Teatro della Tosse e Teatro del Ponente più forti dei tagli ministeriali: ecco la nuova stagione

di Claudio Cabona

Cartellone unico nel Centro Storico e a Ponente: 42 titolo in programma

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Il cartellone della Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse presenta due importantissime novità: la prima stagione completa della Tosse al Teatro del Ponente, dopo l’anteprima dell’inizio 2019, e il ritorno a un programma a cavallo di anno. Non due stagioni separate, una nel Centro Storico e una a Ponente, ma un unico cartellone di 42 titoli, pensato per costruire un dialogo con la città nel suo intero: contemporaneamente.

Lavoreremo nelle tre sale dei Teatri di Sant’Agostino e nella sala di Voltri con un unico filo conduttore e forme di abbonamento che permetteranno agli spettatori di frequentare entrambi i luoghi; per questo, ad eccezione delle nostre produzioni e di alcune delle residenze artistiche, che abbiamo scelto di provare e di presentare in anteprima a Ponente, i titoli proposti non si ripeteranno.

 In continuità con la storia del Teatro della Tosse produciamo e ospitiamo spettacoli che presentano uno sguardo originale sul mondo, sulle relazioni tra le persone, sui grandi temi dell'umanità.  Maestri della scena nazionale e internazionale, nuove produzioni e coproduzioni con i maggiori teatri italiani, artisti di primo piano e nuove generazioni. Prosa, danza, teatro fisico, circo, musica dal vivo.  Riletture di classici, sperimentazione, tradizione e comicità.

Emanuele Conte, dopo le fortunate esperienze con Michela Lucenti e Balletto Civile, in cui ha “ibridato” il suo teatro di prosa con la danza, torna a dirigere la compagnia del Teatro della Tosse con un mix di volti storici e giovani artisti. Tre i titoli proposti: I costruttori di Imperi – lo Schmürz, di Boris Vian, Adagio, di Emanuelle delle Piane e Art, di Yasmina Reza. Conte prosegue la sua indagine sulla drammaturgia contemporanea in lingua francese, attraversando cifre stilistiche molto diverse tra di loro, dalla ricerca sofisticata di Vian, all’ironia di Emanuelle delle Piane, alla perfezione teatrale di Yasmina Reza, premio Moliére con questo testo come migliore autrice. Alle regie di Conte si aggiungono quelle di Giovanni Ortoleva e Gianfranco Berardi per gli spettacoli in coproduzione: Saul, con Teatro I e Arca Azzurra, menzione speciale alla Biennale di Venezia 2018, e I figli della frettolosa, scritto e interpretato da Gianfranco Berardi, premio Ubu 2018 come miglior attore, in coproduzione con Teatro dell’Elfo e Sardegna Teatro.

 Ultima coproduzione in cartellone la ripresa di Axto, coprodotto con Balletto Civile, regia di Michela Lucenti e Emanuele Conte. Con la cifra stilistica propria del Teatro della Tosse si sposa naturalmente la ricerca degli artisti che abbiamo invitato.

Un percorso dedicato al mito e ai classici, non semplici riletture, ma messinscena incentrate sulla modernità dei temi universali portati da personaggi immortali, come in #Prometeo (di Oscar de Summa), Macbeth, le cose nascoste (di Carmelo Rifici), Sei personaggi in cerca d’autore (di Michele Sinisi), Anfitrione (di Teresa Ludovico), Yorick (di Simone Perinelli), Romeo e Giulietta (della compagnia BezoarT), L’uomo dal fiore in bocca, nella mia carne (di Vincenzo Pirrotta), Le Notti Bianche (di Marta Dalla Via) che si intreccia con l’indagine sulla drammaturgia del ventunesimo secolo, per un teatro vivo che parla di noi, con i maggiori autori della scena europea, come Roland SchimmelpfennigCaryl ChurchillÁgota Kristòf; e drammaturghi italiani, come Claudia CastellucciAntonio MorescoSimone AmendolaValerio MalorniElisabetta Granara,  Emanuela RollaDaniele ParisiMarta Dalla ViaMichele SanteramoIrene LamponiAdolfo MargiottaChiara PasettiZerocalcare (che propone alla Tosse la versione teatrale della graphic novel Kobane Calling).

Torneranno gli ospiti internazionali con la Familie FlözPaolo Nani, Circus Zone e le compagnie della quinta rassegna internazionale di danza Resistere e Creare, che nel 2019 è dedicata al tema delle Furie. In cartellone anche il teatro sociale con il Gruppo teatrale Stranità, con la ripresa di Sintomatologia dell’esistenza e la nuova creazione Supereroi smascherati, e con l’Associazione Trerrote, spin off teatrale di Maestri di Strada, in Che sia l’ultimo compleanno di guerra. Si consolida il progetto sulle residenze artistiche, con diverse compagnie che avranno la possibilità di allestire, in residenza sia nei Teatri di Sant’Agostino che a Voltri, debutti nazionali presentati in anteprima nella stagione 2019/2020. Tra questi Oscar de SummaAntonio Moresco e Francesco GabrielliLeviedelfool. La programmazione 2019/2020 è stata resa possibile grazie al Ministero per i beni e le attività culturali, al Comune di Genova e alla Regione Liguria ed è sostenuta dalla Compagnia di San Paolo.

