Sandro Biasotti interviene per rilanciare FI e scrive a Berlusconi

di Paolo Lingua

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Sandro Biasotti interviene per rilanciare FI e scrive a Berlusconi
“Toti è un valore aggiunto e non dobbiamo perderlo”. “dovresti nominare un comitato con il potere di scrivere nuove regole per una democratica scelta del coordinatore politico” E poi “primarie da tenersi entro ottobre”. Sono i suggerimenti avanzati, con dichiarazioni di affetto, fedeltà e stima da Sandro Biasotti a Silvio Berlusconi invitandolo a svolgere un ruolo “super partes” come leader a livello internazionale, ma puntando al cambiamento. Sandro Biasotti, coordinatore di Forza Italia per la Liguria e uomo di fiducia da sempre di Silvio Berlusconi, si è reso conto che l’annuncio di fondare una sorta di movimento gemello ma contrapposto da parte di Giovanni Toti s’è inventato, con una certa saggezza, il ruolo di “pontiere”, un termine politico storico legato all’azione di Paolo Emilio Taviani quando cercò di evitare la rottura correntizia, all’interno della DC, tra Fanfaniani e morotei, riagganciando la vecchia corrente dorotea. Non erano giochi, ma azioni assai sapienti di passaggi politici strategici. Oggi la situazione, non solo di Forza Italia, è differente dappertutto perché i partiti e i movimenti hanno perduto l’organizzazione territoriale e gli iscritti, ma è indubbio che ci sono degli spazi da recuperare. Biasotti se ne rende conto e lo scrive a Berlusconi:” Potremmo avere grandi spazi al centro politico ma solo con una rivoluzione…”. In pratica Biasotti, dopo una riflessione sugli ultimi eventi e dopo gli ultimi esiti elettorali, insiste sulla necessità d’un centrodestra che abbia una componente liberale, moderata e riformista per riequilibrare l’asse tra la Lega e Fratelli d’Italia che finirebbe per pendere maggiormente a destra e su valori troppo sovranisti. Per questo, sia pure con un certo garbo, superando polemiche e scontri specifici, punta a tenere per una manica Toti suggerendo all’ex cavaliere un comitato rifondatore del partito di cui facciano parte, oltre allo stesso Toti anche Tajani, Cesa e le donne di punta del “cerchio magico” di Arcore: Bernini, Gelmini e Carfagna. Di Toti, Biasotti dice, sempre rivolto a Berlusconi: ”Ti vuole bene anche se è troppo critico” E precisa “Non è un traditore, ma è u n valore aggiunto”. In pratica Biasotti fa un tentativo in extremis, dopo l’annuncio di Toti di dar vita alla prima riunione del suo movimenti a Roma, il prossimo 6 luglio, al teatro Brancaccio, di tenere insieme tutto quello che rappresenta Forza Italia che potrebbe anche cambiare nome. Biasotti suggerisce: “Altra Italia – Partito Popolare Italiano” o persino “Partito Moderato Italiano PMI” una sigla che richiama la piccola e media impresa. La mossa è giunta inaspettata, dopo che, sulle polemiche interne a Forza Italia, Biasotti era rimasto a lungo in silenzio, mentre non erano mancate stoccate tra Toti da una parte e il gruppo vicino a Tajani dall’altra, con qualche scarto seccato di Berlusconi. Non va dimenticato che interventi, sia pure non operativi e propositivi, erano venuti nelle scorse settimane anche da parte di diversi esponenti politici di area come Claudio Scajola. E’ indubbio che un complesso discorso di ripensamento e di riorganizzazione è in corso all’interno di Forza Italia, anche alla luce d’un certo calo di consensi e di un appannamento del ruolo del partito che ha perduto in pochi anni la leadership del centrodestra. E’ indubbio che i vertici attorno a Berlusconi sono apparsi indubbiamente troppo fermi e in difficoltà di fronte alla crescita d’una destra più demagogica e populista, crescendo in consensi numerici ma perdendo quella tranche di elettori, ma in particolare di opinione pubblica, più moderata e liberale. Questo spiega alla luce dei fatti di oggi il movimentismo di Toti e il tentativo di recupero, per tenere tutti insieme, da parte di Biasotti. La partita è aperta.