Tutte le scommesse sul governo e sulle elezioni

di Paolo Lingua

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Tutte le scommesse sul governo e sulle elezioni

Se fosse un gioco da salotto sarebbe davvero divertente e persino provocante, ma non è purtroppo una vicenda ricca di intelligenza e di tensione politica. Parliamo, purtroppo, ancora una volta del governo e del suo destino. Sono in molti a chiedersi quanto durerà questa raffazzonata alleanza che litiga e poi rinvia senza decidere, per non spezzare il canapo che tiene legati, per modo di dire, quattro partiti, ognuno diverso dall’altro e con interessi e obiettivi differenti. Anche questo Governo non si è posto, o meglio non è mai stato capace di elaborare, un programma serio e rigoroso di ripresa economica e di varare una politica che favorisca lo sviluppo e gli investimenti. Scelte da fare con velocità e con anche un pizzico di spregiudicatezza, in un contesto internazionale dominato dagli egoismi nazionali  e di sfera internazionale di interessi collegati. D’altro canto il Pd è, come è noto, favorevole alla ripresa delle grandi opere.

E’ favorevole alla Tav del Piemonte, alla Gronda della Liguria, al sistema di comunicazioni in Lombardia e Veneto e all’Alta Velocità, ovunque sia possibile farla decollare. Scelte strategiche che il M5s non condivide nella maniera più assoluta. Così come c’è dissenso sulle tasse grandi e piccole e sulla riforma processuale della prescrizione. I grillini sognano governi punitivi, di stampo moralistico e sempre alla ricerca di “casta privilegiata” da punire comunque, riuscendo, curiosamente, ad avere contro, nello stesso tempo, sia le categorie imprenditoriali sia i sindacati.

C’è poi il movimento “Italia Viva” di Matteo Renzi che non sembra ingranare nelle simpatie dell’opinione pubblica, dal momento che i sondaggi, sia pure da prendere con la dovuta prudenza, lo indicano molto basso, al di sotto del 5%. Renzi si deve muovere, contando sul buon numero di parlamentari, per far vedere che è vivo e che può condizionare le scelte di vertice, ma le elezioni anticipate potrebbe essere una trappola mortale. Di qui il procedere a zig zag. Anche i grillini non sono ben messi: un crollo elettorale potrebbe portarli via per sempre dal Governo.

E il Pd? Non brilla, ma è abbastanza in grado di reggere visto che l’estrema  sinistra boccheggia e che Renzi non strappa consensi.  Un voto anticipato porterebbe quasi certamente al governo il centrodestra, ma il Pd resterebbe l’unica vera forza di opposizione alternativa, destinata a raccogliere consensi nel corsi degli anni immediati a venire. Insomma – e questa come è noto è da sempre la strategia, a volte repressa, di Zingaretti – una sconfitta immediata sarebbe la premessa per una certa rivincita nel volgere di pochi anni, magari con il recupero di personalità individualiste  ma forti come Calenda, considerato ormai il fragile peso di Renzi.  Ma cosa porterà l’eventuale caduta del governo a breve termine?

La sconfitta alle regionali in Emilia, anche se il movimento delle “sardine” potrebbe ridare fiato all’area di sinistra? Ma anche questo potrebbe essere un ragionamento più elaborato: Bene o male, direttamente o indirettamente, le “sardine” possono restituire ossigeno proprio al Pd, che potrebbe anche, nel calo verticale dei grillini recuperare altri consensi perduti. Ma il sentiero da percorrere è arduo e di settimana in settimana gli scenari mutano. Ma non muta la situazione critica dell’economia Italia e, ci sia concesso, anche locale. Qui si attende la conclusione della ricostruzione del ponte ex Morandi, il decollo della Gronda, una serie di grandi interventi portuali. Ma sono modelli di sviluppo simili in alte parti del nostro Paese. Questi sono i veri appuntamenti e occorre uno schieramento politico capace di affrontarli possibilmente accelerando i tempi.