Navi di lusso, Genova farà in tempo a realizzare le strutture adatte?

di Paolo Lingua

2 min, 52 sec

Il punto di Paolo Lingua

Navi di lusso, Genova farà in tempo a realizzare le strutture adatte?
Una notizia ufficiosa, ma probabilmente non infondata, annuncia per Fincantieri di Sestri Ponente una imponente commesse (da tre a cinque unità, pare) di navi da crociera di lusso destinate a una clientela esigente e che non ama gli spostamenti di massa che pure oggi incontrano un grande successo. Sono a questo momento, al di là dei superpanfili privati che possono accogliere solo alcune decine di passeggeri privilegiati, le costruzioni navali hanno segnato il successo delle cosiddette “città galleggianti” da oltre cinquemila ospiti più equipaggio. Invece, adesso sembra che  le compagnie sovranazionali maggiori puntino a una diversificazione del mercato per recuperare possibili clienti che non amano appunto la crociere superpopolare attualmente in auge. Sarebbe il caso della Msc, ormai quasi padrona dei mari (anche nel settore merci e containers), che avrebbe deciso appunto di commissionare alla Fincantieri un blocco considerevole di navi da costruire per i prossimi cinque-sei anni. Ovviamente la notizia, che non è infondata, fa verificata nei dettagli, perché il progetto sarebbe collegato alla ristrutturazione d’una parte recettiva dello scalo genovese, vale a dire quella che parte che vede ancora appesi a un filo tutti i progetti di ristrutturazione del settore dell’ Hennebique e del nuovo assetto di Ponte Parodi. Si tratterebbe di dar vita alla strategia recettiva per il settore crocieristico, che ancora manca a Genova, dopo gli errori del passato. Ma per questi obiettivi, senza dubbio importanti, come notavamo pochi giorni fa, mancano ancor ai progetti precisi e tutti gli aspetti tecnico-burocratici. Per non parlare, conoscendo il mondo imprenditoriale genovese  e le insidie della politica, di possibili ricorsi, opposizioni, obiezioni burocratiche, ecc. A parole, il presidente Signorini sarebbe più che d’accordo e così pure i sempre entusiasti governatore Giovanni Toti e sindaco Marco Bucci, ma non sono chiari i tempi e i mezzi per mettere a punto gli aspetti recettivi. Inoltre, non manca il tema più complicato ovvero la realizzazione del molte volte invocato “ribaltamento a mare” appunto del cantiere di Sestri Ponente. La Fincantieri, sin dagli anni Settanta, era stata al centro di polemiche e discussioni in particolare a Genova con minacce (anche realizzate) di tagli alla produzione e ridimensionamenti. Negli ultimi quindi anni la situazione è apparsa cambiata, non senza ondeggiamenti. In particolare si attende la mossa dei vertici del porto per scegliere mezzi, modi e location  del fatidico “ribaltamento”. Inoltre, malgrado danni di maltempo e crisi più o meno acuti, il progetto è andato avanti, collegato, come è stato annunciato più volte, allo spostamento a mare della diga foranea e al dragaggio dei fondali. Ora, l’ipotesi d’una specializzazione dello stabilimento storico di Sestri Ponente, da dove sono state varate molte navi di importanza strategica ai tempi dei transatlantici della “cugina” Finmare, appare interessante. Si prospetta dunque un tipo di nave di impostazione diversa, più piccola e più lussuosa e forse vicina al modello delle “eccellenze” di cui la Fincantieri è stata al top nel dopoguerra, un modello che potrebbe essere oggetto d’attenzione mondiale, se soprattutto catturerà la fascia del mercato che è rimasta fuori del giro crocieristico di massa peculiare degli ultimi vent’anni. Al di là degli aspetti di progettazione e di costruzione, che sono peculiari della progettistica della Fincantieri , occorre però che per stare al passo il porto di Genova non perda tempo, superi qualunque tentativo di veti incrociati e punti a lavorare, sia per la strutura produttiva che per quella recettiva. Occorre una mentalità, se ci è concesso, da Far East. Procedere in velocità: è la legge della new economy.