Genova, Padre Stanislao: il comunismo, papa Wojtyla e il suo centro storico

di Matteo Angeli

Oggi ha 92 anni , usa l'Ipad e ogni giorno celebra messa. E spesso confessa nell'Oratorio San Filippo di via Lomellini

Era stato chiamato a salvare la casa di via Lomellini in grande crisi di vocazioni. Era il 1974 quando padre Padre Stanislaw Morawski per tutti Stanislao si presentò presso l'Oratorio di San Filippo Neri. "Stava per chiudere e così i padri filipppini mi hanno chiesto se me la fossi sentita dalla Polonia di andare in Italia. Accettai subito". 

Una scommessa vinta perchè oggi sono in otto, sei di quali giovani e con tanto entusiasmo. "Si una bella sodddisfazione vedere tanti ragazzi - spiega il lacrime padre Stanislao, oggi 92enne - loro portano avanti questa casa e aiutano un povero vecchio".

E lo fanno in un posto meraviglioso, sconosciuto a tanti genovesi.Nel cuore del centro storico cìè un capolavoro del barocco genovese, sotto lo sguardo dell'Immacolata marmorea firmata da Pierre Puget nel 1670, col contrappunto degli affreschi di Jacopo Antonio Boni, della pala di Simon Dubois fra stucchi, dorature e raffinata boiserie.

Padre Stanislao ha da poco festeggiato i 70 anni di sacerdozio. Era il 16 dicembre del 1951 quando venne iniziato nella sua Polonia. Era gli anni successivi la fine del seconco conflitto, anni molto difficili.

"E' stata dura anche ottenere il permesso di venire in Italia, i comunisti mi facevano mille domande. Erano peggio dei tedeschi, velo posso assicurare" spiega.

Oggi ha 92 anni ma è sempre lucido e in grande forma. Ogni giorno celebra messa e spesso confessa.

Padre Stanislao fa una panoramica sugli ultimi tre papi. "Papa Bergoglio, non lo conosco. Non ho contatti. Papa  Wojtyla, diverso molto diverso. Uno era un sant'uomo, l'altro non è ancora santo. E poi Ratzinger, uno dei più grandi papi di tutti i tempi con un cervello fuori dal comune. Sempre si è dimostrato un uomo ideale".

E poi una battuta sul Covid: "Peggio di una guerra, molto peggio"