Carige, i commissari presentano il piano industriale
di Fabio Canessa
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Telenord in diretta a partire dalle 12. Priorità cessione dei crediti in vista della fusione
Tutto pronto per il nuovo piano industriale di Banca Carige, che i tre commissari nominati dalla Bce - Fabio Innocenzi, Pietro Modiano e Raffaele Lener - presenteranno prima alla stampa, poi agli analisti finanziari e infine ai sindacati. Telenord sarà in diretta a partire da mezzogiorno.
Il piano avrà un'estensione fino al 2023 anche se il 2019 sarà l'anno della verità, entro il quale la banca dovrà trovare una soluzione definitiva alle sue fragilità. Il 31 dicembre scade infatti il termine concesso dalla Bce per "rispettare in modo sostenibile" i requisiti patrimoniali. E senza una fusione in pochi credono che Carige possa sfuggire al salvataggio pubblico, per il quale il governo ha precauzionalmente stanziato un miliardo di euro.
Il piano, che sarà accompagnato da un bilancio in rosso dopo la pulizia del portafoglio crediti decisa a novembre, avrà tra i suoi capisaldi un'ulteriore attività di derisking e una decisa azione di riduzione dei costi. Sotto il primo aspetto i commissari dovrebbero annunciare l'avvio della vendita di un pacchetto di crediti deteriorati di circa 1,7 miliardi di euro, per il quale sono arrivate le offerte della controllata del Tesoro, Sga, e del Credito Fondiario.
Attesa anche una sforbiciata alle filiali 'periferiche', così come l'uscita non traumatica di ulteriori dipendenti rispetto ai 490 previsti dagli accordi siglati a suo tempo dall'ex ad Paolo Fiorentino, che secondo alcune fonti potrebbero raddoppiare nell'orizzonte di piano. Conti che andranno ovviamente rifatti nel caso in cui l'advisor di Carige Ubs dovesse trovare un cavaliere bianco.
Il piano, che dovrebbe riposizionare Carige come banca del territorio orientata a famiglie e pmi, sarà il 'biglietto da visita' con cui cercare un partner. I rumor di stampa parlano di un atteggiamento freddo da parte delle banche italiane mentre al dossier starebbero guardando alcuni fondi esteri.
Sul piano dovrà esprimersi anche la famiglia Malacalza, che a dicembre ha bocciato l'aumento da 400 milioni (provocando il commissariamento della banca) proprio perché non disponibile a investire senza una chiara prospettiva industriale. Da domani il primo socio di Carige potrà fare i suoi conti e chiarire se intende ancora sostenere il rilancio dell'istituto o rassegnarsi alla perdita di oltre 400 milioni di euro nella sua sfortunata avventura bancaria.
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