Contemporaneamente

2019/2020

Le Produzioni

Si parte il 16 ottobre con la Prima Nazionale de I costruttori di imperi – Lo Schmürz, il nuovo spettacolo diretto da Emanuele Conte che torna a misurarsi con un testo di Boris Vian, tradotto da Massimo Castri. La storia racconta della fuga surreale e grottesca di una famiglia che scappa da qualcosa o qualcuno di cui si percepisce solo un rumore difficile da decifrare. La famiglia continua a spostarsi nello stesso edificio verso l’alto per allontanarsi dalla minaccia invisibile che sembra perseguitarli. Ad ogni spostamento la famiglia perde qualcosa, prima oggetti materiali e poi ricordi, sentimenti e affetti. Mano a mano che la famiglia sale di piano, gli appartamenti sono sempre più piccoli e malridotti e solo la giovane figlia, l'unica a mantenere il ricordo di ciò che è stato, sembra accorgersene. Su tutta la vicenda incombe lo Schmürz, metafora del mistero angoscioso del vivere, personaggio muto, immobile, eternamente presente. Maltrattato, picchiato, isolato dagli altri personaggi, senza apparenti ragioni, sembra il capro espiatorio di una società allo sbando. Conte si muove tra le pieghe del testo su un terreno a lui congeniale, in una storia ironica dai contorni surreali, che riflette sulla condizione dell’uomo all’interno della società moderna. Il regista si era già confrontato con un testo dell’autore francese Il viaggiatore onirico, andato in scena nel 2010.

Dal 19 al 24 novembre I figli della frettolosa della compagnia Berardi Casolari, produzione Tosse con Teatro dell’Elfo e Sardegna Teatro. Premio Ubu 2018 come miglior attore  con  Amleto take away, applauditissimo spettacolo visto alla Tosse lo scorso anno, Gianfranco Berardi porta in scena questo nuovo lavoro sul tema della cecità che viene messa in scena come esperienza di vita reale e come concezione metaforica, sinonimo di una miopia sociale ed esistenziale che ci riguarda in prima persona. In scena, oltre a Gianfranco Berardi e agli attori della compagnia, un coro di cittadini, vedenti e non, come emblema di umanità, allegoria di una società smarrita e insicura, mai arrendevole.

Terza produzione, che sarà presentata in anteprima al Teatro del Ponente il 1 novembre e poi in scena ai Teatri di Sant’Agostino, sala Campana,  dal 17 al 21 dicembre Adagio di Emanuelle Delle Piane, regia di Emanuele Conte. Il testo, messo in scena alcune stagioni fa alla Tosse, nasce in questa edizione dalla nuova traduzione di Gianni Poli e Marco Cappelletti. Adagio è un cabaret mortifero, nello stile della commedia all’italiana anni’60. Sulle note di un pianista da bar (Fabio Wolf) un racconto ad episodi in cui sono i vivi a fare i conti con i morti. Protagonisti saremo noi tutti, il nostro cinismo, la nostra paura, i pregiudizi e le superstizioni. Saremo capaci di affrontare la vita con leggerezza? Sapremo ridere anche della morte considerandola  come qualcosa di naturale che fa parte della vita?

Saul, in prima nazionale la scorsa estate alla 47° edizione della Biennale Teatro di Venezia, menzione speciale Biennale College 2018,  regia di Giovanni Ortoleva è una coproduzione con Teatro i e Arca azzurra produzioni, in collaborazione con AMAT, Comune di Ascoli Piceno. Lo spettacolo, dopo Roma e Milano andrà in scena a Genova dal 4 all’8 febbraio. In questa trasposizione, dello stesso regista e del drammaturgo Riccardo Favaro a partire dall’Antico Testamento e dal testo di André Gide,  Saul è un frontman in declino: Re, padre, rockstar che cerca di resistere al cambiamento, alla fine di una stirpe, al cancellarsi del proprio nome in una lotta contro il procedere del tempo.

Il 19 febbraio torna in scena Axto – oratorio per voci e corpi dal labirinto di Emanuele Conte e Michela Lucenti. Danzatori e attori danno corpo e voce al Mito del Labirinto e del Minotauro in un racconto epico e familiare. Ma Cos'è il labirinto? Un posto dove perdersi o un posto dove nascondere quello che ci fa paura, ciò che non si riesce a capire? Una prigione, un manicomio, un'isola. Il labirinto è il luogo dove si compie il sacrificio simbolico, dove l'animale si evolve in uomo. Il labirinto come la famiglia, un luogo ambivalente che da un lato imprigiona ed isola, dall’altro  protegge e conforta. Un luogo dove si nascondono dinamiche complesse e irrisolte, dove trovare la via d’uscita rappresenta la necessità di staccare il cordone ombelicale. Un distacco che, come tutti i passaggi, è sinonimo di turbamenti.

