La città di notte è immobile, i pompieri, "Un turno senza chiamate, mai successo"

di Michele Varì

La conferma dalla polizia locale: "Uniche segnalazioni per cinghiali a spasso in via Cantore"

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Il decreto anticoronavirus, i continui appelli a stare in casa e le raffiche di denunce stanno sortendo l'effetto sperato: la città è sempre più immobile, specialmente quando cala la sera.

La scorsa notte al centralino dei pompieri di Genova non è arrivata neppure una chiamata. 
Lo ha confermato il vigile del fuoco del turno "A" smontato stamane dal servizio.
 "Niente, il telefono dopo mezzanote non è mai squillato, e non era ma successo prima, meglio così".
Lo stesso inedito scenario è confermato dagli operatori della polizia municipale: "Le uniche chiamate sono giunte da abitanti di Sampierdarena che ci hanno segnalato la presenza di cinghiali in strada in zona via Cantore, poi con le prime luci anche gli animali sono spariti".
Deserte in modo innaturale anche le autostrade del nodo di Genova: "Quasi sempre i nostri monitor erano senza le luci dei veicoli, e non era mai successo - spiegano dalla polizia stradale della centrale operativa di Sampierdarena - Circolano solo rari camion. Arriva poi qualche telefonata di cittadini che chiedono, quasi implorano, se è possibile mettersi in viaggio per ragiungere le seconde case in campagna, ma non è possibile: gli spostamenti devono essere giustificati da motivi validi di salute o di altre emergenze, ed andare ad anaffiare l'orto non è contemplato fra questi".
Le eccezioni però non mancano: gli spacciatori del centro storico di Genova non smettono mai di lavorare, perchè, anche se costretti in casa, la richiesta dei consumatori di stupefacenti non si placa: l'altra notte i carabinieri ne hanno identificato sei, tutti insieme, stranieri, non avevano droga, ma erano tutti pregiudicati per spaccio ed erano in modo inequivocabile in attesa di clienti davanti ad un portone della zona delle Vigne. In un altro momento se la sarebbero cavata con l'identificazione, stavolta sono stati denuciati per non avere rispettato il decreto di stare a casa.

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