Dl Crescita, Mittal: "Impossibile gestire Taranto". Genova trema

di Pietro Roth

3 min, 48 sec

La Fiom: "Governo irresponsabile". La Fim Cisl: "Sarebbe un disastro"

Dl Crescita, Mittal: "Impossibile gestire Taranto". Genova trema
"Se il Decreto dovesse essere approvato nella sua formulazione attuale, la disposizione relativa allo stabilimento di Taranto pregiudicherebbe, per chiunque, ArcelorMittal compresa, la capacità di gestire l'impianto nel mentre si attua il Piano ambientale richiesto dal Governo italiano e datato settembre 2017". Lo afferma in una nota ArcelorMittal che comunica anche che la sua controllata italiana (ArcelorMittal Italia 'AMI') "ha manifestato al Governo italiano le proprie preoccupazioni". "Il Decreto Crescita, nella sua formulazione attuale, cancella le tutele legali esistenti quando ArcelorMittal ha accettato di investire nello stabilimento di Taranto. Tutele che è necessario restino in vigore fino a quando non sarà completato il Piano ambientale per evitare di incorrere in responsabilità relative a problematiche che gli attuali gestori non hanno causato", aggiunge Mittal. GENOVA  "La Fiom Cgil di Genova esprime profonda preoccupazione sul possibile disimpegno di ArcelorMittal Italia in conseguenza delle norme contenute nel Decreto Crescita. Secondo il Gruppo, se il testo venisse approvato nella sua forma attuale, ci si troverebbe davanti ad una modifica del contratto sul quale è stato costruito il passaggio da Ilva ad Arcelor". Lo afferma la Fiom Cgil di Genova. "L'accordo comprende diverse parti inerenti le questioni commerciali e sindacali; fare marcia indietro rispetto ad una di queste questioni rischia di mettere in discussione l'intero impianto sia sulla bonifica sia sugli investimenti produttivi. Per Genova questa condizione può mettere in discussione l'Accordo di Programma", siglato nel 2005, prevede che a fronte della chiusura degli impianti a caldo, nello stabilimento Ilva di Cornigliano vengano mantenuti i livelli occupazionali e di reddito. Attualmente oltre 300 lavoratori integrano il reddito con lavori di pubblica utilità finanziati dalla Società per Cornigliano. "Ricordiamo al Governo che, proprio in virtù dell'accordo nazionale siglato con il Gruppo, e di quello sottoscritto per il sito produttivo di Cornigliano, ArcelorMittal è impegnata a riassorbire i cassintegrati e a procedere con gli investimenti sugli impianti, anche quelli genovesi. Se il Governo dovesse mettere in discussione i risultati che si sono ottenuti con anni di lotte se ne dovrà assumere interamente la responsabilità". "Il comunicato stampa di Arcelor Mittal ci preoccupa e non poco - aggiunge Alessandro Vella, segretario generale Fim Cisl Liguria - in ballo il destino della siderurgia per il nostro paese. Le norme contenute nel decreto Crescita rischiano di mettere in discussione l’accordo che con tanta fatica abbiamo costruito e firmato lo scorso 6 settembre. Un possibile disimpegno della nuova proprietà sarebbe un disastro per l’occupazione, il Paese e l’ambiente.  Certo pretendiamo che ognuno rispetti la propria parte dell’accordo su investimenti , bonifiche (come la centrale termica )e ricollocazione ma per Genova un eventuale disimpegno significherebbe non garantire gli attuali 1000 occupati e i 255 lavoratori in ILVA in As che da accordo devono essere riassorbiti. In un contesto già difficile di mercato questa è proprio una notizia che destabilizza ulteriormente. Il Governo come in altri casi di grande vertenze sta giocando col fuoco, il lavoro e le imprese sono una cosa seria. Ci sono in ballo migliaia di famiglie e il benessere della nazione. Il 14 giugno siamo scesi in piazza perché il governo rimetta al centro dell’agenda politica il lavoro, l’impresa e l’occupazione, non ci pare ad oggi che sia intenzionato a farlo e questo è estremamente grave, continuare a rilanciare per pure questioni di equilibri interni al governo non ci piace e ci faremo sentire". IL MISE: "PRESTO UNA SOLUZIONE" Il Ministero dello Sviluppo economico, esprimendo 'sorpresa' per la posizione espressa oggi da Arcelor Mittal sullo stabilimento di Taranto, indica anche che ci sarà "presto" una "soluzione". Alla società - sottolinea una nota - era già stato indicato "che si sarebbe individuata una soluzione equilibrata volta alla salvaguardia dello stabilimento e dell'indotto occupazionale, nonché al rispetto, ovviamente, delle decisioni adottate dai giudici"; e che "a tal proposito, il Mise e tutto il Governo sono al lavoro affinché l'azienda continui ad operare nel rispetto dei parametri ambientali". La posizione di Arcelor Mittal "sorprende" perchè informata delle intenzioni del ministero, che lo sostiene con una nota, "alla luce della questione di legittimità costituzionale sollevata dal Gip di Taranto l'8 febbraio scorso sui diversi provvedimenti (tra cui proprio l'immunita' penale) emessi dai Governi precedenti per salvare lo stabilimento siderurgico. In vista dunque della prossima decisione della Consulta e della sentenza adottata nel gennaio 2019 dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di condanna dell'Italia sempre sulla vicenda Ilva - continua la nota del ministero -, il Mise aveva preventivamente informato Arcelor Mittal della questione, rappresentando allo stesso gestore che si sarebbe individuata una soluzione equilibrata volta alla salvaguardia dello stabilimento e dell'indotto occupazionale, nonché al rispetto, ovviamente, delle decisioni adottate dai giudici".