Axto è uno spettacolo dai  diversi linguaggi,  tra i quali spicca una intensa manipolazione sonora attraverso rielaborazioni musicali, che aiutano a riflettere sui nostri pensieri ,anche quelli che ci inducono ad isolarci  e capire che i muri e i mostri ,spesso, sono dentro di noi, perché siamo noi stessi a crearli.

Art di Yasmina Reza, autrice de Il Dio della carneficina da cui è tratto il film di Roman Polanski    Carnage, è la prima nuova produzione diretta da Emanuele Conte nel  2020con Graziano Sirressi, Enrico Pittaluga e Luca Mammoli, tre attori del collettivo Generazione Disagio. In anteprima il 20 marzo al Teatro del Ponente e in Prima Nazionale dal 26 marzo al 5 aprile ai Teatri di Sant’Agostino. Art è una commedia crudele e divertente sull’amicizia, tradotta in oltre trenta lingue, Premio Moliére nel 1994. In una stanza, tre amici si confrontano sulla qualità artistica di un quadro completamente bianco discutendo sul prezzo per il quale è stato acquistato da uno dei tre. La discussione diventa ben presto un dibattito dai toni accesi sull'arte contemporanea e sfocia in un violento litigio che non riguarda più l'arte, ma il rapporto stesso di amicizia. In un crescendo di dialoghi serrati, i tre protagonisti sveleranno personalità e nevrosi, arrivando ad incrinarla, forse in modo irreparabile, il loro rapporto.

Residenze / collaborazioni

#Prometeo, di e con Oscar De Summa,  in forma di primo studio, aprirà  la stagione del Teatro del Ponente il 19 ottobre e sarà in scena dal 9 all’11 aprile ai Teatri di Sant’Agostino. De Summa, attore e autore tra i più apprezzati della scena italiana,  porta questo nuovo lavoro, una produzione teatro Metastasio di Prato, Arca azzurra produzioni, la Corte Ospitale, realizzato con il sostegno alla creazione di Fondazione Luzzati Teatro della Tosse.  Prometeo, che dona agli uomini il fuoco, fonte di conoscenza e progresso incarna una figura chiave per decifrare il grande cambiamento del nuovo secolo: la rivoluzione dell’informazione e il passaggio al digitale, capace di entrare nelle vite di ognuno di noi e modificarle nel profondo. Una rivoluzione che, se per certi versi auspicabile e inevitabile, apre una riflessione etica sulla automatizzazione di ogni processo che, se pur in grado di liberare l’uomo dal giogo del lavoro manuale, rivela la paura più grande in ogni esistenza: il rischio di cadere nell’oblio, del sentirsi inutili e dimenticati.

Dal 26 ottobre al 4 novembre il Teatro della Tosse ospiterà una parte importante del programma dell’edizione 2019 del Festival della Scienza. La parola chiave dell'edizione 2019 sarà Elementi. Al Festival saranno celebrati i 50 anni dello sbarco sulla Luna, gettando uno sguardo sul futuro delle esplorazioni spaziali, e i 150 anni della tavola periodica degli elementi di Mendeleev, con un focus speciale sulla chimica. Grande attenzione verrà data inoltre ai temi legati all'ambiente e alle life sciences, discipline in cui tecnologia, medicina e industria collaborano per raggiungere il progresso.

Il 22 dicembre Magnificat di Antonio Moresco, regia di Alessandra Dell’Atti porta in scena il dialogo tra una partoriente e il feto, che, con voce maschile, esprime tutti i suoi dubbi e le sue paure riguardo al mondo e il senso della vita. Al suono di rumori devastanti dal fuori, il feto non vuole uscire, non vuole nascere in un mondo simile, ma, alla fine, una levatrice lo obbligherà a farlo nonostante la sua riluttanza. Lo stesso spazio teatrale sarà trasformato in un utero e gli spettatori nel buio in altrettanti feti, che dovranno trovare l'uscita per nascere. La musica che accompagna l’azione è il Magnificat di Monteverdi, canto di gioiosa accettazione di un concepimento divino . Con il sostegno di C.U.R.A.  (Centro Umbro Residenze Artistiche), Micro Teatro Terra Marique e Corsia Of.  Lo spettacolo sarà seguito da un incontro pubblico con Antonio Moresco.

