Samp, l'ex anni '70 Sabatini: "Doping? Per chi giocava in Europa controlli zero"

di Michele Varì

"Per chi mercoledì giocava in Coppa dei Campioni la domenica successiva niente controlli. Soggezione arbitri? Sempre, a favore di tutte le grandi"

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"Battara, Dordoni, Delfino, Corni, Morini, Vincenzi, Salvi, io, Cristin, Frustalupi e Fotia... era questa la formazione della Sampdoria in cui io esordii nel '66, una squadra forte, eravamo tutti bravi tecnicamente".

Parte così la lunga intervista con l'ex difensore tuttofare della Sampdoria anni '70 Pietro Sabatini, "con la t, non confondere con Sabadini con la d, mio compagno di squadra".
Sabatini oggi ha 74 anni e fa il jolly nella storica locanda che la famiglia della moglie gestisce dal 1800 all'ombra di un momunentale ipocastano ai freschi piani di Creto, a Montoggio, crinale a 600 metri che divide Valbisagno da Valle Scrivia.

"Il più giocatore più forte che ho affrontato è stato nel modo più assoluto di quei tempi Gianni Rivera, fra i campioni al mio fianco invece dico Giancarlo Salvi e Vieri, il papà di Bobo, tutti e due tecnicamente fortissimi"

Fiorentino con ancora un chiaro accento toscano, Sabatini è di San Miniato, stesso paese del suo amici Renzo Ulivieri, ex allenatore della Sampdoria. 

Segue ancora la Samp?
"Certo, quando il lavoro me lo permette la seguo, quella di oggi? Non saprei definirla, è una squadra con discreti giocatori, ho saputo della cessione di Linetti, che era uno dei migliori. Il presidente Ferrero eccentrico ? Non lo so, non giudico le persone che non conosco.

Chi ha avuto come presidente?
"Ne ho avuto tanti: Colantuoni, Lolli Ghetti, Salatti di cui tutti dicevano che ero il suo pupillo, Nella Samp ho giocato grosso modo 130, 140 partite, ricordo che avevo fatto una striscia di 98 partite tanto che quando poi mi fermai per una gara il dottor Bernardini mi disse "che ti succede Pietro che ti sei fermato?".

Quanti gol ha fatto?
"Ho fatto tre gol nella mia carriera, uno bellissimo alla Roma, scambio con Spadetto centravanti, evitando Santarini che era il libero e battendo con un sinistro Ginulfi, l'avevo messa nell'angolo come un attaccante, ho fatto gol al Milan quando marcavo Rivera e il terzo alla Juve, uno a uno, battendo Sarti"

Lei è stato un calciatore professionista, quali sono i ricordi che rimangono, lo stadio pieno? i tifosi ?
"Lo stadio pieno si vede quando si entra in campo e quando si esce, poi dopo io non vedevo più niente. Sentivo applausi, qualcosa, ma non si guardava la folla".

Però giocare a Marassi, in casa, era importante piuttosto che in trasferta?
"E certo, la partita si vede bene perché senza pista di atletica, la gente è vicina" 

La rivalità con il Genoa?
"C'era, fin da ragazzini, io sono arrivato alla Samp che avevo 14 anni, dopo un provino a Sesto Fiorentino, dopo questo test a 15 anni sono arrivato a Genova. Avevo anche fatto un provino per la Juventus che aveva detto che non prendeva giocatori così giovani invitandomi a non muovermi perché mi avrebbe preso l'anno prossimo. Ma i mie dirigenti avevano bisogno di soldi e finii alla Samp. Il presidente allora era Lolli Ghetti, che come presidente era assente, io l'ho visto poco, forse perchè ero nei ragazzi"

A quei tempi chi c'era in prima squadra?
"C'era una squadra fortissima. Mi è dispiaciuto non vedere giocare Sklogund, che era appena andato al Palermo, Cucchiaroni, Ocwirk, aveva esordito Morini, c'era Brighenti".

La grande Samp dello scudetto...
"Meritato, giocavano bene, c' erano dei , fuoriclasse, Vialli e mancini, Pagliuca eccezionale, in porta, quel terzino che spingeva sempre Brighel, Vierchowod, Dossena, una squadra tosta".

Come mai non è rimasto nel mondo del calcio ed è finito in una trattoria?
"Una scelta di via, sono contento, ho due figli che fanno gli chef e hanno preso un albergo a quattro stelle a Serravalle, non è stato un salto nel buio"

Ha fatto anche l'allenatore?
"Si nelle giovanili, fino alla primavera della Samp. C'era Boskov, Borea, Arnuzzo, tanti amici"

Poi ha scelto la trattoria storica?
"Con i miei figli sarà la quinta generazione. Specialità? Di tutto, per me si mangia molto bene. Io sono un jolly come alla Samp, faccio di tutto"

Qualche cliente tifoso la riconosce?
"Si, qualcuno viene, come qualche compagno di squadra".

Come spiegare un campionato in cui una squadra vince per nove anni di seguito lo scudetto come la Juventus?
"Perchè quelli, "che da fiorentino non mi sono stati mai simpatici" (aggiungerà Sabatini a microfino spento) hanno programmato, è una società forte, prendevano tutti i migliori, niente da dire"

Voi avvertivate questa soggezione degli arbitri e la forza della Juventus sia in campo che fuori?
"Un po' si, ma non solo la Juventus, tutte le squadre più forti, gli arbitri erano più favorevoli. Mi ricordo che una volta a Suarez, che era venuto a giocare nella Samp negli ultimi anni della sua carriera, gli negarono un rigore che era netto. Gli bastò protestare e venne buttato fuori".

Contro chi? 
"Non mi ricordo, purtroppo lì si doveva stare zitti e basta, anche Lo Bello, è stata una cosa esagerata".

Lo Bello non è stato un grande arbitro?
"Sì, per lui! Era un personaggio, decideva lui chi doveva vincere, e questo non è giusto".

Poi si è scoperto che qualche calciatore esagerava con gli integratori, ai suoi tempi?
"L'unica cosa che posso dire che le squadre che il mercoledì giocavano in coppa dei Campioni la domenica non erano soggetti ai controlli antidoping, non si sa perchè"

Lei non ha ma ingerito qualcosa di strano?"Niente".

Cosa ne pensa dello scandalo che ha coinvolto la Juventus sul doping?
"Non mi ricordo la Juventus, le ho già detto una cosa abbastanza forte, nel senso che le squadre che giocavano in Coppa Campioni poi non facevano i controlli anti doping la domenica successiva. Ci sarà un motivo?"

C'è qualcuno nella samp oggi che potrebbe diventare un campione? Sabatini rimane in silenzio, poi aggiunge:
"Mi sembra che nella Sampodoria giocatori da nazionale non ce ne sono stati, quindi... non so nei ragazzi ci sono ragazzi bravi

Ma il calcio, il pallone, per i calciatori professionisti rimane un gioco?
"Certo, rimane un gioco, il calcio appassiona, si è innamorati del pallone, di quella vita, di tutto"

Si sentiva privilegiato? Bello, giovane calciatore?
"Un po' sinceramente mi faceva piacere"

Sua moglie era gelosa?
"Mia moglie non è mai venuta alla partita, ci siamo incontrati e basta"

Dove vi siete incontrati?
"Siamo venuti a mangiare qua, insieme a Fotia, altri giocatori, 49 anni fa, l'anno prossimo saranno cinquant'anni che sono qua. Da Marassi a Montoggio? E sì da Marassi a Montoggio...".