Politica, Scajola a Telenord: "Come Berlusconi nel 2007, anche la Meloni potrebbe fare un suo 'predellino' per unire le forze del centrodestra"

di Redazione

Nel corso di un 'Primo Piano' con il nostro direttore Timossi, il sindaco di Imperia lancia una proposta di aggregazione costruttiva

"Come nel 2007 Berlusconi con il Popolo della Libertà, anche la premier, che è molto brava, potrebbe coltivare l'idea, dopo le Europee, di un predellino della Meloni. Insomma, qualcosa che unisca politicamente le attuali formazioni del centrodestra".  Così Claudio Scajola, più volte ministro e oggi sindaco di Imperia, nel corso di un Primo Piano con il direttore di Telenord Giampiero Timossi.

Di fronte alla prospettiva di una Forza Italia 2.0, Scajola osserva: "C'è bisogno di un partito che abbia presenza forte, di un centro moderato che si ispiri a valori e storia popolare, cristiana, europea, atlantista, che si possa dire moderato ma non perché debole, alleato di una destra democratica. Quando Berlusconi era forte si inventò il predellino e si mise insieme con quella che allora era An; ecco quando sento la Meloni che stimo e percepisco come donna libera capace e forte, colgo che non ci può essere un partito minoritario come Forza Italia. Io mi riconosco nel Ppe, ci vuole più Europa e credo che l'Italia abbia bisogno dell'Europa che sappia anche cambiare, così come credo che Tajani capisca che bisogna, dopo le Europee, iniziare un percorso che possa essere anche un'altra cosa. La stessa Meloni potrebbe valutare il suo predellino".

TOTI - Perché la necessità di una nuova struttura? "Siamo ancora a mio parere in una fase di transizione che dura da troppo tempo. Le due guerre vicine a noi incidono gravemente sull'economia italiana, così l'Europa deve essere forte con una presenza ancor più autorevole e non frammentata. Quindi collego la fase di transizione italiana alla necessità di costruire qualcosa che sta germogliando in tante persone che, davanti a covid e guerre, sentono che è finito il tempo dell'urlo e si deve tornare a competenza e rassicurazione".

In questo 'predellino' ci sarebbe prospettiva anche per Toti? "La politica è fatta di aperture. Per crescere bisogna aprire, guardare lontano e tutti devono essere coinvolti. Siamo ancora in una fase transitoria, c'è necessità di aprire e di costruire ma andando anche al di là di quelli che sono stati protagonisti e responsabili ed elettori di Forza Italia, allargando lo scenario".

"La firma della mia intesa con Forza Italia è simbolica, non è un problema di firme - conclude - ma di trovarsi. di dire usciamo da una posizione di un Ppe chiuso per costruire una cosa più grande".

LIMITE MANDATI - Da Toti al limite ai mandati il passo è breve. "Siamo l'unico paese in Europa che mette limiti di mandato. lo deve mettere l'elettore nelle condizioni di scegliere. A chi dice che senza limiti si perpetuano centri di potere dico che Storace, Alemanno, Biasotti e la Moratti non sono stati confermati. Se uno è bravo e convince gli elettori, non si deve decidere altrove. Io sono convinto che Toti sia un bravo presidente e voglio che sia di nuovo eletto, ma a prescindere dai nomi, sul limite ai mandati - conclude - dico che il principio non sta in piedi e va eliminato".