La storia infinita della Gronda di Genova

di Marco Innocenti

2 min

Il punto di Paolo Lingua

La storia infinita della Gronda di Genova
Nella storia dell’arte c’è una definizione efficace : il “non finito”, ovvero pitture e sculture mai completate (Michelangelo ne è un esempio). A Genova abbiamo invece un’altra categoria: il “mai cominciato”, ma al tempo stesso “sempre proposto” e a lungo discusso. Un esempio classico è il progetto del raddoppio urbano della autostrada che da Genova va verso Ponente e in parte verso nord. Un tratto che se fosse esistito avrebbe limitato una parte degli inconvenienti derivati dal crollo del ponte Morandi. Oggi, con l’inaugurazione del Salone Nautico, il tema è stato riproposto – a parole e tante – al nuovo ministro delle infrastrutture Paola De Micheli che, in linea di massima s’è detta d’accordo e ha anche accennato al fatto che sarebbe un disastro a ridisegnare il vecchio progetto. Non è dato di sapere e di capire se sarà riproposto il progetto che era già stato approvato e in parte finanziato al tempo del governo Gentiloni ma silurato dai grillini (sa sempre ostili come del resto erano stati verso il Terzo Valico) durante il “regno” dell’ineffabile ministro Danilo Toninelli. La ministra De Micheli appare di maggior buon senso ma si tratterà di capire quante trappole troverà sul suo percorso, anche perché il Pd locale, neo alleato dei grillini forse vorrebbe trovare un compromesso, tutto politico, per salvare la faccia al neo-alleato. I dubbi, al di là delle belle parole tipiche delle inaugurazioni di eventi, si infittiscono perché il passato è stato un pessimo maestro. La vicenda della Gronda, tanto per dirla in poche parole, decolla alla fine degli anni Ottanta, ma la sin9istra che governa il territorio ha paura degli estremisti ambientalisti, delle popolazioni dove passerà il tracciato e degli espropri. Così la si tira alla lunga, cercando elucubrate soluzioni alternative che vadano bene a tutti. Progetto impossibile perché i veti incrociati si infittiscono. Sino a che si arriva, dopo una buona ventina d’anni, a un “si” generico che curiosamente abbraccia il Pd e il centrodestra ma che ha contro i grillini e l’estrema sinistra. Si boccheggia, si guadagna tempo. Poi, quando la soluzione faticosa appare all’orizzonte, il Pd esce sconfitto dalle elezioni e perde il Governo. Il centrodestra in Regione ne in Comune è favorevole alla Gronda, ma Toninelli e il M5s si mettono di traverso. Ora si ridiscute in modo confusionale. Il “mai cominciato” ancora una volta allunga la sua ombra sinistra su Genova e sulla Liguria.