quest’annata storta.
Il presidente conferma che “la proprieta’ e’ questa”, che ha il controllo e la responsabilita’ della gestione, che l’organizzazione per ora non cambia, pertanto non ci sono nuovi soci all’orizzonte. Tra l’altro in quest’anno e mezzo, mancando la promozione, la gestione non e’ riuscita a creare valore per gli investitori, senza le maggiori entrate da diritti televisivi, sponsors e valorizzazione dei cartellini dei giocatori.
Per questo Manfredi dice che dopo il risanamento, il piano aziendale di recupero e crescita ha bisogno di tempo. Quest’affermazione significa che gli investitori sono pazienti, sanno che i risultati si otterranno nel medio termine, che ci aspetta un altro anno in B, ma dice anche che gli investitori sono pronti ad apportare le risorse proprie necessarie per rimediare (avevo azzardato una stima di almeno 50 milioni) senza dimenticare gli impegni presi nell’accordo di ristrutturazione con i creditori: se il piano non generasse le entrate attese, i soci dovrebbero anche ricapitalizzare per onorare gli impegni di rimborso.
La settimana scorsa, in rete, circolava un lungo documentario di un blog inglese intitolato “What happened to Sampdoria” (Che e’ successo alla Samp) trasmetteva malinconia ma la Samp e’ allegria, quindi aspetto il prossimo docufilm per il ritorno in A, quando gli investitori lanceranno campagne d’immagine di alto impatto.
Invece, ho preferito la chiamata novembrina a Roma di una nuova universita’ internazionale di economia e business dello sport, per presentare il “caso di studio Sampdoria”. Segno che l’attenzione sul club c’è, persino a livelo accademico.
Imprese di alto potenziale malgestite distruggono valore, ma i bravi imprenditori possono risollevarle, anche imparando dagli errori.
* Roberto Albisetti, esperto di finanza e docente di economia aziendale all'Università, ha lavorato per anni a Washington alla Banca Mondiale e a Roma in Sace con Mario Draghi. Ha una vasta esperienza di società e consigli di amministrazione. Di recente è stato nominato ambasciatore di Genova nel mondo.
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