Regione Liguria, la proposta della Lista Sansa per ripopolare le zone dell’entroterra
di Gaia Cifone
Sansa: “L'Entroterra è la nostra quinta provincia e questo è uno degli atti più importanti del nostro mandato, una battaglia che non si può perdere se si vuole salvare la Liguria”
Un pacchetto di misure per arginare da subito lo spopolamento e per incentivare il ripopolamento delle aree interne della Liguria. È quanto prevede la proposta di legge per l'Entroterra depositata oggi dalla Lista Sansa.
Diversi gli ambiti di intervento inseriti nella proposta: dai trasporti, alla sanità, passando per la scuola, il commercio, l'energia, la casa, l'agricoltura e il turismo.
“L'Entroterra è la nostra quinta provincia e questo è uno degli atti più importanti del nostro mandato, una battaglia che non si può perdere se si vuole salvare la Liguria – spiega il capogruppo della lista, Ferruccio Sansa -. Abbiamo sentito decine di sindaci, associazioni, persone comuni di tutte le età. Abbiamo studiato soluzioni adottate in altri Paesi europei. Questo lavoro lo mettiamo a disposizione di tutti, non vogliamo che sia soltanto nostro, ci basta che arrivi in porto. Ci sono paesi che hanno perso oltre il 60% di abitanti negli ultimi 10 anni, come Tribogna ed altri, bellissimi, con poche decine di abitanti come Rondanina, Castelvecchio, Castel Vittorio: la scommessa è riportarci la vita, gente che ci vive e turisti”. “Il nostro progetto – aggiunge Sansa – vuole riportare le istituzioni, agevolare nuove forme di iniziativa privata, ricostruire una rete sociale e di comunità, andando a toccare tutti gli ambiti della vita sociale: trasporti, infanzia e scuola, lavoro e impresa, commercio, agricoltura, smart working, età avanzata, partecipazione e soprattutto sanità”.
La proposta di legge della Lista Sansa va ad inserirsi in un contesto in cui i residenti delle aree interne sono in costante diminuzione, rappresentando oggi il 9% di tutta la popolazione regionale (a fronte di un'incidenza a livello nazionale del 22%). Ancora più significativo il dato degli abitanti dei comuni considerati periferici o ultraperiferici: in Liguria rappresentano l'1% di tutta la popolazione regionale, a livello nazionale il dato è dell'8%.
“Questa nostra proposta di legge – sottolineano Ferruccio Sansa, Roberto Centi e Selena Candia – mette insieme una serie di interventi concreti che necessitano di fondi strutturali e che cambiano completamente il paradigma degli interventi regionali nelle aree interne liguri. Chi amministra oggi dice di occuparsi dell'Entroterra facendo qualche riunione di giunta itinerante che ha il solo scopo di promuovere a spot dei paesini facendosi selfie e organizzando pranzi al ristorante. Oppure parla di valorizzare l'Alta Via dei Monti Liguri ma poi mette a disposizione solo 40 mila euro destinati al CAI per occuparsene. Se vogliamo fare davvero qualcosa per le nostre aree interne serve un netto cambio di passo”.
Entrando nello specifico delle misure previste nella proposta di legge della Lista Sansa, due pilastri sono rappresentati dalla sanità e dalla scuola. “Per quanto riguarda la sanità abbiamo pensato ad incentivi, anche abitativi, per i medici, l'istituzione di infermieri e ostetriche di comunità e il sostegno per la permanenza a domicilio degli anziani attraverso il co-housing – spiega Roberto Centi -. Un altro tema che abbiamo voluto approfondire in ambito sanitario è quello dei trasporti delle emergenze/urgenze delle pubbliche assistenze nelle aree interne della Liguria. Oggi viene meno la garanzia del trasporto a causa della carenza di volontari, soprattutto giovani, e anche a causa dell'accentramento su pochi ospedali dei servizi più importanti, una scelta strategica che richiede però un servizio su tratte più lunghe per portare i pazienti in questi ospedali e non più negli ospedali diffusi sul territorio come accadeva una volta”. “Per migliorare questo quadro la Regione può intervenire da subito – osserva Centi -. Oggi alle pubbliche assistenze viene pagato solo il trasporto dei pazienti e non il tempo in cui rimangono ferme in attesa della chiamata. Basterebbe riconoscere un compenso anche per queste ore per incentivare maggiormente il servizio”.
Per quanto riguarda la scuola, la sfida – per la Lista Sansa – è trasformare quello che oggi è un problema in una serie di opportunità. “Avevamo una fittissima rete di plessi scolastici, anche nelle piccole comunità, che ora sono per la gran parte rimasti vuoti – spiega Roberto Centi -. La sfida è creare reti di scuole in modo tale che gli spazi scolastici diventino dei centri civici, sociali, formativi e aggregativi. Le aule inutilizzate possono diventare spazi per asili nido al mattino, doposcuola e attività di paese al pomeriggio e attività di comunità alla sera. Le stesse aule rimaste vuote possono essere adibite a postazioni di smart working co-working, in modo che genitori e figli possano stare vicini”.
Altro tema fondamentale per migliorare la qualità della vita nelle aree interne della Liguria sono i trasporti. “La nostra soluzione prevede in primis un studio su come si spostano le persone per poter dare risposte adatte – spiega Selena Candia -. Nella nostra proposta di legge abbiamo pensato di migliorare ed aumentare il servizio pubblico e di integrarlo con pratiche di mobilità condivisa e innovativa come ad esempio un 'BlaBlaCar di vallata': un'applicazione gestita dal pubblico in cui le persone che si spostano dall'entroterra verso la città o verso la costa possono mettere a disposizione dei posti sulla loro auto per condividere il viaggio, in modo da ottimizzare gli spostamenti, ridurre i costi e anche l'impatto ambientale”.
Sempre in tema ambientale ed economico la grande sfida per le aree interne è l'approvvigionamento energetico, soprattutto per quei comuni periferici penalizzati dalle infrastrutture carenti. “Nella nostra proposta di legge abbiamo voluto puntare molto sulle comunità energetiche, mettendo insieme pubblico e privato – spiega Selena Candia -. Con pannelli solari o pale eoliche gestite dal pubblico si possono azzerare le spese delle bollette per i residenti e migliorare l'impatto ambientale di tutta la comunità. Inoltre abbiamo pensato anche di puntare sulla biomassa per creare un'economia circolare chiusa che permetta una migliore gestione dei boschi e l'utilizzo della legna per la creazione di energia – aggiunge Candia -. Si tratta di una misura che andrebbe a creare imprese sul territorio per la gestione dei boschi e per la produzione di energia, dando benefici economici sul costo delle bollette e ambientali andando a ridurre anche il rischio idrogeologico, gestendo in modo oculato le aree boschive”.
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