Genoa e Preziosi multati per 10mila euro ciascuno

di Redazione

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Dopo le dichiarazioni del presidente rossoblù sull'arbitraggio di Roma-Genoa del 16 dicembre

Genoa e Preziosi multati per 10mila euro ciascuno
Diecimila euro di multa al Genoa e altrettanti al presidente Preziosi. E' questo il risultato del patteggiamento portato avanti dall'avvocato Mattia Grassani di fronte alla Procura Federale. I fatti risalgono allo scorso 17 dicembre, il giorno dopo il match contro la Roma perso dal Grifone per 3-2 fra mille polemiche arbitrali. In quell'occasione, Preziosi era intervenuto alla trasmissione "Radio Anch’io Sport" su Radio Rai Uno e, in merito alla direzione di gara, aveva «espresso pubblicamente – si legge nel Comunicato Ufficiale – dichiarazioni lesive della reputazione del sig. Marco Di Bello, arbitro del citato incontro». “Ci sono voluti 4 minuti per vedere un centimetro in più di un nostro giocatore per annullarlo - aveva detto nell'occasione Preziosi - Poi su un rigore clamoroso, l’arbitro si è tirato indietro e non è andato a vedere niente. Mi vengono cattivi pensieri e basta. Non mi parlate di percentuali: a me interessa che una partita che potevamo vincere, l’abbiamo persa. Noi non possiamo perdere punti perché un arbitro si rifiuta di usare il Var. Mi deve spiegare il perché ha preso questa decisione". "Perché hanno speso 4 minuti per un centimetro di fuorigioco e non 30 secondi per un rigore? - aveva aggiunto il numero uno rossoblù - Non mi pare che sia un errore fatto a caso. C’era un clima di contestazione e in questo modo hanno mandato tutti a casa felici e contenti a danno del Genoa. Noi abbiamo lasciato almeno un punto sul campo. L’arbitro ha il dovere di consultarsi con il Var, perché in quel caso avrebbe fischiato sicuramente il calcio di rigore. L’uomo in quanto uomo è soggetto a sbagliare, ma davanti all’utilizzo differente del Var nella stessa partita, io non posso altro che sospettare che la scelta venga fatta ad hoc. Si è rifiutato di consultare il video con il Var che non è intervenuto. Sono in malafede. Io a 70 anni voglio sentirmi libero di dire ciò che penso e in quell’episodio c’è stata solo una grandissima malafede con un arbitro che si è rifiutato di guardare il video davanti a un errore evidente. Bisogna capire quali sono i motivi. Di Bello? Non dovrebbe più arbitrare".