Diffamazione sui social: l’assessore Teresa Lapolla denuncia offese personali gravi
di Matteo Cantile
Commenti denigratori sotto un post di Sara Tassara scatenano un caso politico. Lapolla sporge denuncia per diffamazione aggravata.
Un commento offensivo sui social media, corredato da un like di una consigliera di opposizione, ha spinto l’assessore Teresa Lapolla del Municipio Medio Ponente a denunciare per diffamazione aggravata. L’episodio, legato a un post politico, apre il dibattito sull’uso responsabile delle piattaforme digitali.
Commenti denigratori – Nel cuore di un dibattito su questioni politiche locali, un post della consigliera Sara Tassara, esponente della Lista RossoVerde, ha innescato una serie di commenti offensivi diretti all’assessore Teresa Lapolla. Tra questi, uno spicca per la sua gravità: un cittadino ha definito la Lapolla “Nazista dissociata”, ottenendo il like della Tassara stessa.
Reazione dell’assessore – L’assessore ha dichiarato inaccettabile che il confronto politico degeneri in attacchi personali. «La critica è legittima, ma le offese personali non possono trovare spazio né nella politica né nella società civile», ha commentato Lapolla, che ha sporto denuncia per tutelare la propria dignità e reputazione.
Un monito sui social – Lapolla ha ribadito l’importanza di un utilizzo responsabile dei social media: «I social non devono diventare terreno fertile per l’odio e la denigrazione, ma uno strumento di confronto democratico e rispettoso». L’assessore ha sottolineato che la sua azione legale vuole rappresentare un segnale chiaro su quali siano i limiti tra critica e diffamazione.
Denuncia formale – La questione è ora nelle mani delle autorità competenti, che analizzeranno i fatti per determinare eventuali responsabilità. La denuncia per diffamazione aggravata non riguarda solo l’autore del commento, ma intende chiarire il ruolo della consigliera Tassara, che con il suo like potrebbe aver amplificato il messaggio offensivo.
Conseguenze sociali e legali – Questo caso riapre la discussione sui confini tra libertà di espressione e rispetto della dignità personale. Mentre la Lapolla richiama a un confronto più civile, l’episodio solleva interrogativi sul ruolo di figure pubbliche nell’incoraggiare o tollerare determinati comportamenti online.
Dignità e legge – «La mia denuncia non è solo per difendere me stessa, ma anche per ribadire che il rispetto delle regole, della legge e della dignità umana è imprescindibile», ha concluso l’assessore. Il caso evidenzia quanto sia necessario mantenere un dialogo politico entro i limiti della critica costruttiva.
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