Tav e gronda, opere pubbliche vicine e lontane

di Paolo Lingua

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Il punto di Paolo Lingua

Tav e gronda, opere pubbliche vicine e lontane
L’ottimismo del ministro Danilo Toninelli, ieri entusiasta alla posa della prima gettata di cemento del nuovo ponte a Genova, è durato solo un giorno. Oggi è nuovamente a fare i conti con il tema a lui indigesto delle grandi opere da riattivare, con particolare attenzione alla Tav, ovvero la Torino-Lione, per la quale l’UE e la Francia hanno rafforzato i finanziamenti per l’opera suscitando l’ottimismo di Matteo Salvini, ma anche del premier Giuseppe Conte. Ovviamente dietro di loro si sono schierati imprenditori, sindacati, una larga parte del ceto politico e un’opinione pubblica che va ben oltre alla simpatiche “madamine” torinesi. La novità, che però da tempo era nell’aria, ha messo il ministro Toninelli e soprattutto la parte più radicale dei “grillini” (da Fico a Di Battista) con le spalle al muro. Il mondo del lavoro – dipendenti e imprenditori di ogni settore – insiste sul rilancio delle opere pubbliche come strumento di ripresa dell’economia italiana, una “cura” storica assai più efficace d4egli interventi  legislativi precedenti del governo che stanno dimostrando la loro inefficacia. La Tav forse non è l’iniziativa più importante e non è neppure l’unica, ma è diventata un simbolo che segna l’emarginazione die movimenti estremisti (anarchici e alternativi) che hanno strumentalizzato la vicenda per cercare di ricreare una contestazione politica già sconfitta e ridotta ai minimi termini. In un certo senso al M5s sta restando il cerino in mano, anche perché uno scontro a testa bassa potrebbe portare un fenomeno trascinante (con molte altre implicazioni) verso la crisi di governo e a nuove elezioni. Usciti dal Governo i “grillini” avrebbero poche possibilità di rientrare. Ma per restare sulle poltrone rischiano di dover ingoiare bocconi amari e aumentare i contrasti interni. La questione della Tav per molti aspetti è connessa a quanto avviene in Liguria. Il Terzo valico i cui lavori stanno procedendo, dopo aver raggiunto il primo obiettivo, che è Tortona, proseguirà per Milano. Ma è ovvio che la Tav dopo Torino punterà su Milano per poi proseguire verso Verona, Venezia e Trieste. Il Terzo Valico scavalcherà Milano per puntare alla Svizzera e alla Germania dove si congiungerà alle altre linee ad alta velocità che già attraversano il Centro Europa. Tutto questo avverrà, perché è logico che avvenga, entro il 2030. La battaglia per la cosiddetta “decrescita felice” è perduta prima ancora di decollare perché è la logica dell’economia internazionale ma è anche l’interessa delle Nazioni e del sistema. La battaglia in senso contrario assomiglia a quella del XIX secolo indetta e perduta subito da parte dei barcaioli contro le navi a vapore.  A questo punto, sempre per restare nel piccolo mondo della Liguria, sarà assurdo procrastinare ancora la realizzazione della cosiddetta “Gronda” di cui Genova avrà bisogno per alleggerire i suoi traffici autostradale anche se è giusto ormai puntare su un sistema efficiente di trasporto via rotaia giocando sull’alta velocità o alta capacità. Come si notava nei giorni scorsi anche la ricostruzione (necessaria e urgente) del ponte autostradale rientra nel fenomeno psicologico (oltre che economico) di ricostruzione e di investimento. Ci sono, per certi aspetti della nostra economia, in particolare per quel che concerne tutti i tipi di trasporti e di shipping, molti aspetti molto interessanti che coinvolgono i nuovi rapporti dell’economia mondiale. Ma occorre essere in grado di cogliere, con tempistiche rapide, le mutazioni, anche perché oggi tutto (finanzia, banche, imprese e servizi) è collegato e interconnesso. E, se è consentita una battuta storica, in questo grande gioco il vecchio  “Triangolo Industriale” non ha perduto la sua importanza strategica.