Mattia Villardita, da Spiderman a Cavaliere della Repubblica: "Questa è la mia vita"

di Marco Innocenti

"Io per primo sono stato paziente del Gaslini fino a 19 anni: so cosa si prova a stare nelle stanze di un ospedale a combattere un battaglia"

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La storia di Mattia Villardita, lo Spiderman che visita i bambini negli ospedali e che sarà nominato Cavaliere della Repubblica dal presidente Mattarella, è una storia di emozioni, di condivisione di un percorso ma soprattutto è la storia di chi, attraverso il proprio passato, oggi regala un sorriso a quei bimbi che combattono spesso sfide più grandi di loro. "Io per primo - ci racconta Villardita-Spiderman - sono stato paziente del Gaslini per 19 anni a causa di una malformazione congenita. So quindi cosa provano i bambini e le loro famiglie nelle stanze di un ospedale. L'idea di Spiderman è nata dalla mia passione sfrenata per questo personaggio, ho deciso di iniziare e poi, grazie a qualche amico che sono riuscito a coinvolgere, adesso siamo in sei, siamo i "Supereroincorsia", perché insieme è ancora più bello cercare di allietare i momenti bui di queste persone che stanno affrontando ogni giorno queste battaglie".

Ma com'è stato ricevere la notizia del cavalierato? "Ho ricevuto una telefonata strana, ero al lavoro e la mia responsabile mi ha contattato. Mi ha detto 'Ti ha cercato una signora, non ho capito bene, diceva di essere del consiglio dei ministri e voleva il tuo numero. Io gliel'ho dato e mi sono fatta lasciare il suo'. Io ho un amico che spesso mi fa questi scherzi telefonici e quindi, sulle prime, ho pensato che fosse lui. Così ho richiamato e mi sono sentito invece rispondere da una signora felice di sentirmi. Mentre parlavo con lei, ho cercato su google il suo nome e ho letto che effettivamente faceva parte della segreteria della Presidenza della repubblica. A quel punto sono sbiancato e ho capito che non era lo scherzo del mio amico".

"Con molti di questi bambini e con le loro famiglie - ci spiega - spesso rimane un rapporto che va anche oltre il tempo che questi bambini passano in ospedale. Con molti di loro si instaura un vero e proprio rapporto di amicizia. Spesso mi capita di andarli anche a trovare a casa ma per me questo è il bello di questa mia passione".