Delitto del trapano: il "tempo silente" esclude misure cautelari per Fortunato Verduci

La Corte di Cassazione ha stabilito che un significativo intervallo di tempo tra l'emissione di una misura e la commissione dei fatti contestati, se non supportato da ulteriori elementi concreti, rende incompatibile l'applicazione di misure cautelari. Questa decisione ha portato al rigetto del ricorso della Procura di Genova contro il diniego dell'arresto di Fortunato Verduci, carrozziere sessantacinquenne indagato per l'omicidio di Maria Luigia Borrelli, avvenuto nel 1995 nel centro storico di Genova.

Intercettazioni -  Durante le indagini, sono emerse conversazioni in cui Verduci, dopo aver appreso di essere sotto inchiesta, discuteva dell'omicidio con colleghi. A una domanda diretta sul motivo dell'uccisione, avrebbe risposto: "Eh, per passatempo". Successivamente, parlando della vita carceraria, avrebbe chiesto: "E con due omicidi che fanno?".La Cassazione ha sottolineato che tali intercettazioni devono essere valutate da un giudice di merito.

Aggravante della crudeltà - “ Pur riconoscendo la gravità  indiziaria riguardo all'aggravante della crudeltà , i giudici hanno precisato che questa non implica una presunzione assoluta di pericolosità dell'indagato, poiché riguarda la condotta e non necessariamente l'autore. Secondo l'accusa, Verduci, affetto da ludopatia e con debiti, avrebbe ucciso Borrelli per rapinarla dopo averla brutalmente picchiata.

Perizia sul DNA - Recentemente, è stata discussa una perizia che confronta il DNA trovato sulla scena del crimine con quello di Verduci. L'esperto ha concluso che le due tracce biologiche sarebbero combacianti, aggiungendo un ulteriore elemento all'indagine in corso.

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