Genoa, Criscito a Telenord: "Spero di diventare un grande allenatore. Vogliamo riportare il club dove merita"

di Filippo Serio

Intervista a tutto tondo al capitano del Genoa: dalle giovanili all'esperienza in Nazionale, in Champions League, in Canada.

"Dopo il calcio giocato? Spero di diventare un grande allenatore, a me piace il campo e piace viverlo. So che la strada sarà lunga ma l'obiettivo è quello. Spero di avere delle soddisfazioni anche in un'avventura da allenatore" - così Mimmo Criscito, capitano del Genoa intervenuto a Telenord durante la trasmissione We Are Genoa, che parla anche del proprio futuro dopo il ritiro dal calcio giocato.

Il 19 maggio, ultima giornata di campionato, infatti sarà l'ultima gara da giocatore, una carriera che sarà chiusa con la maglia del Genoa: "Io spero che ci sia una doppia festa, in primis quella per la Serie A e poi anche quella per la fine della mia carriera. Ma sono concentrato sull'obiettivo di tutti che è quello di riportare il Genoa in massima serie."

"Infortuni? Mi spiace per quello che è successo ai miei compagni di ruolo, prima Pajac e poi Haps. Quest'ultimo ha dato un grande contributo in queste ultime gare, un giocatore di qualità che in fase offensiva è forte. Ora dobbiamo giocare anche per loro: la nostra forza è il gruppo e lo abbiamo dimostrato nelle ultime gare, chi gioca poi fa bene, alla fine".

"La MLS? A livello tecnico con il Toronto ho trovato tanti giocatori valevoli in ogni squadra. Manca qualcosa a livello tattico, c'è da migliorare. Ma ci sono tanti giocatori che possono fare la differenza in altri campionati".

Criscito che con 262 presenze è il settimo giocatore nella classifica all time del Genoa. Di queste 220 in Serie A, terzo giocatore in classifica "Le mie presenze? Sono contento di ciò che ho fatto. Ero andato via piangendo e quando sono tornato ero molto contento. E' giusto che io finisca la carriera con il Genoa. Aver indossato questa maglia per tutto questo tempo mi rende orgoglioso."

"Esordio con il Genoa? Ricordo tutto, il Genoa era già retrocesso ma lo stadio era da Champions League. Ricordo che dopo la partita, tornato a casa, ho cantato tutta la notte i cori che avevo sentito dalla Gradinata Nord. Una serata fantastica. Quando ho visto esordire Accornero sono andato indietro di molti anni: spero che anche per lui ci sarà una carriera importante."

"Quando ho terminato il mio contratto con lo Zenit mi voleva l'Inter ma per me era giusto tornare al Genoa. Il Napoli di Spalletti? Stanno facendo un grande lavoro e sono contento per il Napoli perché dopo tanto tempo merita lo scudetto."

Su Gasperini: "E' stato un allenatore importantissimo, perché dopo un'esperienza negativa alla Juventus prese il telefono e mi chiamò al Genoa. Poi fu lui a spostarmi da difensore centrale a esterno di centrocampo. Ed è così secondo me che sono arrivato a giocarmi la Champions League e conquistare la Nazionale italiana. Allenatori? Ho preso tanto da tutti quelli che ho avuto"

"Gilardino? Prima del suo arrivo non c'ero, non so che cosa succedeva. Ma una volta arrivato qui ho trovato un gruppo disponibile, un mix tra giovani ed esperti. E tutti camminiamo nella stessa direzione, verso la Serie A. Lo vogliamo fare per questa piazza, che con la Serie B non c'entra niente. La Serie B di oggi? Rispetto a quella del 2007-2008, ora c'è meno qualità. Ma trovi squadra molto organizzate che corrono e lasciano pochi spazi. Non è facile affrontarli. Le sorprese del campionato? In positivo il SudTirol. In negativo Benevento, Spal e Brescia, che a inizio anno lottavano per la promozione e ora occupano le ultime posizioni"

Il mio ruolo più idoneo? Direi terzo di difesa. Non sono un giocatore di gamba che fa varie volte la fascia come Haps. Posso giocare esterno o quarto di difesa, anche centrale, quindi ho la fortuna di poter giocare in più ruoli"

"Nazionale? Mi aveva infastidito quello che è successo nel 2012, la storia del calcio scommesso che di fatto non mi fece partecipare all'Europeo. Di positivo, direi l'emozione di aver indossato la maglia azzurra.

"La Russia? Dopo 7 anni là, posso dire che è stata un'esperienza bellissima, anche l'addio è stato un giorno stupendo perché mi hanno salutato in un modo che non mi aspettavo. Anche i miei figli hanno nostalgia di San Pietroburgo."

Sul numero di stranieri nei settori giovanili: "Bisogna lavorare di più con i giovani, perché nei settori giovanili italiani troviamo tanti stranieri. E' vero che alzano il tasso tecnico ma secondo me ci sono anche tanti giovani italiani con talento. Per esempio al Genoa ci sono Lipani e Accornero, che quest'anno hanno esordito nei professionisti"

"Vogliacco? Ha 24 anni, è nel pieno della sua carriera e quest'anno sta facendo un campionato straordinario. A volte gli dico di stare calmo perché è agitato, ma ha qualità importanti"

"Il compagno di squadra più forte con cui ho giocato? Dico il portoghese Danny, ai tempi dello Zenit. Un giocatore sfortunato perché ha avuto tre interventi al crociato, ma che faceva la differenza. Al Genoa direi Diego Milito".

"777? Un gruppo che mi da ottime sensazioni, da quando sono arrivati stanno facendo un grande lavoro per riportare il Genoa dove merita. Sono sicuro che con loro il Genoa avrà un bel futuro davanti".

"Momento più bello della mia carriera? E' difficile selezionarne solamente uno, ce ne sono stati molteplici."