Morto anche il secondo pompiere precipitato sul monte Bianco

di Redazione

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Bruno Canepa, lavorava a Multedo come l'amico e collega Mantero, che era deceduto sul colpo

Morto anche il secondo pompiere precipitato sul monte Bianco
Non ce l'ha fatta il capo squadra dei pompieri del distaccamento di Multedo Bruno Canepa, 54 anni, precipitato il 12 luglio durante un'escursione  del versante francese del Monte Bianco, insieme all'amico e collega Giovanni Mantero, che dopo la caduta era morto sul colpo. La notizia, come una terribile, beffa arriva nel giorno della commemorazione di Ponte Morandi e della premiazione dei soccorritori eroi da parte dei familiari delle vittime. L'applauso più grande è andato ai vigili del fuoco ed idealmente anche a Canepa e Mantero, che avevano preso parte alle ricerche sotto il Morandi. Giovanni Mantero, 48 anni e, Bruno Canepa sul Bianco forse erano stati sorpresi da una bufera di vento. La notizia dell'incidente era giunta nella notte a Genova dalla chat di WhatsApp dei pompieri e aveva gettato nella costernazione tutti i vigili del fuoco genovesi, che si erano subito stretti intorno ai colleghi della caserma del distaccamento di Multedo, dove lavoravano i due escursionistii entrambi sposati e con figli e residenti a Voltri. Due colleghi, Giovanni e Bruno, ma anche due grandi amici accomunati dalla passione per lo sport. Per allenarsi all’escursione di ieri, fra la neve e il ghiaccio del Bianco, una via quella che avevano scelto definita facile per gli escursionisti esperti, avevano usato la splendida palestra naturale dei sentieri di Punta Martin, montagna alle spalle di Arenzano e Voltri. Mantero lavorava al turno B e per anni aveva lavorato alla centrale di Genova, a San Benigno. E’ sempre stato anche una grande appassionato di vela, una passione trasmessa anche ad uno dei suoi tre figli, campione europeo e una delle promesse più belle della vela italiana. Doriano soft, “giusto per gli sfottò da caserma”, come raccontarono a Telenord gli amici, Giovanni era un voltrese molto estroverso, “uno che ti entra in casa e diventa come tuo fratello senza chiedere permesso” come lo ricordò  con una tenera immagine Stefano Giordano, pompiere a Multedo e consigliere comunale dei 5 Stelle. Figlio di una famiglia di costruttori, benestante ma con la grande passione per il suo lavoro, Mantero, come tutti i pompieri di Genova, l’anno scorso aveva operato senza sosta sotto il ponte Morandi. Più riservato era invece Bruno Canepa, caposquadra del turno A, patentino da soccorritore fluviale, fisico asciutto da maratoneta e che della corsa aveva quasi fatto una ragione di vita. L’altra sua grande passione era la pallanuoto. Anche se viveva per la corsa. Quando aveva tempo libero inforcava le scarpe e andava a correre, ovunque, su qualunque terreno, lungomare o su monti, ogni sentiero una sfida, uno abituato a lottare, ed è per questo che i colleghi, tanti dei quali si erano recati al suo capezzale, all’ospedale di Annecy, hanno  sperato che anche stavolta, stringendo i denti, come sapeva fare lui, ce la potesse fare. Nelle scorse settimane si era sparsa la voce che fosse lievemente migliorato, ma nessuno si è mai illuso. E oggi la notizia che anche lui, come Giovanni, non ce l'ha fatta.