Sanità integrativa, la usano 13 milioni di italiani

di Eva Perasso

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Incontro a Genova: come il privato può aiutare a risolvere i problemi sanitari

Sanità integrativa, la usano 13 milioni di italiani
Ci sono 13 milioni di italiani che usufruiscono della sanità integrativa, ovvero di quei servizi erogati privatamente che vanno da visite mediche specialistiche a esami diagnostici fino a interventi chirurgici. La spesa nel privato per i cittadini è aumentata del 30 per cento: nel 2010 erano solo 6 milioni gli italiani a seguire percorsi alternativi a quelli del nostro Servizio Sanitario Nazionale. Se ne è parlato a Genova nel corso del workshop “Affrontare i problemi del presente per migliorare il futuro della Sanità Integrativa”, organizzato da Aiop, Associazione Italiana Ospedalità Privata, che si è concentrato sulla collaborazione tra pubblico e privato per valorizzare il significato dell’assistenza sanitaria integrativa nell’ambito di un Sistema sanitario che è e che deve rimanere universalistico.

Quello della assistenza sanitaria integrativa è un mondo complesso e articolato, che vede la presenza di molteplici attori: da chi è chiamato a interpretare una domanda collettiva; a chi intermedia i rischi, a chi gestisce le pratiche e negozia gli accordi, a chi, infine, produce ed eroga le prestazioni. I differenti attori interagiscono tra loro in maniera diversificata, configurando circuiti “attese-risorse-prestazioni” molto variegati.

“Il dibattito, incentrato sulla legittimazione e sul ruolo della sanità integrativa, si focalizza sulle funzioni duplicative, ovvero su quelle prestazioni in teoria già coperte dal SSN, rispetto a quelle non incluse nei LEA” – dichiara Mario del Vecchio, docente dell’Università Bocconi e responsabile dell’Osservatorio consumi privati in sanità. “Il tema è mal posto per almeno due motivi. Il primo è che gli effetti sul SSN di un consumo privato possono risultare complessivamente positivi per tutta la collettività. Il secondo è che alla base dell’incremento dei consumi privati, non c’è tanto la crisi del SSN, quanto la ricerca di condizioni di fruizione di servizi sanitari che difficilmente possono essere assicurati dal Servizio pubblico.”

I cittadini rinunciano ad altri consumi perché vogliono vedere soddisfatte le loro attese in termini di prestazioni sanitarie e di tutela della salute in genere. In questa prospettiva, la filiera della sanità integrativa deve essere in grado di minimizzare i costi di transazione.

“É fondamentale per l’affidabilità e la credibilità del sistema” – sostiene Francesco Berti Riboli, Coordinatore della Commissione nazionale Aiop Sanità integrativa – che gli attori coinvolti lavorino per rendere i processi della sanità integrativa fluidi, trasparenti ed efficienti. E ciò è possibile con la standardizzazione di molti di questi processi, utilizzando piattaforme adeguate e “neutrali”, nomenclatori comuni, affinché la legittima differenziazione delle offerte assistenziali non si trasformi in una babele di linguaggi che appesantisce i processi, rendendoli inefficienti e onerosi”.