India, stop ai dazi su molti metalli riciclati: fa eccezione l'alluminio

di Sagal

Via le imposte su rame, zinco, piombo e batterie al litio, ma resta il 2,5% sul rottame di alluminio

Il governo indiano ha annunciato l’eliminazione dei dazi doganali su diversi metalli non ferrosi riciclati, tra cui rame, piombo, zinco e batterie al litio. La misura, contenuta nel Bilancio dell’Unione 2025-26, accoglie le richieste della Material Recycling Association of India (MRAI), che da anni sollecita la rimozione delle imposte su materie prime considerate essenziali per l’industria nazionale. Tuttavia, l’alluminio resta escluso: il dazio del 2,5% sul suo rottame viene confermato, alimentando tensioni nel settore.

Decisione del governo - La MRAI ha comunicato con soddisfazione il risultato ottenuto dopo anni di interlocuzione con i Ministeri dell’Acciaio e delle Miniere. L’associazione ricorda come in passato siano stati già ridotti i dazi sull’acciaio e ora si compie un altro passo per i metalli non ferrosi. “Siamo lieti di annunciare un successo significativo: il dazio doganale di base sui rottami non ferrosi è stato ridotto a zero”, afferma la MRAI. Tra i materiali interessati ci sono il rame, il piombo, lo zinco, l’ottone e le batterie al litio.

Esclusione dell’alluminio - A restare fuori dal provvedimento è l’alluminio, per il quale il governo ha deciso di mantenere un’imposta del 2,5%. I riciclatori indiani da tempo sospettano che le lobby dell’industria primaria dell’alluminio stiano lavorando per mantenere o addirittura aumentare questo dazio. Secondo MRAI, l’obiettivo sarebbe limitare il vantaggio competitivo dei produttori di alluminio secondario, ostacolando le importazioni con standard di qualità difficili da raggiungere.

Appelli inascoltati - Già lo scorso anno, MRAI aveva inviato una lettera al Ministro delle Finanze Nirmala Sitharaman per chiedere l’azzeramento del dazio sui rottami di alluminio, definendolo una “materia prima chiave per il riciclo dell’alluminio”. L’associazione sosteneva che la tassa andrebbe eliminata almeno fino a quando l’offerta interna di rottami di qualità non sarà sufficiente a coprire la domanda dell’industria.

Il caso del rame - La decisione di rimuovere i dazi sul rottame di rame potrebbe essere stata influenzata dall’annuncio del colosso indiano Hindalco, parte del gruppo Aditya Birla. A giugno 2024, un fornitore dell’azienda ha comunicato l’intenzione di investire in un impianto di produzione di rame secondario da 50.000 tonnellate annue. Questo avrebbe spinto Hindalco ad allinearsi con MRAI nella richiesta di abolizione delle imposte sui rottami di rame.

Prossimi passi - La MRAI celebra il risultato raggiunto, riconoscendo l’importanza della collaborazione con il governo indiano. “Questo traguardo è stato possibile grazie al vostro costante supporto e all’impegno condiviso con le istituzioni”, afferma l’associazione. Tuttavia, la battaglia non è finita: il prossimo obiettivo è la riduzione del dazio sull’alluminio. “Continueremo a lavorare per allineare i dazi sui rottami di alluminio agli standard globali”, assicura MRAI.

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