Internazionali

Il 15 novembre al Teatro del Ponente La Lettera di Paolo Nani, un grande classico del teatro fisico italiano. Dal 1992 questo spettacolo è rappresentato ai quattro angoli del globo,  dalla Groenlandia al  Cile, dalla Turchia alla Cina e ancora  in Norvegia e Giappone. Oltre 1.200 repliche per questo piccolo, perfetto e divertentissimo meccanismo teatrale che continua a stupire: la stessa storia si ripete 15 volte in altrettante varianti: all'indietro, con sorprese, volgare, senza mani, horror, cinema muto, circo. Paolo Nani, solo sul palco con un tavolo e una semplice valigia di oggetti, ci racconta senza una parola  15 storie interpretate ogni volta da una persona diversa.

 Dal 25 novembre all’8 dicembre torna Resistere e creare, la rassegna internazionale di danza con la direzione artistica di Michela Lucenti e Marina Petrillo giunta alla quinta edizione. I titoli dell’edizione 2019 saranno presentati a novembre. Ad affiancare le compagnie più interessati del panorama nazionale non mancheranno ospiti internazionali e, come da tradizione, seminari, dibattiti, performance e workshop che occuperanno tutti gli spazi della Tosse, dal Centro Storico al Ponente.

Resistere e Creare 2019 prende spunto dal mito delle Erinni e, attraverso uno sguardo femminile non remissivo né compassionevole sul mondo, dà voce alla rabbia delle donne nei confronti degli abusi e delle ingiustizie. Il 13 febbraio torna alla Tosse la Familie Flöz, amatissima compagnia internazionale di figura, che all’uso delle maschere unisce danza, clownerie, acrobazie e magia. Teatro Delusio è stato insignito di diversi premi e rappresentato in tutto il mondo con grande successo. Lo spettacolo è un omaggio al teatro, un gioco, che nasce dalle infinite sfaccettature dell’universo teatrale: in scena e dietro le quinte, fra illusioni e disillusioni, le maschere che caratterizzano questa straordinaria compagnia berlinese creano uno spazio magico carico di toccante umanità. La scena diventa backstage ed il backstage è messo in scena: mentre sul palco, appena visibile, si alternano duelli di spada, intrighi e scene d’amore passionali, dietro le quinte i tecnici di scena tirano a campare. Con l’aiuto di costumi raffinati e di suoni e luci ben concepiti, i tre attori mettono in scena 29 personaggi e danno vita ad un teatro completo.

Ospitalità ai Teatri di Sant’Agostino novembre 2019 – maggio 2020

Il regno profondo. Perché sei qui? (8-10 novembre) con Chiara Guidi e Claudia Castellucci che portano in scena le poesie di Castellucci in un corpo a corpo di linguaggio e postura tra le due attrici con un umorismo e una grazia rari.

L’uomo nel diluvio, in scena dal 13 al 15 dicembre, è lo spettacolo vincitore Premio In Box, segnalato Premio Rete Critica e finalista del Premio Scenario. Testo e regia di Simone Amendola e Valerio Malorni.

Una generazione come un novello Noé, che cerca di scappare al diluvio imbarcando ciò che ha di più caro, alla ricerca di un po’ di terra ferma. Un uomo che incarna quella generazione e che sotto il minuscolo diluvio del suo bagno, con una vasca come arca, medita la fuga leggendo uno strampalato “manuale per italiani in fuga”. Sono questi gli elementi con cui Valerio Malorni costruisce una spettacolo sempre in bilico tra il luogo comune e il lampo estremo di lucidità, quasi a scavare a forza il vero che c’è sotto lo stereotipo.

Prima della presentazione dello spettacolo, giovedì 12 dicembre, incontro con Valerio Malorni.  L’incontro sarà occasione per presentare Il libro Teatro nel diluvio raccolta di lavori scritti da Simone Amendola tra il 1998 e il 2018 e il nuovo lavoro che la compagnia Amendola/Malorni presenterà nel 2020: Eravamo, primo studio di 30 minuti presentato in anteprima nazionale al Kilowatt Festival 2019, Una produzione Blue Desk con Infinito srl, Capotrave/Kilowatt e Mare Culturale Urbano. Un noi che deve diventare un io. Un monologo che corre sul filo della ricerca d’identità dei vent’anni. In quel passaggio delicato dall’appartenenza salvifica ad un gruppo (centrale nell’adolescenza), al vuoto di un dopo che non è ancora qualcosa di altro, di definito.

La serata di Capodanno quest’anno è affidata a Generazione Disagio e al loro Dopodiché stasera mi butto, uno spettacolo che ha girato l’Italia, riscuotendo sempre un grandissimo successo: Vincitore al Play Festival 1.0 2015 (Roma); record di incassi e presenze di pubblico al Torino Fringe Festival  2014; vincitore del concorso Giovani Realtà del Teatro 2013; Menzione speciale della giuria al premio Scintille 2013 di Asti Teatro 35.

