Primo Maggio, Maestripieri (Cisl): "Il nostro appello per coesione, pace, integrazione e abbattimento delle diseguaglianze"

di Redazione

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"Chiediamo ai futuri europarlamentari di farsi carico delle richieste di dignità, sicurezza e rispetto delle persone"

Primo Maggio, Maestripieri (Cisl): "Il nostro appello per coesione, pace, integrazione e abbattimento delle diseguaglianze"

“E’ un Primo Maggio con l’Europa in primo piano e che precede di un mese le elezioni europee. Per questo motivo rivolgiamo un appello ai suoi prossimi rappresentanti affinché i temi del lavoro, del sostegno al benessere delle persone e della crescita economica siano al centro dell’agenda del prossimo Parlamento comunitario. La vicinanza dell’appuntamento elettorale con la festività del Primo Maggio impone di volgere lo sguardo all’Europa che verrà. Per un sindacato convintamente europeista come il nostro il pensiero non può che andare ai principii di coesione, integrazione, pace e abbattimento delle diseguaglianze che rappresentano il dna del continente unito. Il nostro Primo Maggio veicolerà, per questi motivi, un appello a chi si appresta a rappresentare la Liguria e il Paese nelle istituzioni europee”, spiega Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria.

 

“Chiediamo ai futuri europarlamentari di farsi carico delle richieste di dignità, sicurezza e rispetto delle persone che arrivano dal mondo del lavoro. Vorremmo che questo messaggio trovasse terreno fertile soprattutto nei più giovani, che hanno la responsabilità di farsi carico di questi valori per gli anni a venire”. Per quanto riguarda, nello specifico, le criticità del territorio, Maestripieri ricorda “le tante situazioni di crisi tuttora irrisolte, a partire da quella dell’ex-Ilva” ma anche “il periodo di incertezza che attraversano settori vitali come la sanità e l’edilizia” e “il perdurare del fenomeno del precariato, una autentica piaga che in Liguria allarga giorno dopo giorno il divario sociale e mette quotidianamente a rischio la sicurezza di migliaia di persone, spesso inquadrate con rapporti di lavoro fittizi”.