L'Italia in bilico tra le elezioni amministrative e i rapporti con l'Europa

di Pietro Roth

3 min, 4 sec

Il punto di Paolo Lingua

L'Italia in bilico tra le elezioni amministrative e i rapporti con l'Europa

Chi ha vinto e chi ha perso ai ballottaggi dei comuni? E quale è la lettura del comportamento elettorale degli italiani? Gli esiti dei ballottaggi dei comuni al di sopra del 15 mila abitanti ci hanno ato una sorta di alternanza di successi e di insuccessi, come del resto avviene per i centri minori, nei quali giocano anche elementi localistici differenti caso per caso. Il centrodestra ha compiuto l’exploit di conquistare la “rossa” Ferrara, il centrosinistra ha riconquistato la roccaforte storica di Livorno. E così via in molti centri italiani. Se si vuole trarre una conclusione razionale il voto ci ha dato una conferma delle elezioni europee. In Italia il sistema degli schieramenti riporta in primo piano uno scontro – peraltro naturale e fisiologico – tra centrodestra e centrosinistra  con un rafforzamento a destra della Lega, sempre in crescendo, e una piccola crescita di Fratelli d’Italia. Al tempo stesso il Pd recupera piano, piano terreno e fiducia sui territori. Scende decisamente il M5s che, con l’eccezione di Campobasso, perde su tutti i fronti, anche perché per forza di cose corre da solo e non ha un forte radicamento  sul territorio. Ci vuol altro che la piattaforma Rousseau.

E poi, avendo raggiunto il maggior successo rastrellando voti diagonali sia a destra sia a sinistra, le contraddizioni nella gestione del governo stanno riportando questi elettori verso il Pd e verso la Lega. Gli interrogativi più fitti in queste ore 4riguardanpo però il partito di Berlusconi. E’ sotto gli occhi di tutti la crisi di Forza Italia che è in calo di  consensi, anche se è sempre presente, alle elezioni amministrative, nella coalizione di centrodestra, anche con esponenti locali di punta. Il problema, già emerso nei giorni scorsi, è presente un po’ in tutta Italia, in particolare nel Nord (nel Sud Forza Italia ha mantenuto maggior consensi), ma sta assumendo una dimensione tutta particolare in Liguria, dove il presidente della Regione, Giovanni Toti, ha annunciato la nascita d’un nuovo movimento che vedrà ufficialmente la luce il prossimo 6 luglio a Roma, al teatro Brancaccio.  Anche oggi Toti ha riunito i suoi possibili sostenitori con una riunione di amministratori locali. Il governatore della Liguria da tempo è critico non tanto nei confronti di Berlusconi nei cui confronti esprime in ogni occasione stima e rispetto, ma non nasconde riserve sulla linea, a suo avviso troppo fiacca e generica, della dirigenza del partito che ormai non ha quasi più presenze e radici su tutto il territorio nazionale.

Toti ha ottimi rapporti – personali e politici – con Matteo Salvini con il quale intende mantenere un forte asse, anche se però vorrebbe che il suo movimento assumesse forti caratteri liberali, moderati (con presenze di area cattolica) ed europei. Quale sarà lo spazio politico e di consenso possibile nel caso cada il governo e nel volgere di meno di un anno si  vada alle elezioni per eleggere un nuovo Parlamento?   Le previsioni sono ardue e vanno al di là delle migliori intenzioni. Anche perché, riprendendo l’ultimo sputo del ragionamento, per adesso non è dato di capire quale sarà la condizione dell’esecutivo nei prossimi mesi, o meglio nelle prossime settimane. Sta emergendo, soprattutto sulla complessa valutazione dello stato dell’economia del nostro Paese,  una linea di compromesso che punta ad evitare lo scontro con l’Europa e che vede come protagonisti il presidente del consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell’economia Tria, entrambi contrari all’impiego dei cosiddetti “minibot” cui l’Europa è decisamente ostile, ma sui quali, per il momento, sarebbero disposti a insistere Salvini e Di Maio. Su questo tema di grande delicatezza e importanza per mlo stato dell’economia italiana si giocheranno le prossime partite. Dalla possibile soluzione si capiranno meglio di andamenti della politica .