Per chiudere bene il 2019 ed iniziare il 2020 sotto i migliori auspici, niente di meglio di uno spettacolo che esorta il pubblico a non cercare di cambiare. A non cercare di apparire migliore. “Accettati come sei: pigro, inetto, inconcludente, dispersivo, vile. Noi ti vogliamo bene così. Non preoccuparti: elimineremo assieme ogni senso di colpa, ogni residuo di frustrazione. Noi siamo qui per aiutarti. Siamo portatori di un messaggio universale che si esprime attraverso la pratica delle tre d: Distrazione, Disinteresse, Disaffezione. Stringi la mano che ti porgiamo. Il futuro è  nostro. Grandi giorni di festa si avvicinano. Noi siamo la Generazione Disagio.”

Il 2020 inizia con tre spettacoli di e con Daniele Parisi Ab Hoc et ab Hac (10 gennaio),  Inviloop (11 gennaio) e Aplomb (12 gennaio). Ogni sera un one man show stralunato, stravagante e spiazzante. Tutto negli spettacoli di Parisi avviene in velocità. Un gioco al massacro in cui attraverso la combinazione del riso e dell’orrore, si entra in un universo assurdo, un mondo decaduto, dove tutto diventa inconsapevolmente ridicolo.

Dal 17 al 19 gennaio in scena La resa dei contiun testo di Michele Santeramo diretto da Peppino Mazzotta e interpretato da Daniele Russo e Andrea Di Casa. L’autore cerca di dare risposta a una serie di interrogativi senza tempo: come si relaziona l’uomo con se stesso e con gli altri? Cos’è la fiducia e, in definitiva, chi è l’uomo? In scena i protagonisti si confrontano sulla loro condizione di essere umano , cercando di trovare un modo per affrontarla.

Turandò, drammaturgia e regia Marta Dalla Via in scena il 20 gennaio.

Chi è oggi Turandot? Sul palco/podio due sovrani del panorama artistico, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, moltiplicheranno i loro talenti per alimentare il vero soggetto di questo racconto: l’enigma.  Se conosci le risposte il mistero non è più tale. Come le teste degli sfortunati pretendenti la T finale del titolo cade. Un accento prende il suo posto per sottolineare la matrice popolare e impertinente di questo spettacolo. Fatevi sentire, vi chiamo io, spettacolo di e con Adolfo Margiotta, in scena dal 24 a l 26 gennaio, è la storia di un manager che perde la metropolitana e si trova all’improvviso intrappolato sulla banchina in un limbo tragicomico che lo costringe ad “accostare”, a ricordare, rimuginare, a fare i conti con sé stesso. Guardandosi in uno specchio raggiunge l’assoluta consapevolezza di aver smarrito la luce negli occhi, di essere un infelice, di non aver seguito i propri sogni. Il palco inizia a popolarsi di bizzarri e assurdi individui che lo provocano, lo maltrattano mettendolo a dura prova. L’unico essere con il quale riesce a dialogare e a confessare le sue adolescenziali aspirazioni, è un orsetto di peluche abbandonato.

Dal 30 gennaio all’1 febbraio Yorick (reloaded) – un Amleto dal sottosuolo, uno spettacolo di Leviedelfool, drammaturgia e regia Simone Perinelli con Simone Perinelli.

Amleto, atto V scena I. Un cimitero qualsiasi in Danimarca. Scavando viene ritrovato il teschio che un tempo fu Yorick, il buffone di corte di re Amleto. Svegliato dal “lungo sonno”, interpellato dal dramma, Yorick assiste dal sottosuolo allo spettacolo che si sta svolgendo proprio sopra di lui e intanto ci racconta il sottosuolo, il non visibile, ciò che si nasconde alla ragione umana, ciò che di solito riemerge nei sogni, uno spazio abitato dall’immaginazione, da un pensiero che è obliquo più che retto, da quei poeti definiti pazzi dall’altra versione dei fatti. Non più il luogo della morte, ma quello della follia, dello sguardo sull’abisso.

Dal 27 al 29 febbraio Kobane calling on stagetratto da Kobane Calling di Zerocalcare un progetto di Cristina Poccardi e Nicola Zavagli  regia Nicola Zavagli.

Il celebre fumetto di Zerocalcare, arriva sul palcoscenico, dando vita a un atipico documentario teatrale, poetico e allo stesso tempo comicissimo: Kobane Calling On Stage è il resoconto del viaggio dell’autore stesso insieme a un gruppo di giovani volontari partiti per la città simbolo della resistenza curda, Kobanê, tra i difensori curdi del Rojava, opposti alle forze dello Stato Islamico, con l’intento di portare aiuti umanitari e stilare una cronaca alternativa della situazione siriana.

Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello regia Michele Sinisi dal 5 al 7 marzo. A quasi cento anni di distanza dal suo debutto, Sei personaggi in cerca d’autore è ancora l’opera che meglio indaga il nostro rapporto tra vita e arte, reale e virtuale. Tra incursioni meta teatrali, prove aperte e nuovi ospiti ogni sera, l’opera di Pirandello diventa l’occasione per confrontarsi con la grande domanda: che cosa rimane dell’arte nell’epoca della sua riproducibilità digitale? Sei personaggi in cerca d’autore di Luigi Pirandello è uno spettacolo matrioska, se così si può dire, in cui il piano meta-teatrale già presente nel testo viene portato all’estremo, generando un cortocircuito dove attori, personaggi e pubblico convivono e si mescolano in un happening unico e irripetibile ogni sera. Macbeth, le cose nascoste (dal 12 al 14 marzo) in questa inedita versione, curata assieme ad Angela Demattè, il regista Carmelo Rifici si avvicina ad un capolavoro del male come Macbeth scegliendo la chiave psicanalitica. È un modo per indagare ciò che prima muove la mente del protagonista e che poi il corpo trasforma in azione violenta. Vittima di un delirio di onnipotenza, Macbeth fa quello che ogni uomo desidera fare: trasformarsi in Dio. Per evocare questo mondo distorto che abita nell’inconscio del protagonista, Rifici riunisce un cast di attori, guidati da Tindaro Granata e Angelo Di Genio, capaci di tradurre in immagini la sua indagine puntuale sui misteriosi risvolti della psiche umana. A number di Caryl Churchill, regia di Luca Mazzone in scena il 18 e 19 marzo è un thriller psicologico che combina la speculazione scientifica con un moderno affresco della relazione padre-figlio. Lo spettacolo s’interroga sul fatto che l’uomo, oggi, con l’avanzamento vertiginoso del progresso scientifico, può sostituirsi a Dio, e creare tutti a sua immagine e somiglianza, tutti i suoi figli così come li vuole, con lo stesso materiale grezzo di base, perfetti, carini.

Dal 21 al 23 marzo Anfitrione scritto e diretto da Teresa Ludovico. Chi sono io se non sono io? Dove l’ho perduta la mia persona? Il mio me può essere che io l’abbia lasciato? Che io mi sia dimenticato? Chi è più disgraziato di me? Nessuno mi riconosce più, e tutti mi sbeffeggiano a piacere. Non so più chi sono! Queste sono alcune delle domande che tormentano sia i protagonisti dell’Anfitrione, scritto da Plauto più di 2000 anni fa, che molti di noi oggi. Il doppio, la costruzione di un’identità fittizia, il furto dell’identità, la perdita dell’identità garantita da un ruolo sociale, sono i temi che Plauto ci consegna in una forma nuova, da lui definita tragicommedia, perché gli accadimenti riguardano dei, padroni e schiavi.

La chiave dell’ascensore di Ágota Kristóf, regia Fabrizio Arcuri sarà in scena dal 18 al 19 aprile. Una donna tenuta sotto sequestro dal proprio marito che, con l’aiuto di un medico compiacente, infierisce su di lei sottoponendola a orrende mutilazioni.  E’ questo il tema dello spettacolo, che porta agli esiti più vertiginosi quell’alterazione delle relazioni che è la volontà di possesso e di sopraffazione dell’altro. Il testo di Ágota Kristóf è incalzante e implacabile, e ribalta le apparenze: alla violenza che sembra portare allo stallo e alla sconfitta, la protagonista oppone la sua rivolta basata sulla parola e sulla comunicazione di quel dolore e di quei soprusi.

Qui e ora, regia di Andrea Collavino, è un testo di Roland Schimmelpfennig in scena dal 22 al 24 aprile, Il drammaturgo tedesco contemporaneo narra le complesse relazioni di un gruppo di persone tra i 30 e i 60 anni d’età. La semplicità del linguaggio sottende un mistero. Le parole quotidiane aprono delle finestre poetiche, degli spazi immaginativi e spesso il tempo di queste parole non coincide con quello dell’azione

Supereroi smascherati è uno spettacolo di e con Gruppo Stranità, regia di Anna Solaro, nasce dal percorso laboratoriale del Teatro dell’Ortica che da oltre 20 anni fa lavorare insieme pazienti psichiatrici, attori  e operatori socio sanitari e volontari. Dal 14 al 16 maggio. La stagione si chiude con la 4° Edizione di Circus Zone, una rassegna di circo contemporaneo a cura di Associazione Culturale Sarabanda. Il programma 2020 di Circus Zone propone un focus incentrato sull’avanguardia del circo proveniente dalla Francia, paese pioniere nel sostenere e promuovere quest’arte.

Ospitalità Teatro del Ponente ottobre 2019 – aprile 2020

La stagione 2019/2020 si apre il 19 ottobre con #Prometeo, primo studio di e con Oscar De Summa produzione  teatro Metastasio di Prato, Arca azzurra produzioni, La Corte ospitale, con il sostegno alla creazione di Fondazione Luzzati -Teatro della Tosse . Lo spettacolo nella sua forma compiuta andrà in scena ad aprile ai Teatri di Sant’Agostino. Il 15 novembre torna La Lettera di Paolo Nani, un grande classico del teatro fisico italiano. Dal 1992 questo spettacolo è rappresentato ai quattro angoli del globo, dalla Groenlandia al  Cile, dalla Turchia alla Cina e ancora  in Norvegia e Giappone.

