Fondi Lega, Belsito chiede di sostituire il giudice. Sospesa la prescrizione
di Fabio Canessa
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Respinta istanza di rinvio, l'ex tesoriere ricusa il collegio: sentenza rinviata in Cassazione
L'ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, imputato nel processo sulla truffa ai danni dello Stato sui rimborsi elettorali, ricusa il collegio della sezione feriale della Cassazione chiamato a decidere sulle condanne - e la confisca dei 49 milioni - emesse dalla corte d'appello di Genova il 26 novembre. Lo annunciato il legale di Belsito, Angelo Alessandro Sammarco.
L'udienza è stata sospesa per formalizzare la ricusazione, cioè la richiesta di sostituire un giudice. Belsito è stato condannato in appello a 3 anni e 9 mesi. L'ex leader della Lega, Umberto Bossi, a un anno e 10 mesi. La prescrizione scatterebbe venerdì.
Ad inizio udienza il difensore di Belsito, il professor Sammarco, ha avanzato istanza di "rinvio per integrazione documentale", rilevando che in cancelleria manca il fascicolo relativo al dibattimento di primo grado e la "documentazione sui conti correnti del partito Lega.
"Uno dei miei motivi di ricorso - ha spiegato - verte sulla fungibilità del denaro. Si parla di spese arbitrarie ma non si sa da quale fonte sono state prelevate le sostanze per queste spese". L'istanza di rinvio è stata rigettata dalla Suprema Corte, dopo una breve camera di consiglio, rilevando che la corte d'appello ha decretato che nessun faldone è stato smarrito.
E contestualmente Sammarco ha annunciato l'intenzione del suo assistito di ricusare il collegio. Una strategia adottata anche tre settimane fa nel processo relativo al filone lombardo sui fondi della Lega. In quell'occasione si è tenuto il dibattimento ma al termine non è stata emessa sentenza.
Alla relazione del giudice Piero Messini Dagostini seguono la requisitoria del sostituto procuratore generale Marco Dall'Olio, sui ricorsi presentato dal pg di Genova Enrico Zucca e degli imputati, contro la sentenza d'appello emessa a Genova il 26 novembre. Quindi le arringhe dei legali di Belsito, Umberto Bossi, e degli ex revisori dei conti, Stefano Aldovisi, Diego Sanavio e Antonio Turci, questi ultimi tutti con condanne inferiori agli 8 mesi.
Dall'Olio ha richiesto di confermare la condanna a 3 anni e 9 mesi per Belsito, e a un anno e 10 mesi per Umberto Bossi, un conferma che comporterebbe anche quella della confisca dei 49 milioni: "Non è vero che i rendiconti erano solo generici - ha detto il sostituto pg Dall'Olio - Erano anche falsi: si diceva 'rimborsi autisti' ma in realtà si finanziava la famiglia Bossi” e “non è un aspetto secondario, è sotto questo profilo che si consuma il reato di truffa".
Al termine del dibattimento non ci sarà camera di consiglio, poiché un altro collegio della Cassazione dovrà pronunciarsi preliminarmente sulla ricusazione. In questi casi - spiegano i difensori degli imputati - le istanze delle parti sospendono la prescrizione, che contrariamente sarebbe scattata l'8 agosto.
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