Ponte Morandi, Autostrade: "Incostituzionale la nostra esclusione"

di Pietro Roth

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I legali: "Decisione ingiusta e arbitraria", entro 45 giorni la decisione dei giudici

Ponte Morandi, Autostrade: "Incostituzionale la nostra esclusione"
L'esclusione di Autostrade dalle operazioni di demolizione e ricostruzione del ponte Morandi è stata una decisione "incostituzionale" e "sanzionatoria". Parte da qui l'affondo dei legali di Aspi che hanno discusso davanti al Tar della Liguria i ricorsi contro il decreto Genova e i suoi effetti sui lavori del viadotto. Una discussione serrata, che li ha visti contrapposti ai legali dello Stato. Aspi chiedeva in primo luogo l'annullamento del decreto della presidenza del Consiglio dei ministri di nomina di Marco Bucci a commissario straordinario per la ricostruzione del Ponte Morandi. Gli altri tre ricorsi riguardano decreti emessi dallo stesso Commissario. Aspi non aveva chiesto la sospensione dei lavori per non interrompere l'opera di demolizione e ricostruzione. "Ci si obbliga a non fare e a pagare - hanno spiegato i legali -. Si impone ad Aspi l'inadempimento. Nel decreto sono contenute misure sanzionatorie volte a punire la società senza che si sia svolto alcun procedimento che abbia accertato una eventuale responsabilità e che quindi abbia portato a queste sanzioni. Quella contenuta nel decreto è una norma ingiusta, irragionevole, illogica. In una sola parola si tratta di norme arbitrarie". I legali di Autostrade hanno anche ricordato come la società a Bologna ha impiegato circa due mesi per ricostruire il tratto distrutto dall'esplosione della cisterna di Gpl. Per l'avvocatura dello Stato, invece, "questa era l'unica soluzione possibile e il decreto non ha leso alcun diritto. La società forse aveva una aspettativa, ma non c'era alcun diritto a ricostruire il viadotto". La decisione dei giudici amministrativi arriverà entro 45 giorni.