Oltre 1.200 repliche per questo piccolo, perfetto e divertentissimo meccanismo teatrale che continua a stupire: la stessa storia si ripete 15 volte in altrettante varianti: all'indietro, con sorprese, volgare, senza mani, horror, cinema muto, circo. Paolo Nani, solo sul palco con un tavolo e una semplice valigia di oggetti, ci racconta senza una parola 15 storie interpretate ogni volta da una persona diversa.

 Il 29 novembre il Teatro del Ponente ospiterà alcuni appuntamenti di Resistere e creare la rassegna internazionale di danza diretta da Michela Lucenti e Marina Petrillo, giunta alla quinta edizione. Sintomatologia dell’esistenza, in scena il 7 dicembre, è uno spettacolo di e con Gruppo Stranità, regia di Anna Solaro. Lo spettacolo, replicato con grandissimo successo alla Tosse nella scorsa stagione, nasce dal laboratorio del Teatro dell’Ortica che da oltre 20 anni fa lavorare insieme pazienti psichiatrici, attori e operatori socio sanitari e volontari. Il 2020 si apre il 18 gennaio con Habitat naturale, di Elisabetta Granara con Elisabetta Granara e Diego Dalla Via, produzione Il Gruppo di Teatro Campestre con La Piccionaia Centro di produzione teatrale e B.Motion Operaestate.  Un divertente thriller tra i corridoi di un museo, un registro comico per affrontare il tema della migrazione. Al Museo di Scienze Naturali i visitatori sono pochi e poche sono le scocciature: quello che succede fuori non conta. Una serie di ritrovamenti bizzarri insinuano il sospetto che nel museo sia venuto ad abitare un clandestino. Un punto di vista biologico sul futuro intorno a tre parole chiave: dispersione, adattamento, evoluzione. Il 31 gennaio in scena Le notti bianche, adattamento di Giulio Casale che ha trasformato in evento teatrale uno dei romanzi più famosi e amati di Dostoevskij, una storia giovanile e delicatissima, una favola moderna sulla potenza creatrice del sogno e sui suoi rischi, rimasta nella memoria e nel cuore di chiunque l’abbia letta e conosciuta. Il giorno di San Valentino Irene Lamponi   arriva a Voltri con il suo Labbra il bagno, un sogno, io,  uno spettacolo che affronta in maniera divertente e spiazzante i tabù legati al sesso, al corpo e al rapporto con l'altro. Si parte dalle donne per coinvolgere la società tutta. Lo spettacolo è diviso in tre parti: nella prima due amiche nel bagno di casa, tra depilazioni, mestruazioni, perversioni e paure. Nella seconda in scena due vagine che parlano: strizzate, sognatrici, agguerrite. Nella terza una sola voce, che racconta del sesso come violenza.

Happy Ending testo e regia di Emanuela Rolla, ha come protagonista Rosella, bella e curata transessuale, che si sta preparando per una cena romantica con un lui. L’attesa del grande amore scatenerà momenti rocamboleschi, ironici, tormentati. In scena il 28 febbraio. L’8 marzo, in occasione della festa della donna, Lisa Galantini in Luce bianca , di Chiara Pasetti. Dopo l’ottima prova di MOI un altro intenso  omaggio ad una artista, la poetessa e fotografa Antonia Pozzi, una delle voci liriche più importanti e suggestive del Novecento.

Il 27 marzo Romeo e Giulietta, produzione BezoarT. Forse il più famoso dei classici, ma quanto lo conosciamo veramente? Quanto sappiamo è figlio dell’idea che tutti si sono fatti nei secoli o proviene dalla conoscenza diretta del testo? Un lavoro che toglie tutta la polvere, tutte le stratificazioni, i preconcetti e i pregiudizi affrontando Shakespeare faccia a faccia, sfidandolo, portandolo al limite e con lui portando al limite anche noi.

Che sia l’ultimo compleanno di guerra in scena il 3 aprile è uno spettacolo che nasce da un laboratorio di educazione teatrale con lo scrittore Erri De Luca. Tre testi, tre storie accomunate dalla divorante curiosità dell’autore per quella parte di secolo che non ha vissuto ma che tanto ha segnato la città di Napoli. Il laboratorio, la cui cifra è l’ironia necessaria a resistere e reagire alle difficoltà della vita, era aperto a giovani adolescenti della periferia est napoletana che saranno in scena a Voltri.

