Crollo Morandi, Toti: "E' la giornata del ricordo e della rabbia, ma anche della voglia di giustizia"

di Marco Innocenti

E sulle concessioni: "Chi continua a far politica alimentando la paura, fa danno a chi si aspetta qualcosa che non vedrà mai realizzarsi"

"E' una giornata dedicata al ricordo delle vittime e della rabbia di quei giorni che ci deve sempre tenere vivi e dedicata poi alla voglia di giustizia che dev'essere vera e giusta. E' anche la giornata dell'orgoglio di una città che ha saputo risollevarsi". Così il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, presente alla cerimonia per il quarto anniversario del crollo di Ponte Morandi nella Radura della Memoria. "Oggi - ha aggiunto - a distanza di 4 anni, Genova guida una ripresa del paese dal punto di vista economico, sociale, delle infrastrutture e anche dal punto di vista di quel modello istituzionale che ci ha consentito di realizzare il Ponte che abbiamo sopra la nostra testa in meno di due anni. Credo che tutto questo, sebbene non possa mitigare il dolore delle famiglie delle vittime, possa almeno dare la consapevolezza che quelle morti abbiano alimentato un nuovo impulso che ha portato tanti risultati per i cittadini".

E sul richiamo di Egle Possetti alle responsabilità della politica nazionale, incapace di ritirare le concessioni autostradali, il governatore ligure risponde così: "Io credo che il governo abbia fatto tutto quello che poteva fare. Ci sono stati uno o più movimenti politici che hanno invece alimentato aspettative in soluzioni che erano impraticabili. Chi continua a fare politica alimentando paura e rabbia, fa il danno di chi si aspetta qualcosa che non vedrà e di un paese che non farà un passo avanti. Il governo Draghi ha risolto una situazione di stallo con Autostrade, che oggi è in mano pubblica, che potrà continuare a investire e che risarcirà Genova e la Liguria con 8 miliardi di euro. Si poteva fare poco diversamente e se i familiari delle vittime hanno tutto il diritto di chiederglielo, credo che la politica che ha strumentalizzato il loro dolore ne abbia molto meno e sia molto esecrabile. Chi nei giorni del crollo ha gridato al ritiro delle concessioni, ha gridato a qualcosa che non era in grado di dare".