Chiude la stagione L’uomo dal fiore in bocca, nella mia carne il 17 aprile, uno spettacolo di Vincenzo Pirrotta. Un titolo enigmatico per quest’atto unico di Pirandello che rivela tutto il suo insinuante fascino, non alludendo scopertamente alla condizione di un individuo malato a morte, come la novella da cui è tratto, “La morte addosso”.Lo spettatore scoprirà solo a poco a poco, dopo aver ascoltato un dialogo apparentemente banale, nell’attesa di un treno che tarda ad arrivare, che l’uomo parla sorridendo della morte che lo sta consumando. Un sorriso carico d’angoscia, una frenesia che spinge l’uomo dal fiore in bocca ad attaccarsi alla vita degli altri per dimenticare la propria che sta per perdere.

Extratosse

 Le Strade del Suono - Nuovi silenzi 

Continua la collaborazione tra Tosse e Le strade del suono anche per la stagione 2019-2020. 11 concerti e tre appuntamenti divulgativi (Around) per un festival oramai sempre più importante. Per quest’anno il tema centrale del Festival EstOvest è il silenzio: il  tempo dilatato, capace di far sedimentare e interiorizzare le informazioni ricevute. Nel '900 musicale il silenzio è stato un campo d’esplorazione continuo, elevato da Cage a puro elemento compositivo di una nuova grammatica, studiato da Stockhausen come veicolo di un rinnovato misticismo e inteso da Feldman come elemento di trasformazione della figura musicale.

Nuovi Silenzi, però, come si evince facilmente, non intende esplorare queste importanti memorie storico-artistiche, ma indagare come il silenzio riguardi la musica di oggi, quella dei compositori in piena attività e dei talenti emergenti.     Il Festival si apre al Teatro della Tosse con un omaggio alla musica contemporanea giapponese, il 9 ottobre 2019 alle ore 21, con il concerto Yogaku.  Sarà Yoichi Suiyama, uno dei più importanti musicisti, compositori e direttori del Giappone contemporaneo, a guidare l’Eutopia Ensemble in un viaggio che oltre a un suo brano vede la presenza di Misato Mochizuki e dei giovani Yuki Urabe e Tetsuo Kubo. Accompagnerà il concerto con immagini originali, Stefano Giorgi, un visual artist tra i più apprezzati della scena nazionale,  particolarmente legato all’estetica  orientale.

 Orchestra Bailam 30 anni

Il 14 novembre alle ore 21.00 la Sala Trionfo ospiterà il concerto per i 30 anni dell’Orchestra Bailam, storica formazione di world music ligure. La Bailam nasce nel 1989 proponendo un repertorio proiettato verso la musica klezmer, la musica greco-turca e quella egiziana. Durante gli anni matura una propria personalità che la contraddistingue nelle composizioni artistiche e nell’approccio con il pubblico nei numerosissimi concerti sempre dinamici e coinvolgenti. Dopo aver accompagnato la scorsa estate lo spettacolo Pinocchio Circus al Parco Villa Duchessa di Galliera di Voltri, ancora sul palco della Tosse per una importante festa di compleanno.

 The XI Red Wine Bluegrass Party – 1969-2019 l’altra Woodstock

Il 16 novembre alle ore  21.30 in Sala Trionfo, a 50 anni dall'evento musicale più popolare e iconico dei nostri tempi, i sogni, le speranze e le delusioni di un'intera generazione saranno raccontate attraverso le canzoni e le storie di chi c'era, di chi c'era ma il mondo non se n'è mai accorto, di chi avrebbe dovuto esserci ma per qualche motivo non c’è stato e di chi non c'era. Ad aiutare Red Wine  in questo racconto, arriverà dalla California un musicista e polistrumentista d'eccezione, Lowell 'Grandpa Banana' Levinger che, oggi tastierista nella band di Little Steven 'The Disciples of Soul', all'epoca era chitarrista e membro fondatore di una rock band tra le più influenti degli anni '60, The Youngbloods, con la quale avrebbe dovuto esibirsi a Woodstock. La scenografia sarà a cura dell'artista genovese Roberto Zizzo e, come al solito, non mancherà qualche sorpresa last minute.

Ciak sipario

Al via una nuova collaborazione con il Cinema Cappuccini. Nel corso della stagione: incontri, proiezioni e spettacoli tra teatro e cinema. Il calendario e i dettagli degli appuntamenti presto online sul nostro sito www.teatrodellatosse.it

Mizar

Torna per il terzo anno, il 23 e 24 novembre, Mizar, un week end dedicato all’editoria indipendente di qualità: autori, editori, incontri e testimonianze dello scenario contemporaneo nazionale nella splendida cornice del Luzzati Lab; a cura di Teatro della Tosse, Edizioni Sido e Libreria Falso Demetrio. Ingresso libero.

Resistenz–e

Dialoghi scenici sulla Resistenza  tra storia e  letteratura  di e con Marco Doria e Silvio Ferrari - a cura del Teatro della Tosse Una serie di incontri tra il Centro Storico e Voltri, a cavallo tra storia, letteratura e teatro sulle parole di celebri romanzi. Il calendario di dettaglio è in via di definizione. Ingresso libero.